L’imprenditore Sergio Scarpellini è morto questa notte a Roma. L’immobiliarista romano, che aveva 81 anni, era da tempo gravemente malato. Accusato di corruzione nell’ambito del processo che lo vedeva imputato insieme all’ex capo del personale del Campidoglio, Raffaele Marra, la sua posizione era stata stralciata a luglio scorso proprio per le sue gravi condizioni di salute. Scarpellini è diventato un volto famoso alle cronache anche perché, tra le altre cose, aveva affittato o “prestato” le sue proprietà nel centro della Capitale a partiti, politici e a diverse istituzioni, tra le quali il comune di Roma. L’immobiliarista era accusato di aver pagato parte di due immobili a Marra per assicurarsene i favori. Il gruppo Scarpellini ha stipulato per anni convenzioni urbanistiche milionarie che richiedevano l’emanazione di provvedimenti amministrativi da parte del Comune di Roma e della Regione Lazio, realtà nelle quali Marra aveva avuto posizioni dirigenziali negli anni 2009-2013, al centro dell’indagine.
A fronte di tutto ciò, Marra acquistò dal Gruppo Scarpellini nel 2009 un appartamento a Roma con uno sconto di quattrocentomila euro: l’ex dirigente lo pagò 700mila euro anziché un milione e cento. Inoltre, nel 2013, Marra ricevette 367mila euro, da parte di Scarpellini, per acquistare un altro appartamento dell’Enasarco in via Dei Prati Fiscali, che intestò a sua moglie. La difesa sottolinea che si sarebbe trattato di un ‘prestito’: resta il fatto che di quasi 400mila euro, in oltre tre anni non venne restituito nulla e, in alcune intercettazioni risalenti all’estate del 2016, l’uomo che all’epoca era già il braccio destro di Virginia Raggi, parlando con la segretaria di Scarpellini si definì “a disposizione” dell’imprenditore.
Per la vicenda, la procura ha chiesto una condanna a quattro anni e sei mesi di carcere per Marra e la sentenza è attesa il 13 dicembre. Marra e Scarpellini erano stati arrestati alla fine del 2016. Entrambi hanno sempre respinto l’accusa sostenendo che costituiva un semplice prestito. “Quei soldi – spiegò l’ex capo del Personale del Campidoglio – erano per mia moglie. Il denaro sarebbe stato restituito, io ho fatto solo da mediatore e mi sono rivolto a un amico per avere quella cifra”. “Marra non avrebbe potuto fare nulla per me quando era al Comune di Roma – fu la giustificazione dell’immobiliarista – Non sapeva nulla dei miei rapporti professionali con il Campidoglio”. Il costruttore fu scarcerato dal gip a una settimana dall’arresto. Ai pm spiegò elencò la lista di politici che avevano avuto case di favore.
In una nota diffusa dai legali la famiglia Scarpellini “chiede che, almeno di fronte alla morte, gli organi d’informazione concedano al loro congiunto quel riserbo e quel rispetto della verità che gli sono stati negati da vivo”.