Non mi era mai successo di essere cacciata, insieme ad alcune signore. E anche in malo modo. E pensare che avevo esultato ed esaltato la brillante iniziativa. In clima trionfante di fine fiera di BookCity (1300 eventi spalmati in quattro giorni) ero stata invitata a presentare il mio libro (non scrivo il titolo per non farmi auto/promozione) sul battello ai Navigli. Anche Milano ha il suo bateau mouche da ville Lumière. Che bello continuare a dare fiato a un’editoria che se la passa maluccio, ho pensato.
Il grafico di Cairo, la casa editrice, provvede agli inviti in digitale. Il logo è in bella evidenza ma la solerte responsabile impiega quattro giorni a rispondere che al Cinema Bianchini (che ci ospita) manca la nuvoletta rosa che l’avvolge, il logo non è abbastanza grande… Nel frattempo l’accorta responsabile mi inserisce nella newsletter con orario sbagliato, che corregge solo cinque ore prima che cominci la presentazione.
Alle 18,30 sfidando pioggia e una location, Via Ascanio Sforza, non proprio a portata di mano, le mie ospiti si presentano puntuali all’appuntamento. Nessuno è a bordo. Aspettiamo sotto la pioggia. Finalmente si materializza un tipo che si presenta come il comandante (se lui ha la qualifica di comandante, io sono la regina d’Inghilterra). Di malavoglia ci fa entrare, il battello è un frigorifero, le ospiti rimangono imbaccuccate. Fra queste Maria Luisa Agnese, firma del Corriere, Roselina Salemi, firma de La Stampa, l’avvocatessa Ilaria Barbierato. Degli ospiti del Cinema Bianchini neanche l’ombra. Neanche il padrone di casa, Edoardo Filippo Scarpellini, che tanto ci teneva a essere inserito nell’invito e che avrebbe dato il benvenuto alla prima rassegna “Libri sul battello” che inauguro proprio io. Troppo onore.
Ore 19, finalmente si comincia. Laura Morino, organizzatrice di eventi (lei sì che li fa al top), arriva alle 19.10 e non la lasciano neanche entrare. Infatti siamo in piena chiacchiera quando il tipo che si spaccia per comandante irrompe e dice: “Fuori tutti devo preparare la sala per la proiezione del film che comincia alle 20”. Poco ci è mancato che ci desse anche una pedata nel didietro.
Due considerazioni: i preparativi consistevano nell’accendere un proiettore. Alle nostre proteste: il tipo con fare becero sbraita che quella è casa sua e fa quello che vuole. Il modesto battello con sedute in plastica che viene invece pubblicizzato con scintillanti luci da gran pavese occupa un luogo pubblico dato in concessione dal Comune di Milano. Qui sta il punto. A modesto parere mio e delle mie gentili ospiti, Scarpellini, amministratore delegato del Gruppo MilanoCard, e il suo “comandante” dovrebbero dare conto all’assessore alla Cultura di posti pubblici dati a loro in concessione, o no? E l’assessore (o chi per lui) dovrebbe almeno vigilare sulla gestione di suolo demaniale. Scarpellini con la buona stagione trasferisce il “Cinema Bianchini” anche sui tetti della Galleria Vittorio Emanuele. In nome della cultura gli sarà stato concesso tutto a titolo gratuito? C’è stato un bando pubblico?
Leggo che MilanoCard è il primo Gruppo (gruppo se lo mettono anche con la G maiuscola) privato ad aprire e gestire monumenti di interesse storico e artistico. Il Cinema Bianchini fa parte del dna dei milanesi. Decisamente non del mio. Siamo messi bene…
Scarpellini si è poi prodigato via mail in mille scuse, addebitando ovviamente la colpa all’incompetenza degli altri. Ma voglio rivolgermi direttamente a Beppe Sala: caro sindaco, Milano è in pieno booming, i Navigli hanno un potenziale enorme e non vanno lasciati in mani sbagliate. E se ti trovi da quelle parti fatti un giro in battello, sempre che il “comandante” non debba infiocchettare la sala.
Per finire una breve considerazione sulla distribuzione libraria, altro killer seriale dell’editoria.
Mercoledì 14 novembre ordino alla Feltrinelli di Via Manzoni dieci copie del libro da presentare ai Navigli. Il distributore è a Milano, ma rispondono che impiega minimo tre giorni per la consegna. Invece ne passano sette e di libri non c’è traccia. Vado alla Feltri, erano arrivati all’istante ma ancora negli scatoloni che ho aperto personalmente. Eppure mi è andata bene: alla Feltrinelli di Caserta i libri non sono mai arrivati. Presentare un libro che non c’è e come celebrare un funerale senza il morto. Alle Terme di Montecatini idem, il libro non è mai arrivato.
