Promossi a pieni voti Germania, Irlanda, Grecia, Cipro, Lituania, Lussemburgo, Malta, Olanda, Austria e Finlandia. Madrid, che è sotto procedura per deficit eccessivo dal 2009, dovrebbe uscirne l'anno prossimo ma resta sotto osservazione per il debito
L’Italia è l’unico dei 19 Paesi dell’Eurozona per il quale la Commissione ha raccomandato l’apertura di una procedura di infrazione. Ma il 21 novembre sono arrivate le pagelle anche sulle leggi di Bilancio per il 2019 degli altri Stati membri. Dieci sono stati promossi a pieni voti: si tratta di Germania, Irlanda, Grecia, Cipro, Lituania, Lussemburgo, Malta, Olanda, Austria e Finlandia. I documenti programmatici di altri tre Paesi – Estonia, Lettonia e Slovacchia – sono stati giudicati “in linea di massima rispettosi del patto di Stabilità” anche se potrebbero esserci delle deviazioni dall’obiettivo di medio termine o dal percorso di aggiustamento.
Belgio, Francia, Portogallo e Slovenia vengono ritenuti invece “a rischio di mancato rispetto del Patto” perché i loro piani di bilancio “potrebbero risultare in deviazioni significative dal sentiero di aggiustamento verso i rispettivi obiettivi di medio termine”. In primavera la loro situazione verrà riconsiderata. Quanto alla Spagna, che è sotto procedura per deficit eccessivo dal 2009, l’anno prossimo Madrid porterà il deficit/pil sotto il 3% per cui tornerà a essere soggetta al braccio preventivo del Patto. Tuttavia la Commissione la rimette tra gli osservati speciali perché sarà a rischio di deviazione significativa e anche di non rispetto della regola sulla riduzione del debito.
Al Belgio, che ha un debito pari al 103,4% del pil e dovrebbe crescere dell’1,5% sia quest’anno sia il prossimo, il Consiglio europeo aveva raccomandato un aggiustamento strutturale dello 0,6% ma secondo la Commissione il suo progetto di bilancio lascerà invariato il disavanzo al netto delle voci una tantum.
Anche alla Francia, il cui debito/pil si ferma al 98,5%, era stato chiesto un aggiustamento strutturale dello 0,6%, richiesta che appare rispettata dal suo Documento programmatico perché il deficit passa sì dal 2,6% al 2,8% del pil ma solo per effetto di una misura una tantum, la trasformazione di un credito di imposta in una riduzione tout court dei contributi sociali. I rilievi della Commissione si concentrano sulla crescita della spesa pubblica e sull’insufficiente progresso dal punto di vista della riduzione del debito.
Il Portogallo, allo stesso modo, viene ritenuto a rischio soprattutto perché non farà sufficienti progressi per garantire il rispetto della regola del debito. La Commissione invita le autorità a prendere le misure necessarie per garantire il rispetto del patto e usare gli incassi aggiuntivi per accelerare la discesa del debito/pil. Lisbona è comunque riuscita a ridurlo dal 129,2% del 2016 al 121,2% di quest’anno, e per il 2019 prevede di contenerlo al 118,5% anche se Bruxelles ritiene che rimarrà al 119,2 per cento.