“La mia frase su Burioni? Non ho assolutamente alcun problema con lui personalmente, ma col suo modo di comunicare, che, secondo me, è sbagliato. Riguardo alla divulgazione scientifica, è meglio Alberto Angela di Roberto Burioni“. Sono le parole pronunciate a Tagadà (La7) da Dario Corallo, il giovane candidato alla segreteria del Pd, investito recentemente dalle polemiche per le sue parole sul virologo Roberto Burioni. Corallo aveva rimproverato il partito di essersi appiattito sull’atteggiamento comunicativo di “un Burioni qualsiasi che si diverte a bulleggiare il 99% delle persone meno preparate che esprimono semplicemente un dubbio”.
E aggiunge: “Io in quell’intervento ho parlato di una generazione in ginocchio, della dirigenza Pd che ha fallito, dell’Europa da 14 anni governata dalla destra e sembra che vada tutto bene, ma ci si è concentrati solo su quella sciocchezza. Burioni fa la sua sacrosanta battaglia sui vaccini e figuriamoci se la metto in dubbio. Con Burioni andrei anche a prendere una birra, io avrei piacere anche a fargli una telefonata“.
Corallo poi espone alcune falle del Pd: “C’è un enorme mondo giovanile che lavora sui territori, che c’è sempre stato e che purtroppo non viene raccontato e non emerge, non solo perché “quegli altri” non si fanno da parte, ma anche per il fatto che sono loro a decidere chi promuovere dal basso verso l’alto, senza alcuna formazione. Di solito vengono cooptati tendenzialmente per ragioni di obbedienza. In più, il partito si è completamente scordato dei poveri. E infatti ha pagato alle elezioni. Attualmente” – continua – “come opposizione non sta facendo nulla, se pensiamo che, all’indomani delle elezioni, la frase che andava per la maggiore, da Rosato ad Anna Ascani, era: ‘Vediamo se il governo riuscirà a fare quello che promesso’. Veramente se stai all’opposizione, tu devi impedire che venga fatto quanto promesso, non devi stare a guardare”.
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