Il Consiglio superiore della magistratura ha approvato a larga maggioranza (con 19 voti a favore, 4 contrari e 2 astenuti) il parere critico sul Dl sicurezza. Ma si è spaccato: hanno votato sì tutti i togati, il primo presidente e il Pg della Cassazione, Giovanni Mammone e Riccardo Fuzio. Quattro laici hanno votato contro: oltre ai due della Lega e ad Alessio Lanzi di Forza Italia, anche Filippo Donati del M5s. Gli altri due in quota Cinquestelle, Alberto Maria Benedetti e Fulvio Gigliotti, si sono astenuti.
La Sesta Commissione del Csm, nel corposo documento approvato dal plenum, ha evidenziato norme costituzionali non rispettate da alcuni articoli del decreto, nella parte che si occupa di migranti e richiedenti asilo. La norma-simbolo di Matteo Salvini ha intanto ottenuto il via libera del Senato tra i malumori dei Cinquestelle ed è ora all’analisi della commissione Affari costituzionali della Camera, dove agita di nuovo la maggioranza, tanto che il titolare del Viminale ha voluto precisare: “Passerà entro il 3 dicembre o salta tutto“.
Il Csm “si avventura nel campo della politica“, entrando “nel merito di scelte legislative riservate alla valutazione discrezionale” di altri organi, ha sostenuto Donati. Nel parere “si va assai oltre” i limiti del Csm, ha insistito anche Gigliotti. E lo stesso Benedetti che pure in Commissione aveva votato a favore del provvedimento di cui è relatore – con il togato Paolo Criscuoli – ha osservato che “leggendo la versione definitiva si avverte che molto spesso la nostra valutazione entra nel merito delle scelte di politica legislativa che il legislatore fa”. E ha invitato ad avviare una “riflessione” che produca indicazioni utili per i futuri pareri per “evitare” il rischio che il Csm appaia “una terza Camera“.
Di “terza Camera” aveva parlato poco prima anche il laico di Forza Italia, Alessio Lanzi: “Sono fermamente contrario al ruolo politico del Csm e della stessa magistratura. In una democrazia liberale il fondamento è la divisione dei poteri”, aveva detto annunciando il proprio voto contrario. Contrari anche i due laici della Lega a un parere che, ha osservato Stefano Cacanna, è anche “denso di contraddizioni”.
“Il Csm non è un organo politico, è un organo costituzionale volto a tutelare autonomia e indipendenza della magistratura”. “Noi non abbiamo il compito di dare giudizi di costituzionalità che spettano ad altri, ma solo di indicare quello che può fare la magistratura e il proprio organo di autogoverno: segnalare le criticità tecniche e proporre soluzioni tecniche“, ha commentato il vice presidente del Csm, David Ermini. “Noi laici dal primo giorno ci siamo tolti la casacca: ne sono l’esempio le dichiarazioni di voto di oggi dei laici, che vanno in direzioni diverse”, ha detto tra l’altro Ermini, che ha aggiunto: “Io difenderò sino alla fine autonomia e indipendenza della magistratura nel pieno rispetto della separazione dei poteri. Il legislatore fa le leggi, la magistratura le applica”.
“Chi ha messo in discussione il parere dopo averlo votato, dovrebbe individuare i punti in cui il Csm ha esorbitato i confini dati dal legislatore”, ha detto Antonio Lepre, spiegando la sua richiesta di ritorno in Commissione che ha fatto slittare il voto del plenum al pomeriggio. Una scelta, quella di Benedetti, su cui è intervenuto anche il togato Piercamillo Davigo, leader di Autonomia e Indipendenza: “Resto sorpreso che il relatore oggi dica di astenersi sul parere che ha fatto. È vero che solo gli imbecilli non cambiano opinioni, ma non ho sentito ragioni esplicative di questa scelta”.
A difendere il parere critico è il presidente della Sesta Commissione, Giuseppe Cascini. “Il parere non interferisce affatto con l’attività del legislatore e con le politiche del governo in materia di immigrazione, né si sostituisce alla Corte Costituzionale o al Presidente della Repubblica sul tema della costituzionalità“, ha detto. A sostenere la bontà del parere anche Michele Cerabona (Forza Italia), l’unico tra i componenti laici: “Quello del Csm è un parere tecnico e la decisione di approvarlo è stata assunta democraticamente“.