“Un Parlamento che mantiene la sua centralità nel sistema democratico infonde nei cittadini il senso di appartenenza alla comunità e di fiducia nel futuro. Un futuro che costruiamo ogni giorno con tutte le azioni che compiamo”. Il presidente della Camera Roberto Fico è intervenuto a Montecitorio in occasione dei 100 anni dell’Aula e ha ribadito l’importanza del ruolo dell’assemblea nell’elaborazione e nell’approvazione delle leggi. Al suo fianco tra gli altri anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il tema della centralità del dibattito parlamentare è molto sentito tra i 5 stelle che nella scorsa legislatura si sono battuti più volte contro l’uso eccessivo dei decreti del governo e che ora subiscono la critica di una parte dei propri eletti proprio che chiedono maggiore spazio di partecipazione. Solo ieri 18 deputati M5s hanno scritto una lettera al capogruppo per chiedere di poter discutere del decreto Sicurezza e poter presentare modifiche, ma come ribadito da Luigi Di Maio non c’è abbastanza tempo e non si può rischiare che il testo decada.

Durante la cerimonia non sono mancate le polemiche. I parlamentari di Fratelli d’Italia presenti, compresi i vice presidenti di Senato e Camera, Ignazio La Russa e Fabio Rampelli, hanno infatti deciso di lasciare l’emiciclio per protesta nei confronti, soprattuto, dei contributi degli storici che hanno preso la parola. Secondo Rampelli è stata una cerimonia “maldestra” che ha sacrificato “il ricordo della vittoria italiana nella Grande guerra”, il cui annuncio fu fatto dal governo dell’epoca proprio nella nuova Aula appena inaugurata. Gli interventi degli storici, poi, Alessandro Barbero e Simona Colarizi, è apparsa a Fdi viziata di una lettura poco equilibrata e sostanzialmente allineata al mainstream storiografico di impostazione ostile alla destra.

L’intervento di Fico è stato invece incentrato sul ruolo dell’assemblea. “In quest’Aula”, ha detto Fico, “così come nelle commissioni parlamentari si è realizzato e continua a realizzarsi in ogni seduta il senso profondo della nostra democrazia e del dettato costituzionale che si sostanzia nella discussione e nel confronto, nel raggiungimento della giustizia, nel rispetto dei diritti, nella lotta alle diseguaglianze. Questo processo ha comportato una dialettica anche aspra tra le diverse posizioni politiche. Ha richiesto una grande capacità di interpretare la società e di tradurre in politiche e leggi la sua esigenza di rinnovamento continuo. In questo modo è stato possibile combattere contro le gravi minacce al nostro sistema democratico, come il terrorismo, senza deroghe ai diritti e alle libertà garantite dalla Costituzione. Dalla consapevolezza di tutto questo devono continuare ad alimentarsi il rispetto per la democrazia e la fiducia nelle sue Istituzioni che quest’Aula e la sua storia testimoniano e ispirano”.

Quindi il presidente M5s di Montecitorio ha parlato di quelle che secondo lui sono le sfide future da affrontare: “L’Assemblea della Camera dei deputati può dirsi orgogliosa di aver cercato in questi settant’anni di vita della Repubblica di corrispondere agli alti compiti istituzionali che la Costituzione le attribuisce. Molto resta ancora da fare, soprattutto per realizzare il compito che la Costituzione assegna alla Repubblica e alle sue Istituzioni: quello di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Un compito fondamentale”.

Il presidente della Camera ha concluso con l’auspicio di aprire sempre di più l’Istituzione Camera ai cittadini. “Coinvolgere le persone nella vita delle istituzioni e nei processi decisionali risponde non soltanto ai principi della nostra Costituzione e a quelli iscritti nei Trattati sull’Unione europea; è anche una via decisiva per assicurare la qualità della decisione pubblica, la sua trasparenza e condivisione. Ed è la chiave per ridurre il senso di distanza e la crisi di fiducia dei cittadini verso la politica. Il mio auspicio, in questo centenario, è quindi che il Parlamento sia sempre più la casa di tutti!”.

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