Il settimanale Spy racconta la rabbia di alcuni artisti che dopo lunghissime carriere, talvolta cinquantennali, si ritrovano con un pugno di mosche tra le mani
La crisi colpisce anche i vip nostrani alle prese con pensioni piuttosto basse, inferiori ai mille euro al mese. I conti non tornano per colpa di agenti disonesti e regole antiquate, tutti davanti allo stesso risultato: incassano molto meno di quanto hanno versato. Il settimanale Spy racconta la rabbia di alcuni artisti che dopo lunghissime carriere, talvolta cinquantennali, si ritrovano con un pugno di mosche tra le mani. “Ci sono rimasto molto male: non per una questione di soldi – non sono in miseria – bensì per etica professionale”, spiega Enzo Paolo Turchi che a fine mese incassa solo 740 euro.
“Non si può trattare così un artista, famoso o non famoso che sia, dandogli un’elemosina. Tutti i miei contributi sono spariti, la ritengo un’offesa“, aggiunge il coreografo. Non va molto meglio a Giucas Casella che incassa ogni trenta giorni 800 euro: “Mi sembra una cifra così ridicola rispetto a tutti i contributi che ho versato, che ora sto pensando di agire con un ricorso. Per fortuna da buon siciliano sono stato meticoloso, perché solo con la pensione ora sarebbe impossibile vivere“.
Anche la cantante Wilma De Angelis deve accontentarsi di 800 euro al mese, pur avendo iniziato a lavorare a 16 anni: “Quando sono andata a richiedere la pensione non avevo neppure 1600 giornate lavorative versate in tutta la mia vita, eppure ho cominciato a lavorare a 16 anni. I diciotto anni a Telemontecarlo sono andati quasi tutti persi: la sede allora era proprio a Montecarlo e non avevano l’obbligo di versare i contributi a chi lavorava in Italia. Questo mi ha un po’ fregata, ma non faccio nessun pianto“.
Discorso simile per l’attrice Margherita Fumero, volto del teatro italiano ma nota anche in tv per il ruolo di Wanda in Camera Cafè: “Ho sempre versato tutto e non ho mai lavorato in nero, solo che prima esisteva un tetto per gli artisti: potevi anche guadagnare 5 milioni di lire al giorno, ma non potevi versarne più di 300 mila. Infatti chi ha questi problemi sono i cantanti e gli attori di cinema, che magari guadagnavano tanto, ma in poche giornate lavorative”, ha spiegato a Spy.