Arriverà il giorno in cui non potremo fare a meno delle Intelligenze Artificiali. Per esempio, quando avremo la necessità di monitorare e amministrare ambienti complessi, come le astronavi o le colonie umane su Marte. Ci servirà un sistema intelligente in grado di gestire tutti i sistemi e interagire con le persone. Una sorta di HAL 9000, l’Intelligenza Artificiale del film 2001: Odissea nello spazio. Probabilmente chi ricorda il film avrà avuto una spiacevole sensazione, ma non ce n’è motivo. Il prototipo a cui stanno lavorando l’esperto Pete Bonasso e il gruppo di lavoro di Traclabs sarà utile e disponibile.
Si chiama CASE ed è un computer che, oltre a gestire i sistemi di bordo, sarà capace di comunicare oralmente con gli astronauti. Un po’ come fanno oggi con noi gli assistenti vocali di Amazon, Google e Apple. CASE non è un’entità onnisciente, e ovviamente non è nelle intenzioni dei suoi ideatori metterlo al comando di un gruppo di persone. La sua funzione è far fronte alle esigenze pratiche che si manifesteranno in futuro. Pensiamo, ad esempio, al momento in cui un gruppo di persone sarà in viaggio per Marte e dovrà svolgere molti compiti contemporaneamente. Si potrà chiedere a CASE di occuparsi di alcuni, mentre l’equipaggio farà altro.
Esaudire richieste, anche sul piano pratico, sarà la sua funzione, ma non è così facile come si può pensare. Bonasso, infatti, spiega in un articolo sulla prestigiosa rivista Science Robot che CASE dovrà avere capacità intuitive e deduttive. In altre parole, dovrà essere capace di comprendere e gestire ciò che accade. Il motivo è semplice a pensarci bene: in un viaggio nello Spazio potrebbero esserci delle emergenze e l’Intelligenza Artificiale dovrebbe essere di supporto, non inutile o peggio ancora d’intralcio. Questo però è un grosso problema da risolvere per gli sviluppatori, perché dare a un computer un po’ di “senso comune” è a dir poco complesso.
Anche mettendo caso di non avere un’emergenza, CASE dovrebbe essere in grado di capire che se non c’è nessuno in una stanza può spegnere le luci per risparmiare energia, ma non depressurizzarla. O tenere traccia della posizione e delle attività degli strumenti di lavoro e di locomozione e pianificarne la manutenzione. Insomma, tenere traccia delle attività di routine, avere capacità di pianificazione, eseguire ordini e rispondere a richieste vocali.
La ricerca è agli inizi, non aspettatevi qualcosa di definito in tempi brevi. Alcuni test hanno dimostrato che CASE è stato in grado di gestire una base simulata per circa quattro ore, che è un risultato più che discreto. Saranno proprio gli ambienti simulati di Terra, Marte e astronavi a permettere alla ricerca di fare passi avanti. Chissà se un giorno CASE diventerà un ottimo astronauta.