La base elettorale del governo è ancora poco sotto il 60 per cento, ma all’interno di questa fetta di elettorato si allarga la forbice tra chi oggi voterebbe Lega e chi M5s. E’ l’elemento principale dell’ultimo sondaggio di Swg per il TgLa7. La rilevazione dà conto, in particolare, di una settimana nera per i Cinquestelle che registrano una flessione dell’1 per cento rispetto all’inizio del mese e si abbassano a quota 26,4. Tutto l’opposto accade al Carroccio che per Swg fa un salto in avanti proprio dell’1 per cento e tocca la soglia del 32,7, quindi 6 punti in più dei soci di governo. Distaccati tutti gli altri: il Pd perde 6 decimali e torna al 17,5, Forza Italia guadagna lo 0,4 anche se non va oltre il 7,8, Fratelli d’Italia si tiene un 3,5 per cento nonostante un lieve calo dello 0,2 per cento.
Più stabili le altre forze politiche del centrosinistra e della sinistra. PiùEuropa riacciuffa il 3 per cento prendendo una boccata d’ossigeno nell’ultima settimana. Incredibile che Liberi e Uguali proprio nella settimana in cui è diventata ufficiale la scissione in 3-4 pezzi guadagni lo 0,2 (anche se il patrimonio elettorale è un misero 2,5). Ancora in forma – anche se ben al di sotto di tutte le soglie di sbarramento, comprese quella delle Europee – Potere al Popolo, al 2,5 in leggero calo.
Un altro piccolo termometro – in vista delle elezioni europee – lo dà la società Lattanzio, che ha elaborato dati di Mercurio Misura. Tra i dati raccolti dalla Lattanzio nell’elettorato della Lombardia (che potrebbe fare da prototipo per grossa parte del Nord) ce n’è uno che indica come le iniziative del governo impattino allo stesso modo sul consenso dei due soci di governo e altre volte in modo opposto. Prevedibile che i temi dell’immigrazione favoriscano soprattutto la Lega (e in parte minore Forza Italia) così come il M5s sia l’unica forza politica che viene avvantaggiata dalla questione del reddito di cittadinanza. Stesso fenomeno avviene con la flat tax (che spinge soprattutto Carroccio e azzurri) e in modo contrario il decreto dignità (che spinge i grillini e penalizza i leghisti).
La vera sorpresa è che l’eventuale stop alle infrastrutture (le cosiddette grandi opere, come Tav e Tap che tante tensioni provocano all’interno della maggioranza) in Lombardia sanziona a livello di consenso non solo la Lega, ma anche i Cinquestelle con uno spostamento di voti in negativo fino al 3,5 per cento.