di Carblogger
Lo ammetto, Tesla è una magnifica ossessione. Fa auto elettriche in perdita (salvo l’ultima trimestrale, con utile da 312 milioni), eppure il titolo in Borsa continua a volare, come non succede a nessun altro costruttore di macchine. Il suo boss Elon Musk è l’imprenditore più controverso della Silicon Valley, eppure smuove folle come si vede soltanto quando in ballo c’è Apple.
Musk ha ammesso di recente di perdere colpi in un’intervista al New York Times – seguita da una uncorrect canna in diretta in uno studio radiofonico -, è finito sotto inchiesta alla Sec per aver raccontato a Borsa aperta di voler uscire da Wall Street e alla fine ha chiuso il caso rinunciando soltanto alla presidenza di Tesla. Cui ha fatto eleggere una persona già interna alla società: si presume una sua fedelissima, rimanendo amministratore delegato.
Che magnifica ossessione. Oggi faccio click su Cnn Business e trovo il titolo Next up: Tesla vs the world. Uno studio di Navigant Research stima che le auto vendute da Musk siano oggi circa il 20% dell’intero parco circolante elettrico nel mondo (500mila, direi dunque un po’ meno del 20% se sono più di 3 milioni). Ma per Tesla, la Cnn sottolinea che la pacchia (Musk veramente l’ha definita un “inferno”) sta per finire. I concorrenti arrivano in massa sui veicoli a batteria: Gm, Ford o Volkswagen, che ne vuole fare addirittura 50 milioni. Certo con le ibride dentro e senza mettere una data in calendario, cose di decenni. Ma il cambio di paradigma c’è.
Morale? La Tesla di Musk ha vinto scommettendo in anticipo sull’auto elettrica. Ma perderà, par di capire, appena avrà di fronte i colossi del resto dell’industria dell’auto. Questa almeno la vulgata che si fa circolare. Ma se Davide resta Davide, chi davvero vincerà e chi perderà domani? Che magnifica ossessione.