Il governatore Vincenzo De Luca non ha sottoscritto il protocollo proposto dal governo nazionale per interventi rapidi in Terra dei Fuochi nella parte della valutazione epidemiologica dei territori utilizzando anche il metodo “Epica” realizzato dai Medici di Famiglia in aggiunta (non sostituzione) al registro tumori regionale definendo questi medici “ciarlatani”. Napoli, terza città metropolitana d’Italia e capitale della cosiddetta Terra dei Fuochi, ad oggi ancora non ha dati epidemiologici dal registro tumori. Quello dell’Asl Na1 – nonostante un registro tumori regionale istituito dal 1993 e una legge regionale deliberata nel 2012 – non ha, ad oggi, ancora completato l’elaborazione dei dati. Iniziative lodevoli di altre istituzioni non responsabili, come il Comune di Napoli con lo studio Angir del 2012 e poi lo studio Epica – nobile e disinteressata azione del tutto gratuita di un gruppo di medici di base pubblici, convenzionati con il Sistema sanitario nazionale -, hanno invece già prodotto dati epidemiologici affidabili che si sono dimostrati perfettamente sovrapponibili a quelli successivamente prodotti dal registro tumori Asl 2 nel 2018, ma con ben cinque anni di anticipo!
Il codice 048 è un codice amministrativo, non sanitario, che viene inserito nei database dei medici di famiglia al momento della diagnosi di cancro per consentire la esenzione dal ticket dei pazienti con cancro. Fu un’idea e una iniziativa di magistrati inquirenti in Terra dei Fuochi – non direi proprio “ciarlatani” – come Donato Ceglie, deciso a utilizzarlo, in assenza di dati del registro tumori, per valutazioni epidemiologiche rapide. Nel mio Istituto Pascale, in data 23 marzo 2006, portando dati elaborati dai suoi carabinieri, il magistrato Ceglie riscontrava incrementi di patologie oncologiche sino al 400% annuo nei comuni da lui messi sotto inchiesta e ci chiedeva: “Ma voi medici quando vi muovete col registro tumori?”. Ad oggi ancora non ci siamo ancora “mossi” a Napoli! L’utilizzo del codice 048 per una valutazione epidemiologica in tempo reale – come declarato all’interno della “relazione Romano” al Senato (2017) – è un metodo imperfetto rispetto al registro tumori in quanto può sovrastimare il dato reale sino a un massimo del 10%.
In metafora: ognuno di noi guida un’auto e sa che il proprio tachimetro sovrastima di circa il 10%. Nessuno di noi pensa pero’ di guidare senza tachimetro o con un tachimetro che gli passa dati certi di velocità non prima di sei anni! De Luca di fatto guida una Sanità (e la sua programmazione a Napoli) senza tachimetro e in zone devastate sul piano ambientale come da tempo ha certificato la magistratura e l’Istituto superiore di sanità (Iss).
L’Iss, quando chiamato a fornire dati epidemiologici su Terra dei Fuochi, li ha prodotti e resi pubblici in un tempo compreso tra sei mesi e tre anni. E sono stati pure contestati da chi ancora non li ha prodotti su Napoli! I dati epidemiologici prodotti dagli uffici regionali campani non sono infatti mai stati disponibili in un tempo inferiore ai sei anni, quando va bene! Tantomeno essi vengono diffusi in modo trasparente con pubblici confronti con società scientifiche terze e indipendenti come noi Medici dell’ambiente, e dobbiamo sopportare, nel 2018, letture antiscientifiche dei dati in cui l’incidenza dell’inquinamento sul cancro in generale viene indicata in non più del 2% del totale dei casi registrati, quando Oms e Who e Società scienze Usa (Pnas 2018) per le sole polveri sottili hanno ormai certificato una incidenza dell’inquinamento sul solo cancro del polmone non inferiore al 30%. Per questo si stanno eliminando i motori diesel nelle città metropolitane.
Io sono un ammalato di cancro con codice 048 dal febbraio 2018. Il mio codice sarà quindi censito dal Registro tumori di De Luca non prima dell’anno 2024, dal momento che oggi non hanno ancora pubblicato i dati del 2012 a Napoli. Spero di arrivarci vivo per sapere, nel 2024, come stava la mia città nel 2018 quando mi sono ammalato io! De Luca in quell’anno avrà comunque concluso il suo mandato elettorale e quindi non avrà avuto alcun problema gestionale dalla situazione sanitaria reale della Napoli di oggi. In metafora, sono un ammalato di cancro tifosissimo del Napoli che vorrebbe mangiarsi una buona pizza calda per rincuorarsi mentre si vede una bella partita. È possibile accettare che, grazie a De Luca che non vuole usare il metodo Epica, io per “mangiare” la pizza in vita e sapere come sta la mia Napoli e la Terra dei Fuochi, devo aspettare questa “pizza” epidemiologica non meno di sei anni?
Su Napoli il “pizzaiolo” di De Luca non la ha sfornata ancora sin dal 2012 ma si è già fatto pagare molto più dello chef Cannavacciuolo. Lo studio Epica zero. Questa “pizza” freddissima e costosissima piace solo al governatore. A noi cittadini, tecnici, indipendenti e ammalati no! E a quanto pare anche al Governo Italiano! Il registro tumori è e deve restare l’organo ufficiale di riferimento epidemiologico regionale. Deve fare il suo dovere – come ancora non fa – al massimo delle sue possibilità, certamente meglio rispetto alla media di sei anni per produrre dati certi e ancora meglio in termini di corretto confronto e trasparente comunicazione con altre società scientifiche mediche come noi medici dell’ambiente e con tutti i cittadini.
Strumenti aggiuntivi come Epica risultano quindi indispensabili per avere riscontri in tempo reale e a costo zero. E forse è proprio questo il maggiore difetto di Epica. Chiediamo quindi l’intervento diretto e la supervisione costante dell’Istituto superiore di sanità non sulla corretta produzione dei dati, che vanno comunque certamente velocizzati, ma soprattutto nella lettura, non condizionata dalla evidente volontà della politica regionale di dimostrare che le pummarole stanno tutte bene, e noi con loro.
Lo studio epidemiologico Iss Sentieri non dice questo su Terra dei fuochi. Non possiamo accettare, in modo antiscientifico nel 2018, che i roghi tossici quotidiani, le polveri sottili pm 2.5., i polliclorobifenili spalmati per decine di migliaia di tonnellate ad Acerra, le diossine dei maxiroghi degli impianti, le quantità eccezionali di tricloro e tetracloroetilene dalle fabbriche di scarpe “a nero” presenti in tutti i pozzi analizzati da Marcianise a Villa Literno, i Pbde dei frigoriferi sfasciati, i metalli pesanti, il traffico, il gasolio delle auto, delle navi etc, incidono al massimo per il 2% nella patogenesi anche dei nostri tumori.