Nella Giornata dei diritti dell'infanzia, lettera aperta dell'associazione tarantina al vicepremier per contestare la giravolta sulla chiusura dell'Ilva: "Vi avevamo servito un assist per impugnare la cessione. Non ci avete ascoltato - si legge nel testo - Riteniamo un’offesa essere rappresentati da persone come lei". E insistono: "Quando un bambino muore o si ammala, tutti dovrebbero interrogarsi per capire se hanno fatto il massimo"
Hanno scelto una data simbolica, quella della Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia, per spedire al ministro Luigi Di Maio una lettera aperta. “Con riferimento al contratto tra lo Stato italiano e la multinazionale ArcelorMittal per la cessione dell’acciaieria Ilva, lei, a nostro parere, ha commesso errori, ritrattato, tradito sia la filosofia del suo movimento, sia quella parte del popolo italiano che ingenuamente aveva voluto credere alle dichiarazioni sue e dei candidati tarantini, questi ultimi da lei mai smentiti”, scrivono i Genitori tarantini al leader M5s richiamando le innumerevoli dichiarazioni di volontà di chiudere l’Ilva espresse durante le visite sul territorio da parte dell’allora vice-presidente della Camera e di altri rappresentanti pentastellati. Poi, la storia è cambiata e proprio nel ministero del vicepremier si è trovato l’accordo tra i sindacati e gli acquirenti del gruppo siderurgico che ha formalmente dato il via libera alla cessione degli impianti.
L’accusa: “Frasi da mentitore seriale” – Così approfittando del 20 novembre, data scelta dall’Unicef come giornata per sensibilizzare sul tema dei diritti violati nell’infanzia, l’associazione di Taranto ha scritto una durissima lettera al vicepremier, ripercorrendo tutte le tappe e gli incontri intercorsi dalla formazione del governo alla firma dell’intesa che ha consegnato lo stabilimento jonico nelle mani del gruppo ArcelorMittal: “Durante l’incontro da lei organizzato con le Associazioni tarantine – aggiunge il movimento – le ricordammo, tra le altre cose, che è principale dovere della Repubblica tutelare la salute come diritto fondamentale dell’individuo ed interesse della collettività, dandole un assist, con qualche mese di anticipo, per impugnare il contratto di cessione dell’Ilva”. Poi ricordano come Di Maio abbia spiegato il via libera ad Arcelor (‘Abbiamo ottenuto il miglior risultato possibile nelle peggiori condizioni possibili’) bollando quell’espressione come una frase “che passerà alla storia come affermazione di un mentitore seriale”.
“Avete rotto il giocattolo” – Il miglior “risultato possibile – proseguono i Genitori Tarantini – sarebbe stato, per un ‘governo del cambiamento’, rispettare il dettato costituzionale in ogni suo articolo”. E invece, insistono nella lettera, “ci arrivano, ora, notizie riguardanti un aumento della produzione, in barba a quella valutazione preventiva del danno sanitario ed ambientale pretesa dalle Associazioni e dai cittadini di Taranto e mai presa in considerazione”. Per questo, attaccano, “riteniamo un’offesa inaccettabile per l’intera nazione essere rappresentati da persone come lei, signor Di Maio”. E ricordando anche quanto avvenuto con il Tap, i Genitori tarantini insistono: “Siete fatti così, purtroppo: come bambini che hanno chiesto a Babbo Natale un ministero e sono stati accontentati, siete riusciti a rompere il giocattolo già prima che arrivasse Santo Stefano”.
“Fai un Vergogna-day” – “Noi continueremo a difendere i diritti dei nostri figli avvalendoci di tutti gli articoli della Carta costituzionale contro chi alla salute e alla salubrità dell’ambiente antepone la logica dei “poteri forti”. Anche contro questo governo”, scrivono invitando il vicepremier dopo i ‘Vaffa-day’ ad organizzare “‘Vergogna-day’, da riproporre ogni giorno della vostra vita” perché “quando un bambino si ammala, soffre ed infine muore – concludono i Genitori tarantini – l’intera Repubblica democratica italiana dovrebbe abbassare gli occhi ed interrogarsi per capire se davvero tutto quello che si poteva fare è stato fatto”.