Resta aperta la questione del debito di 114 milioni che Palazzo di città deve al consorzio che lavorò alla ricostruzione post terremoto del 1980. A marzo il governo ha dato l’ok con il quale lo Stato si è riconosciuto titolare del 77% della cifra. Toccherà al nuovo esecutivo, ora, cancellare la sanzione nel frattempo comminata a Palazzo San Giacomo
La giunta guidata dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris in queste ore è alle prese con la manovra di Bilancio sulla quale peserà molto la decisione delle sezioni riunite della Corte dei Conti. I magistrati contabili romani si sono infatti espressi in modo favorevole sul bilancio del Comune, sospendendo l’efficacia della delibera con la quale la sezione regionale della Campania aveva dichiarato in squilibrio il bilancio 2018-2020 dell’amministrazione partenopea, ordinandone il blocco della spesa. “La sentenza – hanno commentato da Palazzo San Giacomo – conferma la correttezza dei comportamenti contabili adottati dall’ente comunale”. Sospiro di sollievo, dunque, rispetto al rischio default, anche se c’è un’altra questione in sospeso. Quella del debito CR8, 114 milioni che il Comune deve al consorzio che lavorò alla ricostruzione edilizia durante il commissariamento dopo il terremoto del 1980, del quale proprio oggi corre il trentottesimo anniversario.
LA DECISIONE DELLA CORTE DEI CONTI – La Sezione regionale di controllo aveva contestato al Comune di Napoli l’errato assorbimento del Fondo di anticipazione di liquidità entro il Fondo crediti di dubbia esigibilità, la conseguente errata quantificazione dell’extra deficit da ripianare negli esercizi successivi e il mancato accantonamento di risorse a fronte dei piani di dismissione dei beni patrimoniali. Il 28 settembre scorso la Giunta comunale aveva dato mandato agli uffici comunali dell’Avvocatura di presentare ricorso. La decisione della Corte dei Conti, arrivata dopo oltre 5 ore di Camera di Consiglio, sospende gli effetti del blocco della spesa dell’ente fino alla decisione della Corte costituzionale che valuterà la legittimità costituzionale dell’articolo 2 comma 6 del decreto legge 78/2015, relativo alla contabilizzazione del Fondo Anticipazione di Liquidità nel Fondo Crediti di dubbia esigibilità. La contestazione, se accolta, avrebbe obbligato il Comune di Napoli a una correzione dei conti di circa 1 miliardo di euro entro il 30 novembre.
LA REAZIONE DI DE MAGISTRIS – “La decisione delle Sezioni Riunite della Corte dei Conti ci apre a uno scenario molto più luminoso e ci consente di liberare risorse che ci avevano costretto a tenere vincolate in modo assolutamente ingiusto e antigiuridico”. Questo il commento del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, che ha già annunciato che le risorse sbloccate permetteranno all’ente di “tornare all’ordinario e di finanziare i servizi che sono più sofferenti in città quali i trasporti, le infrastrutture e i temi delle fragilità”. Ma ciò che è stato non si dimentica: il sindaco ha sottolineato che la decisione della scorsa estate della Sezione regionale di controllo “ha fatto pagare alla città, già in difficoltà per vincoli normativi e debito ingiusto, un prezzo troppo alto” e prefigurava anche lo scioglimento del Consiglio comunale”. Per ora si pensa alla manovra, che dovrà poi essere sottoposta alla discussione del Consiglio comunale presumibilmente il prossimo 29 novembre.
IL NODO DA SCIOGLIERE – Resta aperta la questione del debito del CR8. Non è bastato il fatto che l’ex premier Paolo Gentiloni a marzo scorso abbia dato l’ok con il quale lo Stato si è riconosciuto titolare del 77 per cento del debito contratto con il consorzio che lavorò alla ricostruzione edilizia durante il commissariamento e finito in capo al comune nel 1996 (89 milioni su cui sono cresciuti gli interessi). Toccherà al nuovo esecutivo, ora, cancellare la sanzione nel frattempo comminata al Comune per quel debito non pagato prima che lo Stato si decidesse a riconoscerlo come suo. “Stiamo lavorando su tutti i fronti – ha dichiarato a riguardo De Magistris – dalle leggi ai provvedimenti amministrativi alle sentenze. C’è tutto un pacchetto di azioni su cui lavoriamo alacremente perché quella sanzione va tolta essendo stato acclarato che quel debito non ci compete”.