Il cartone animato made in Russia più amato dai bambini di tutto il mondo è stato accusato in Gran Bretagna di “fare propaganda” al leader del Cremlino, Vladimir Putin. È Masha e Orso che, da quando è stato creato nel 2009 nello studio russo Animaccord, ha collezionato numeri da record: oltre 4 milioni di iscrizioni sul canale Youtube e 40 miliardi di spettatori in 25 lingue diverse sulle televisioni di oltre 100 Paesi.
A scagliarsi contro il popolare cartone è la Gran Bretagna, i cui rapporti con la Russia, già di per sé non eccellenti, sono stati resi ancora più tesi dopo l’avvelenamento a Salisbury della spia russa Sergei Skripal e della figlia Yulia. Per l’esperto dell’università di Buckingham consultato dal Times, il professor Anthony Glees, “Masha è vivace, persino cattivella. Ma anche coraggiosa, audace. Esprime una potenza maggiore della sua corporatura piccola e leggera – spiega l’accademico – Non è una forzatura definirla un personaggio ‘putiniano’“. L’articolo del Times non è passato inosservato ai russi, tanto che l’ambasciata a Londra su Twitter lo ha pubblicato accompagnandolo con commenti sarcastici. “Il Times oggi ha sollevato una questione importante: come si potrà salvare la Gran Bretagna da ‘Masha e Orso’? Aprendo un centro di eccellenza anti-cartoni nel Baltico? Iscrivendo tutti gli autori di cartoni animati russi nella lista delle sanzioni dell’Ue? E’ chiaro che è necessaria una strategia decisa e molto costosa!”.
In particolare, il Times ha equiparato la difesa di un campo di carote alla politica di difesa dei confini russi e la piccola Masha a una guardia di frontiera russa. Nell’episodio intitolato “Vietato passare” (il dodicesimo della prima stagione), la bambina indossa un cappello che ricorda il berretto militare delle forze del servizio federale di sicurezza. Elemento che ha trasformato l’episodio della serie animata in un caso diplomatico che ha coinvolto persino l’ambasciata russa nel Regno Unito.
Questa non è la prima volta che le storie della bimbetta dispettosa e del suo gigante buono finiscono nel mirino della critica. Tempo fa erano stati Estonia, Lettonia e Ucraina a chiederne la sospensione. L’anno scorso sul giornale finlandese Helsingin Sanomat il professore Priit Hobemagi, dell’università di Tallinn, aveva sostenuto che l’orso co-protagonista del cartone simboleggia la Russia ed è stato creato ad hoc per inculcare nella mente dei bambini un’immagine positiva della “grande madre patria“. Tra gli episodi più citati quello in cui Masha, con indosso il berretto delle guardie di confine russe, sorveglia l’orto di Orso e caccia via una lepre che aveva tentato di rubare delle carote. Un chiaro esempio, per i critici del popolare cartone animato, della propaganda di Mosca sulla difesa dei suoi confini. All’epoca il Cremlino aveva respinto le accuse dei vicini bollandole come “russofobia patologica“.