Ingegneri, meccanici, esperti di robotica e programmatori di grande esperienza. Amazon assume personale che secondo alcune fonti sarebbe alla base della costruzione di un robot domestico rivoluzionario. Secondo voi che cosa bolle in pentola?
Cosa mai potrebbe fare un robot per la casa per migliorarci la vita? Amazon, a quanto pare, vorrebbe che nuove idee e progetti venissero fuori da esperti in ingegneria meccanica e robotica che il colosso delle vendite online starebbe per ingaggiare. È in corso infatti la ricerca di personale specializzato. Amazon ha da tempo concentrato l’attenzione sul futuro della domotica e sullo sviluppo dell'”Internet degli oggetti”. Non solo perché produce l’assistente vocale Alexa, ma perché sta tessendo una fitta rete di soluzioni che potrebbero farla diventare anche il colosso delle “case intelligenti”.
Secondo il quotidiano inglese The Telegraph, l’azienda sta appunto cercando ingegneri meccanici, esperti di robotica e sviluppatori software per lavorare su un “prodotto di consumo della migliore classe, completamente nuovo”. I candidati devono avere esperienza di lavoro con fabbriche internazionali per la produzione di massa che fanno uso di metallo, plastica e fotocamere. Gli sviluppatori, in particolare, devono essere esperti nella creazione di applicazioni che rispondano alla voce o ai gesti, e capaci anche di realizzare app complementari per smartphone.
Se un indizio non fa una prova, eccone un secondo: il prestigioso sito Bloomberg riferisce che Amazon starebbe lavorando alla creazione di robot domestici. C’è da dire che l’azienda con sede a Seattle ci ha abituati a grandi rivoluzioni, quindi viene difficile pensare che stia pensando di sfornare l’ennesimo Roomba o il robot da cucina che fa la lista della spesa (c’è già, il Bimby).
Mettendo insieme i pezzi, verrebbe da pensare che Amazon stia cercando di costruire il “robot definitivo”. In azienda nessuno spiffera nulla. La cosa sarebbe talmente top secret che nemmeno i partecipanti alle selezioni hanno saputo a che cosa avrebbero lavorato. Quello che sappiamo è che si parla di un prodotto “amabile” ed “essenziale”.
Sul fatto che un robot possa essere “amabile” potremmo aprire una discussione, ma che qualcosa possa diventare “essenziale” in una casa è credibile. Rivoluzionario ed essenziale potrebbe essere un robot capace di riordinare da solo giocattoli, libri, vestiti, borse e tutto quello che non viene lasciato “al suo posto”. O anche un robot che prepara la cena da solo. Non con il nostro supporto, bensì chiedendo semplicemente “prepara la pasta all’Amatriciana” mentre usciamo dal lavoro. Il massimo, ovviamente, sarebbe una piccola macchina in grado di stirare e ripiegare perfettamente le camicie. A riporle in armadio, ovviamente ci penseremmo noi. La sfida è lanciata.