Hanno urlato “la mia libertà non si vende” e “libere di vivere” e hanno marciato per dire, ancora una volta, ‘basta’ alla violenza sulle donne. In migliaia hanno preso parte allo ‘stato di agitazione permanente’ organizzato dal gruppo femminista Non una di meno che da Piazza della Repubblica, a Roma, ha sfilato fino a piazza di Porta San Giovanni. Una marcia ad alta voce in una data simbolica, perché domani – 25 novembre – si celebra la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne voluta dalle Nazioni Unite.
Non solo la violenza: “No al ddl Pillon” – Alla manifestazione hanno preso parte diverse sigle, tra cui la Casa internazionale delle donne, oltre a molti collettivi della sinistra e una delegazione dell’Anpi. A muovere donne e uomini sono anche altri temi ‘cari’ al gruppo, come la battaglia per la parità tra i sessi, e quella contro il ddl Pillon in materia di affido condiviso che “dev’essere cambiato sostanzialmente perché mette a rischio la vita dei minori e di tantissime donne e madri”.
Tutte le iniziative: dalla Carfagna a Spadafora – E al corteo si affiancano, in questi giorni, altre iniziative come la campagna “Non è normale che sia normale” promossa dalla vicepresidente della Camera, Mara Carfagna, e #lapartitaditutti, sponsorizzata dal sottosegretario Vincenzo Spadafora. “Il precedente governo ha lasciato un piano strategico antiviolenza che era un libro dei sogni, senza esplicitare quali azioni concrete intraprendere e con quali fondi finanziarle. Per dare concretezza a quel piano, l’attuale governo ha istituito una ‘cabina di regia’ che lo scorso 21 novembre ha preso atto della prima bozza di interventi, che avranno una natura flessibile e dinamica”, ha spiegato Spadafora, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle pari opportunità e ai giovani, nel lanciare la sua campagna che ha come testimonial d’eccezione le pallavoliste azzurre, Paola Egonu e Cristina Chirichella.
“Nel 2019 33 milioni alle Pari opportunità” – “Nella legge di Bilancio non sono stati apportati tagli ai fondi per la lotta alla violenza di genere, se non una quota minima del 2,7% operata dal ministero dell’Economia su tutte le amministrazioni, come ogni anno – ha spiegato ancora Spadafora – Presto, dunque, alle Regioni saranno erogati i 20 milioni di euro stanziati nel 2018 per i Centri antiviolenza, mentre nelle previsioni di bilancio del 2019 il dipartimento per le Pari opportunità può contare su oltre 33 milioni di euro, di cui una parte andrà per legge alle Regioni e che mi auguro successivamente di incrementare ulteriormente”.
Il Pd: “Il tema gli interessa zero” – Il sottosegretario, specifica, punterà tutto sulle iniziative concrete. “Creeremo un fondo ad hoc, equo e duraturo, in favore delle vittime. Difatti, gli indennizzi previsti dal fondo istituito nel 2016 non ha garantito alcun effettivo sostegno economico alle donne che hanno subito violenza”. Quelle del sottosegretario pentastellato vengono definite “bugie” da diversi esponenti del Pd, da Alessia Morani a Valeria Fedeli. Per l’ex ministra dell’Istruzione, il fatto che nei cortei si parli anche del ddl Pillon “dimostra quanto contino davvero questi argomenti per il governo e per il sottosegretario Spadafora: zero”. Secondo la senatrice dem, il sottosegretario “preferisce infatti mistificare la realtà, pur di distrarre l’opinione pubblica da una semplice verità: se c’è una cosa che questa maggioranza sta facendo a proposito delle donne è ignorarle e tagliare dalla manovra risorse fondamentali che i nostri governi avevano destinato al sostegno della maternità e dell’occupazione femminile”.
La Cei: “È una piaga sociale” – Anche i rappresentanti della Cei hanno espresso la loro opinione sul fenomeno, una “piaga sociale” che colpisce milioni di donne. Secondo il presidente della Conferenza episcopale Gualtiero Bassetti, “chi maltratta una donna rinnega e sconfessa le proprie radici perché la donna è fonte e sorgente della maternità. È una specie di sacrilegio massacrare una donna”. In campo è scesa anche l’Anci, con seicento iniziative di sensibilizzazione promosse dai comuni tra dibattiti, mostre, “posto vuoto” a teatro, in memoria delle vittime, e illuminazione di monumenti.
