Un vicepremier dice che se gestiti bene i termovalorizzatori portano salute e fanno crescere l’economia. E che presto andrà a Copenaghen a vederne uno moderno con una pista da sci sul tetto. L’altro vicepremier replica secco: “Ce la vedo una pista da sul tetto ad Acerra“. In mezzo c’è il premier, che come sempre cerca di mediare contratto alla mano. La spazzatura è il nuovo fronte per il governo. Sia a livello esterno, con i ministri di punta del M5s a Caserta per firmare il protocollo sulla Terra dei fuochi. Che interno con lo stesso premier Giuseppe Conte a cercare di frenare l’assalto di Matteo Salvini sugli inceneritori. Il leader della Lega doveva intervenire alla conferenza stampa insieme al presidente del consiglio, al vicepremier Luigi Di Maio e al ministro dell’Ambiente, Sergio Costa. Il titolare del Viminale, però, all’incontro con i giornalisti non si è fatto vedere. “Nessuna polemica e nessun mistero”, fanno sapere dal ministero dell’Interno, spiegando che Salvini è rientrato a Roma per un “impegno non rimandabile“. Che tipo d’impegno? Il leader della Lega sarà”l’unico rappresentante del governo” a partecipare “alla cena di gala al Quirinale, con tanto di smoking” in onore dell’emiro del Qatar. “Non poteva mancare“, dicono ancora dalla Lega. “Mi spiace, Salvini ha dovuto allontanarsi perché in una cena di gala al Quirinale rappresenta il governo”, ha sostenuto anche Di Maio. Quindi è arrivata una nota ufficiale di Palazzo Chigi: “In merito ad alcune ricostruzioni di stampa che stanno circolando in queste ore, si precisa che Matteo Salvini non ha partecipato alla conferenza stampa a Caserta a causa del suo impegno al Quirinale, già previsto e già noto. L’inizio della conferenza stampa è slittato e questo ha impedito a Salvini di poter partecipare come invece era previsto che facesse. Qualsiasi altra ricostruzione o retroscena è del tutto priva di fondamento“.
Conte: “Salutare diversità di opinioni” – La smentita con tanto di nota ufficiale del governo era doverosa: l’assenza di Salvini, infatti, rischiava di avere un significato simbolico dopo quattro giorni di repliche e controrepliche a distanza con gli alleati del M5s sul tema dei termovalorizzatori. Ci metteremo d’accordo, dicono entrambi i vicepremier. “Con Di Maio ci siamo chiariti, tutto a posto”, ripete ancora una volta Salvini direttamente dalla cena in smoking al Quirinale. Poi però rimane fermo sulla sua linea: “Di Maio insiste sugli inceneritori? Per me l’importante è risolvere il problema, la sostanza e non la forma. Se non è l’inceneritore mi spieghino come”. Ancora una volta il ruolo di mediatore-arbitro è del presidente del Consiglio, che dopo aver firmato il protocollo sui rifiuti – “La Terra dei Fuochi ci piacerebbe chiamarla Terra dei Cuori” – ha detto ai cronisti: “Credo che sia salutare in una coalizione di governo che due forze si confrontano, trovando una piattaforma comune, che ci siano diversità di opinioni. È salutare anche all’interno di una singola forza politica”. Poi ha ribadito quanto contenuto a una nota dell’esecutivo in giornata: “La direzione di sviluppo non é che non é chiara. Non possiamo lavorare a impianti che non sarebbero nella direzione dello sviluppo dell’azione politica”.
La nota del governo – Approfittando dell’arrivo di mezzo governo a Caserta, infatti, il premier aveva mandato un comunicato condiviso: “Il governo – si legge – lavora a una soluzione condivisa e senza polemiche. L’obiettivo è sempre la tutela della salute e del territorio. Il contratto di governo sul tema generale dei rifiuti esprime un chiaro indirizzo politico-amministrativo: dobbiamo lavorare per realizzare quanto prima una completa economia circolare e rendere ‘verde’ il nostro sistema economico”. L’esecutivo, proseguiva la nota, si impegna a “lavorare a difendere la cultura del ‘riciclo’ e rendere i rifiuti ‘prodotti’, puntando alla capillare diffusione della raccolta differenziata. Il governo si impegna al contempo a gestire le criticità che nel periodo di transizione dovessero manifestarsi, affidando al ministro dell’Ambiente le proposte e la prevenzione di queste criticità per una soluzione innovativa, concreta, realizzabile”. Insomma, amore e accordo e carta bianca al ministro Sergio Costa. Conte, come al solito, nega che ci siano conflitti. “Non c’è nessuna polemica, c’è qualche diversità di vedute ma l’indirizzo politico del governo è chiaro” e “la guida è il contratto“. La risposta centrale, sotto il profilo politico, all’atteggiamento oscillante di Salvini rispetto al programma firmato dai due partiti di governo.
Gli inceneritori che portano salute ed economia, per favore stop alle barzellette!
