Il provvedimento è la prosecuzione, sul fronte delle indagini sulla famiglia Santapaola-Ercolano, dell’operazione del 14 novembre scorso. Secondo la procura alcuni degli indagati avevano contratti con soggetti ritenuti vicini al superlatitante Matteo Messina Denaro, tra cui il nipote del boss di Castelvetrano, Francesco Guttadauro
C’è anche il vicesindaco di Misterbianco, in provincia di Catania, tra le ventuno persone arrestate dai carabinieri nell’ambito dell’inchiesta su mafia e scommesse online della procura etnea. A Carmelo Santapaola è contestato il reato di intestazione fittizia di beni, in qualità di titolare di fatto, assieme ai fratelli Placenti, dell’Orso Bianco Caffè, locale in contrada Monte Palma già sequestrato il 14 novembre scorso. Il gip ha disposto per lui gli arresti domiciliari mentre secondo la procura alcuni degli indagati avevano contratti con soggetti ritenuti vicini al superlatitante Matteo Messina Denaro, tra cui il nipote del boss di Castelvetrano, Francesco Guttadauro.
A tenere i contatti erano esponenti del gruppo di Lineri del clan Santapaola che avevano legami con persone riconducibili alla “famiglia” camorristica dei Nuvoletta di Marano, in provincia di Napoli. Durante l’operazione i carabinieri hanno sequestrato anche armi. La Guardia di Finanza ha eseguito il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni, in Italia e all’estero, per 70 milioni di euro. In particolare sono 207 rapporti bancari e conti correnti accesi in Italia e nell’Isola di Man, in Austria, in Gran Bretagna e a Malta; 42 immobili; 36 attività imprenditoriali operanti non solo nel settore del gaming; 24 centri scommesse dislocati tra Messina, Catania e Siracusa e 9 automezzi.
I reati contestati, a vario titolo, sono associazione mafiosa e a delinquere, esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse e intestazione fittizia di beni. Le contestazioni sono connesse alla gestione illecita d’imprese, in Italia e all’estero, dedite all’acquisizione di licenze e concessioni governative utilizzate per le attività di giochi e scommesse a distanza, effettuate aggirando le normative fiscale e antiriciclaggio. Emerse anche violazioni delle misure di prevenzione patrimoniali con l’intestazione fittizia di beni e società. Tra i reati dell’inchiesta anche delitti contro il patrimonio e commessi per acquisire la gestione o comunque il controllo diretto ed indiretto delle attività imprenditoriali attive nel settore dei giochi e scommesse a distanza in Sicilia.
Il provvedimento è la prosecuzione, sul fronte delle indagini sulla famiglia Santapaola-Ercolano, dell’operazione del 14 novembre scorso, con l’esecuzione di fermi nei confronti di 15 indagati, alcuni dei quali indicati come mafiosi, che operavano nel settore del gaming on-line.