Anci: “Formare coscienza civile” – “Siamo consapevoli – ha detto il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro – che si tratta di un fenomeno tanto grave quanto complicato da contrastare: non basta reprimere gli atti violenti, è necessario adoperarsi per sconfiggere una mentalità, quella che confonde l’amore con il possesso, di cui la violenza è la manifestazione più estrema. Noi sindaci avvertiamo la responsabilità di sensibilizzare e formare una nuova coscienza civile”.
Diritti
Violenza sulle donne, migliaia di persone in corteo a Roma: “Libere di vivere. E il ddl Pillon va fermato”
Numerose le iniziative per celebrare la giornata mondiale del 25 novembre. Dalla campagna promossa dalla vicepresidente della Camera "Non è normale che sia normale" a circa 600 eventi voluti dall'Anci. Impegnata anche la Conferenza episcopale italiana: "Massacrare una donna è una specie di sacrilegio". Il sottosegretario pentastellato Spadafora: "Fondi ad hoc". Diverse esponenti del Pd: "Bugie e mistificazione della realtà"
Hanno urlato “la mia libertà non si vende” e “libere di vivere” e hanno marciato per dire, ancora una volta, ‘basta’ alla violenza sulle donne. In migliaia hanno preso parte allo ‘stato di agitazione permanente’ organizzato dal gruppo femminista Non una di meno che da Piazza della Repubblica, a Roma, ha sfilato fino a piazza di Porta San Giovanni. Una marcia ad alta voce in una data simbolica, perché domani – 25 novembre – si celebra la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne voluta dalle Nazioni Unite.
Non solo la violenza: “No al ddl Pillon” – Alla manifestazione hanno preso parte diverse sigle, tra cui la Casa internazionale delle donne, oltre a molti collettivi della sinistra e una delegazione dell’Anpi. A muovere donne e uomini sono anche altri temi ‘cari’ al gruppo, come la battaglia per la parità tra i sessi, e quella contro il ddl Pillon in materia di affido condiviso che “dev’essere cambiato sostanzialmente perché mette a rischio la vita dei minori e di tantissime donne e madri”.
Tutte le iniziative: dalla Carfagna a Spadafora – E al corteo si affiancano, in questi giorni, altre iniziative come la campagna “Non è normale che sia normale” promossa dalla vicepresidente della Camera, Mara Carfagna, e #lapartitaditutti, sponsorizzata dal sottosegretario Vincenzo Spadafora. “Il precedente governo ha lasciato un piano strategico antiviolenza che era un libro dei sogni, senza esplicitare quali azioni concrete intraprendere e con quali fondi finanziarle. Per dare concretezza a quel piano, l’attuale governo ha istituito una ‘cabina di regia’ che lo scorso 21 novembre ha preso atto della prima bozza di interventi, che avranno una natura flessibile e dinamica”, ha spiegato Spadafora, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle pari opportunità e ai giovani, nel lanciare la sua campagna che ha come testimonial d’eccezione le pallavoliste azzurre, Paola Egonu e Cristina Chirichella.
“Nel 2019 33 milioni alle Pari opportunità” – “Nella legge di Bilancio non sono stati apportati tagli ai fondi per la lotta alla violenza di genere, se non una quota minima del 2,7% operata dal ministero dell’Economia su tutte le amministrazioni, come ogni anno – ha spiegato ancora Spadafora – Presto, dunque, alle Regioni saranno erogati i 20 milioni di euro stanziati nel 2018 per i Centri antiviolenza, mentre nelle previsioni di bilancio del 2019 il dipartimento per le Pari opportunità può contare su oltre 33 milioni di euro, di cui una parte andrà per legge alle Regioni e che mi auguro successivamente di incrementare ulteriormente”.
Il Pd: “Il tema gli interessa zero” – Il sottosegretario, specifica, punterà tutto sulle iniziative concrete. “Creeremo un fondo ad hoc, equo e duraturo, in favore delle vittime. Difatti, gli indennizzi previsti dal fondo istituito nel 2016 non ha garantito alcun effettivo sostegno economico alle donne che hanno subito violenza”. Quelle del sottosegretario pentastellato vengono definite “bugie” da diversi esponenti del Pd, da Alessia Morani a Valeria Fedeli. Per l’ex ministra dell’Istruzione, il fatto che nei cortei si parli anche del ddl Pillon “dimostra quanto contino davvero questi argomenti per il governo e per il sottosegretario Spadafora: zero”. Secondo la senatrice dem, il sottosegretario “preferisce infatti mistificare la realtà, pur di distrarre l’opinione pubblica da una semplice verità: se c’è una cosa che questa maggioranza sta facendo a proposito delle donne è ignorarle e tagliare dalla manovra risorse fondamentali che i nostri governi avevano destinato al sostegno della maternità e dell’occupazione femminile”.