— Roberto Fico (@Roberto_Fico) 19 novembre 2018
Costa: “Inceneritori non hanno senso” – Eppure fino a una manciata di minuti prima Di Maio aveva aperto il quarto giorno di battibecco a distanza, ammorbidendo il tono ma non il contenuto: “Parlare di inceneritori oggi – spiega – è come parlare della cabina telefonica con il telefono a gettoni. Qualcuno può essere ancora affascinato dal vintage, ma sempre vintage rimane”. Una frase pronunciata da Pomigliano d’Arco, casa sua, nel giorno della prima tappa di un tour campano che vede impegnati tutti i 5 stelle di governo, compresi Conte e Costa. “Chi inquina di meno paghi di meno, ma stiamo parlando di 4 mesi dopo un gap di decenni. A gennaio presenteremo il ddl Terra Mia“, ha detto il titolare all’Ambiente dopo la firma del protocollo per la Terra dei fuochi, momento centrale della giornata. Costa ha poi spiegato come la pensa sugli inceneritori: “Non è essere contro ideologicamente al termovalorizzatore, è che non ha senso. Non si autosostiene. I termovalorizzatori hanno ragione di esistere quando gli dai da mangiare ma se noi stiamo andando verso un’alta differenziata, al termovalorizzatore cosa diamo? È un sistema inversamente proporzionale. Già il 24% delle aziende spende green e l’84% vuole spendere green. E noi abbiamo votato in Europa il pacchetto economia circolare che ci impone di aumentare la differenziata e il riciclo”. Secondo Costa, per quanto riguarda un project financing dell’inceneritore “come si fa a fare un progetto? Chi lo paga se le gare vanno deserte perché non ha un valore economico, il Veneto ne chiude due e la Lombardia tre”.
Di Maio: “Noi contro Lega e Berlusconi alle elezioni” – Simile l’intervento del leader M5s. “Per realizzare un termovalorizzatore se va bene ci voglio 5-6 anni. Qui stiamo parlando di emergenze, che si possono affrontare alzando il livello della differenziata: basta permettere ai cittadini di pagare meno la Tari se producono meno immondizia”, ha detto Di Maio. “Parlando di tutti gli impianti, non degli inceneritori, le comunità devono essere coinvolte nella costruzione – ha aggiunto -: ce ne saranno anche di ragionevoli, se non gli si cala tutto dall’alto. L’imposizione delle scelte ha fatto cadere i governi in Campania, il dialogo farà la differenza nell’azione politica dei prossimi anni”. Il ministro dello Sviluppo Economico ha anche ricordato che il M5s non è e non sarà alleato della Lega alle elezioni. “Berlusconi? Loro sono alleati, noi abbiamo un contratto. Mi aspetto si incontrino di nuovo e progettino coalizioni per le regionali, come noi progettiamo liste per andargli contro alle regionali e comunali. Non ci vedo nulla di particolare”.
Salvini: “Inceneritori fanno bene”. Fico: “Stop barzellette” – Fonti leghiste, invece, fanno sapere che per Salvini “la volontà di rispettare il contratto va accompagnata alla necessità di rispondere ai problemi concreti e improvvisi. Il ministro, addirittura, prossimamente intende recarsi a Copenaghen dove un moderno termovalorizzatore prevede una pista da sci sul tetto. “Io ce la vedo una pista da sci ad Acerra“, replica con una battuta Di Maio. Insomma: da una parte si definiscono i termovalorizzatori come vetusti e non autosostenibili. Dall’altra si considerano come avveniristici annunciando un viaggio all’estero per studiare i più moderni. Prima di disertare la conferenza stampa di Caserta per gli impegni al Quirinale, tra l’altro, il vicepremier aveva ribadito la sua linea citando la sua regione: “La Lombardia non torna indietro, anzi l’obiettivo è che anche altre Regioni vadano avanti. Non voglio un Paese che torni indietro. I termovalorizzatori, se gestiti bene e controllati bene, portano più salute ed economia“. All’ultima parte dell’affermazione di Salvini, aveva replicato il presidente della Camera, Roberto Fico: “Gli inceneritori che portano salute ed economia, per favore stop alle barzellette!”, scrive su twitter la terza carica dello Stato. Gianni Girotto, presidente della commissione Industria del Senato, interviene per ricordare cosa c’è scritto nel contratto di governo sul tema: “Parla – scrive Girotto sul Blog delle Stelle – di ‘Modello Treviso’ che ora guida il Veneto più virtuoso, non di ‘modello Brescia’ (i 13 inceneritori lombardi con il più grande forno d’Europa quello di A2A) che frena anche le tantissime eccellenze lombarde. Parla di chiudere inceneritori e discariche. Non di realizzarne”.
Fontana: “Se sono pericolosi non accetteremo rifiuti dal Sud” – Una replica indiretta, quella di Girotto, alle dichiarazioni del presidente della Regione Lombardia, il leghista Attilio Fontana. “Se sostengono che questi rifiuti bruciati sono così pericolosi, non si capisce perché dovremmo accettarli noi – dice alla Stampa – Tra l’altro, ormai i nostri impianti sono saturi”. Di più: “Se Di Maio pensa che i nostri impianti inquinano – aggiunge – allora devo dire che non accetteremo più i rifiuti del Sud. Chiederemo allo Stato di modificare la norma che ce lo impone”. Fontana invita Di Maio a “farsi un giro” ai termovalorizzatori di Brescia o di Milano: “Sono impianti che azzerano l’inquinamento e riutilizzano la combustione dei rifiuti per l’energia elettrica“. Il governatore assicura che “i 13 inceneritori della Lombardia – ha detto Fontana – non solo sono puliti ma anche assolutamente controllati, subiscono una cosa come 30 milioni di controlli all’anno da parte di Ispra. Come si fa a dire che non li si vuole al Sud dove il problema dello smaltimento rifiuti è endemico?”. A Fontana risponde il grillino lombardo Stefano Buffagni: “Fontana segua volontà unanime del consiglio regionale della Lombardia di chiudere progressivamente gli inceneritori lombardi nella zona più inquinata d’Italia dove si muore per questo ogni giorno con costi sanitari in costante aumento”.
Sullo sfondo, sopra a ogni altra cosa, le strategie politiche, come spiega la viceministra dell’Economia Laura Castelli al Fatto Quotidiano: “Una maggioranza che crea dibattito sui temi e non sugli scandali o sulle poltrone non si vedeva da anni, ha ragione Salvini. Ma quella sugli inceneritori è una provocazione: lui certamente sapeva che avrebbe suscitato le nostre proteste”.