Io credo che una delle più belle sorprese musicali di questo periodo in Italia sia Marco Anastasio, concorrente della squadra di Mara Maionchi a X Factor 2018. Questo ragazzo di 20 anni ha una capacità di scrittura enorme e ciò va in netta controtendenza rispetto alla natura del programma: è andato avanti nelle precedenti eliminatorie solo e soltanto grazie a questo talento, in mezzo a ugole urlanti e spesso parecchio banali o a canzoni brutte ma che funzioneranno, come quelle di Luna dell’ultima puntata. Sono dunque d’accordo con alcune dichiarazioni di Fedez, secondo cui Anastasio rappresenti un cortocircuito per l’intera storia di X Factor Italia.
La sua La fine del mondo non è solo scritta benissimo, con immagini convincenti dentro la metrica. Forma e contenuto si inseguono e non scelgono mai soluzioni banali. Il riferimento alla propria poetica (questo suo termine non credo sia casuale), il decadentismo dei primi versi, lo spirito rivoluzionario, il senso di disgusto e irrisione verso le “magnifiche sorti e progressive” del genere umano che si crede invincibile, la scintillante dignità di una fine “eroica”. Il brano ha doppi e tripli fondi, sono gli stessi argomenti de La ginestra di Giacomo Leopardi e ciò che viene fuori è una giusta consapevolezza e una grande padronanza della forma canzone.
Mi permetto quindi di dare un consiglio ai miei colleghi insegnanti di Lettere: provate a usare anche questa canzone per spiegare Leopardi. In particolare, appunto, il Leopardi de La ginestra, a cui non sempre viene dato il giusto spazio, a favore di canti scritti prima, pessimismi cosmici e storici che non credo rappresentino completamente il poeta di Recanati. Certo non basterebbe far sentire la canzone. Il tutto andrebbe accostato ai metodi tradizionali, ma ho il sospetto che potrebbero esserci diversi vantaggi dall’ascolto, tanto alle medie quanto alle superiori: i ragazzi difficilmente dimenticherebbero la lezione. Si darebbe loro la dimostrazione che un artista potente come Leopardi – per via della sua grandezza e attualità perenne – lo si può trovare in moltissime situazioni a loro vicine: cose che li riguardano come un programma televisivo, uno youtuber o un loro personale stato d’animo.
Tutto questo, che altro non è se non far capire agli studenti a cosa serve nella vita pratica ciò che studiano tra i banchi, può essere un buon punto di partenza per quello che oggi a scuola viene chiamato “compito di realtà”. Spesso il tutto resta lettera morta in una progettazione disciplinare scritta con malavoglia a inizio anno. Ecco, nelle materie umanistiche l’ascolto delle canzoni – come in questo caso – potrebbe invece scuotere le passioni e l’interesse dei ragazzi, e soprattutto renderebbe umani e in carne e ossa personaggi e sensibilità tanto lontane nel tempo.