La Cei: “È una piaga sociale” – Anche i rappresentanti della Cei hanno espresso la loro opinione sul fenomeno, una “piaga sociale” che colpisce milioni di donne. Secondo il presidente della Conferenza episcopale Gualtiero Bassetti, “chi maltratta una donna rinnega e sconfessa le proprie radici perché la donna è fonte e sorgente della maternità. È una specie di sacrilegio massacrare una donna”. In campo è scesa anche l’Anci, con seicento iniziative di sensibilizzazione promosse dai comuni tra dibattiti, mostre, “posto vuoto” a teatro, in memoria delle vittime, e illuminazione di monumenti.
Anci: “Formare coscienza civile” – “Siamo consapevoli – ha detto il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro – che si tratta di un fenomeno tanto grave quanto complicato da contrastare: non basta reprimere gli atti violenti, è necessario adoperarsi per sconfiggere una mentalità, quella che confonde l’amore con il possesso, di cui la violenza è la manifestazione più estrema. Noi sindaci avvertiamo la responsabilità di sensibilizzare e formare una nuova coscienza civile”.
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Femminicidio, perché le donne continuano a morire: “Dati falsati, si sottovaluta la violenza degli uomini”
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Parte il Giubileo, ma i lavori completati sono al 31%. Tra progetti cancellati e rinviati molti cantieri non saranno ultimati prima della fine dell’anno prossimo
Politica
Anche in Lapponia Meloni pensa all’Albania: “Domani vertice, la Cassazione ci dà ragione”. Paesi sicuri, cosa hanno scritto i giudici
Roma, 22 dic (Adnkronos) - "Servirebbero più risorse per la sanità pubblica, per garantire il diritto alla salute e per ridurre le liste di attesa ma comprano nuovi aerei da guerra. Servirebbero risorse per contrastare la povertà che aumenta nel nostro Paese, per investire nel trasporto pubblico o nel salario minimo e invece investono decine di miliardi per le armi". Lo affermano Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni di Avs in un videoappello apparso sui social in cui si invita a firmare la petizione online 'questo Natale niente regali alle industrie militari' per chiedere al governo italiano di ridurre la spesa militare.
"Servirebbero più risorse per la scuola pubblica e per l’istruzione - proseguono i due esponenti di Avs - per garantire il diritto al futuro delle giovani generazioni ma comprano nuovi carri armati. E il 2025 sarà un altro anno record per la spesa militare:, 2mila e 500 miliardi di dollari e il governo Meloni non è da meno : ha deciso di spendere oltre 13 miliardi di euro all’anno in nuovi armi".
"Un governo quello della destra che ha detto no al salario minimo, taglia su scuola, ricerca e sanità ma trova sempre nuovi fondi per investire nelle armi. Adesso basta - insistono Bonelli e Fratoianni - basta con i regali all’ industria militare, basta con la rincorsa agli armamenti che sta impoverendo la nostra società . Basta con l’economia di guerra, vi invitiamo a firmare questa petizione per chiedere che il governo riduca la spesa militare, pensi alle vere priorità per gli italiani. Vi invitiamo a firmare e a sostenere questa petizione - concludono - per chiedere la riduzione delle spese per armamenti da destinare invece alle vere necessità del nostro Paese".
Tel Aviv, 22 dic. (Adnkronos/Afp) - Israele prenderà provvedimenti contro gli Houthi. Lo ha annunciato il primo ministro Benjamin Netanyahu, dopo che venerdì sera un missile proveniente dallo Yemen si è schiantato nel centro di Israele. "Gli Stati Uniti, così come altri paesi, vedono gli Houthi come una minaccia non solo per la navigazione, ma anche per l'ordine internazionale", ha affermato in una dichiarazione. Netanyahu ha aggiunto che "anche se una rappresaglia israeliana richiedesse tempo, il risultato sarebbe lo stesso" di quello ottenuto in passato contro altre reti terroristiche.
Roma, 22 dic (Adnkronos) - "Visto che domani Giorgia Meloni ha convocato un vertice di governo sull’Albania, le consiglio di fare a se stessa e a tutti gli italiani un bel regalo di Natale: dichiari fallita l’esperienza dei centri di detenzione per migranti in terra straniera, chieda scusa per aver buttato all’aria quasi un miliardo di euro, rimpatri il personale italiano in servizio nel centro e metta fine a questa vergogna nazionale”. Lo scrive su X il segretario di +Europa, Riccardo Magi.