Se invece lo ordino su Amazon il libro viene consegnato a Milano in 24 ore… e costa anche 2 euro in meno. Cambio oggetto: ordino una gonna da Zara il pomeriggio, mi viene consegnata l’indomani mattina… Quasi quasi a Zara affiderei anche la distribuzione dei libri!
P.S. Ermanno Scervino, lo stilista “puro” del made in Italy, domani nella sua nuova boutique di via Strozzi, fra chiffon e broderie, ospita uno spazio dedicato alla lettura. Prendiamo esempio da lui.
Riceviamo e pubblichiamo la seguente rettifica di Edoardo Filippo Scarpellini
Gentile Direttore, quanto riportato in questo articolo non corrisponde al vero ed è chiaramente diffamatorio. Il nostro Gruppo, a richiesta della Signora Piromallo, ha messo a disposizione gratuitamente il Battello per ospitare la sua presentazione, da lei organizzata e gestita; non abbiamo quindi mai chiesto alla Signora di venire a presentare il suo libro. Avevamo chiarito alla Signora che non ci saremmo occupati di riempirle la sala. Probabilmente già sapeva che la presentazione del Suo libro non attira un elevato numero di persone (erano in 5, comprese le autrici) e per questo aveva cercato di insistere sul nostro coinvolgimento nella promozione dell’iniziativa. Sono stati prodotti inviti con grafiche completamente errate per le quali, la stessa Signora Piromallo, ci ha chiesto se fosse stato possibile farli rifare direttamente dal nostro grafico. Non ho mai chiesto alla Signora di inserire il mio nome ne ho mai inviato una email di scuse anzi, a seguito dei fatti, ho inviato una email alla Signora chiarendo che non avevamo nessuna responsabilità circa l’insuccesso del suo evento. In quanto all’attività svolta dal nostro Gruppo per Milano è sotto gli occhi di tutti come sono pubbliche le concessioni che abbiamo. Non mi dilungherò quindi in merito. Come dimostra anche il regalo che abbiamo fatto alla Signora – battello gratuito – lo spirito del nostro Gruppo è quello di sostenere e aiutare lo sviluppo dell’offerta culturale milanese; non possiamo però farci anche carico della responsabilità dell’insuccesso delle altrui iniziative. Probabilmente dovremmo fare come molti, sostenere solo i sicuri successi mentre continuiamo a credere che vadano aiutati e sostenuti soprattutto gli emergenti. Speriamo di non dovercene pentire nuovamente.
p.s. Dove posso acquistare il libro della Signora?
Riceviamo e pubblichiamo la risposta della blogger
Excusatio non petita… Scarpellini si era già scusato dopo la “cacciata” dal battello al telefono con Roselina Salemi. La lettera arrivatami alle 20.28 del giorno stesso della presentazione è piena di inesattezze: dalle svariate volte del grafico che avrebbe sbagliato logo e, come dimostra la loro newsletter, avevano già inserito la presentazione con orario sbagliato. E conservo altri sms della solerte responsabile. Rimango in attesa di una risposta del sindaco Sala: come si fa ad aver in gestione un posto pubblico? Visto si vendono pochi libri almeno mi “improvviso” anche io organizzatrice culturale. Così fan tutti.
Il “comandante” ci ha cacciato alle 7.20 mentre Scarpellini voleva che presentassi il libro alle 7.30, come da invito da lui mandato. Mi sembra un contro/senso. Il duro scontro non è stato con me ma con le gentili ospiti e utili testimoni per eventuali azioni legali. Spero che il suo comandante sappia leggere le carte nautiche meglio della conta delle persone. A bordo c’erano 10 e le altre non le hanno fatte salire sul battello. Non mi sembra invece che alla proiezione del film si strappassero di mano i biglietti. La prego signor Scarpellini non si disturbi a regalare una copia dei Mariti Inutili a sua moglie, come mi ha scritto ieri sera. Non c’è alcun bisogno… Tanto lo sa già. In fondo siamo state cacciate da un barcone, mica dal paradiso. E lei è un uomo fortunato, ha avuto il suo quarto d’ora di notorietà che, come ha scritto lei, era la cosa che l’allettava di più.