“La Cassazione è stata chiara nel dire che sta ai giudici il dovere/potere di verificare se un Paese è sicuro: se dunque Meloni sta pensando di rilanciare i centri in Albania, o magari a un cambio di destinazione d’uso, si aspetti un 2025 di lotta in tutte le sedi democratiche, dal parlamento alle piazze fino alle azioni giudiziarie, contro questo obbrobrio giuridico e umanitario, insostenibile legalmente e finanziariamente. La smetta di insistere con politiche antitaliane!”, conclude Magi.
Roma, 22 dic (Adnkronos) - "Dopo Magdeburgo e in vista del grande appuntamento del Giubileo, abbiamo alzato in maniera importante la soglia del livello di attenzione soprattutto nelle grandi città, ma anche nel resto del Paese: c'è una situazione di allerta, ma non di allarme né di allarmismo". Lo ha detto Nicola Molteni, sottosegretario all’Interno, intervenendo ai microfoni di TgCom24.
"Confidiamo sulla capacità della nostra intelligence e dei servizi di prevenzione, sulla professionalità delle nostre Forze dell’Ordine. È stato immediatamente riunito il Comitato di analisi strategica antiterrorismo e diramata una circolare alle Prefetture, alle Questure, proprio per articolare in maniera puntuale il controllo del territorio, soprattutto nei luoghi particolarmente critici e delicati, dove c’è maggiore aggregazione come le stazioni, le metropolitane, gli aeroporti", ha aggiunto.
"La nostra intelligence non ha mai sottovalutato alcun segnale, solo quest’anno sono stati 80 i soggetti pericolosi legati al fondamentalismo islamico allontanati dal Paese. Poniamo grande attenzione ai cosiddetti “lupi solitari”, al rischio di atti emulativi, consapevoli però che il sistema di intelligence e di coordinamento tra le nostre Forze di Polizia funziona. C'è grande competenza e una consolidata capacità di saper intercettare i fenomeni di allarme, anche fondamentalista, che deve continuare ad essere sviluppata”, ha concluso Molteni.
Roma, 22 dic. (Adnkronos) - Siparietto nell'Aula del Senato al termine del tradizionale concerto di Natale diretto quest'anno da Riccardo Muti. Mentre il maestro sta rivolgendo un saluto ai presenti, tra i quali il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, suona un telefono e non può fare a meno di rimproverare bonariamente la persona che non ha avuto l'accortezza di disattivare l'apparecchio. “Stutatelo ‘sto telefono", spegnetelo questo telefono, dice utilizzando un'espressione del dialetto napoletano.
Poi, ricorrendo all'ironia, Muti, tra gli applausi divertiti, sottolinea che si tratta di un comportamento recidivo. "Ad un certo punto, mentre stavo dirigendo l'ho sentito e ho guardato bene nella partitura, credendo che ci fosse qualche cosa che mi era sfuggito".
Brasilia, 22 dic. (Adnkronos/Afp) - Il bilancio delle vittime del terribile incidente d'autobus avvenuto ieri nello stato brasiliano di Mina Gerais (sud-est) è salito a 41 morti. Lo ha riferito la polizia in una conferenza stampa, precisando che "41 corpi sono stati trasportati all'istituto forense".
L'autobus viaggiava sull'autostrada che collega San Paolo (sud-est) a Vitória da Conquista, nello stato di Bahia (nord-est). La polizia federale ha precisato che, secondo "le prime informazioni e le tracce rinvenute sul posto", un grosso blocco di granito "probabilmente" è caduto da un camion che viaggiava in senso contrario e ha colpito l'autobus, che ha subito preso fuoco.
L'autista del camion è fuggito, ha dichiarato la polizia, aggiungendo che la sua patente di guida era stata sospesa per due anni. Si tratta della peggiore tragedia avvenuta su una strada federale in Brasile dal 2007.
Roma, 22 dic. (Adnkronos) - “Il ministro Nordio, puntando il dito contro i giudici e sentenziando che chi sbaglia debba pagare, non ha specificato se questa valga anche per l’attuale categoria di sua appartenenza. Perché in tal caso un ministro che non ne azzecca una, all’indomani delle dimissioni del capo del Dap, Giovanni Russo, presumibilmente causate da dissidi con un sottosegretario, con una situazione disastrosa dei penitenziari italiani, di fronte ad un numero impressionante di suicidi tra i detenuti e finanche tra gli agenti della penitenziaria: ebbene, un ministro dovrebbe pagare per tutto questo?”. Così Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera.
“All’indomani della sentenza di Palermo -aggiunge- la destra torna all’attacco contro una magistratura di cui non sopporta l’indipendenza”.