Ieri sera il presidente della Commissione ha incontrato a cena il presidente del Consiglio e il ministro dell'Economia Giovanni Tria per intavolare la trattativa destinata nelle intenzioni di tutti a evitare la procedura d'infrazione contro Roma. Che per ora non vuole toccare il deficit a 2.4%. Oggi si parla di Italia anche durante il vertice straordinario chiamato a votare i due documenti alla base della Brexit
“Non siamo in guerra“. Anzi, “ti amo, Italia”, pronunciato in italiano in favore di microfoni e taccuini. Jean-Claude Juncker ribadisce il concetto arrivando al Consiglio Ue straordinario sulla Brexit. Ieri sera il presidente della Commissione, accompagnato dai commissari economici Pierre Moscovici e Valdis Dombrovskis, ha incontrato a cena il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro dell’Economia Giovanni Tria per intavolare la trattativa destinata nelle intenzioni di tutti a evitare la procedura d’infrazione contro l’Italia. L’incontro non era risolutivo per ammissione dello stesso Conte. E’ un tentativo di dialogo. Ed è già qualcosa, ma la strada rimane lunga.
L’avvocato di Volturara Appula, riporta il Corriere della Sera, ha dato al presidente della Commissione Ue la disponibilità a “rimodulare” alcune misure della manovra che non rispetta i parametri concordati con Bruxelles. A cena, tra una tartare di orata e una di vitello, Conte da esperto avvocato ha provato a “girarla in positivo”, la manovra. Così ha ricordato agli interlocutori i 15 miliardi di investimenti previsti e la revisione cui è sottoposto il codice degli appalti, considerato un ostacolo agli investimenti pubblici. Nella stessa logica il governo presenterà alla Camera come emendamento alla manovra un pacchetto di semplificazioni che nelle intenzioni dell’esecutivo dovrebbe essere in grado di far ripartire i cantieri fermi.
Una serie di “faremo” che non ha impressionato presidente della Commissione e commissari. Che hanno, anzi, avanzato richieste precise: per evitare la procedura di infrazione, riporta La Repubblica come richiesta di Juncker, l’Italia dovrebbe garantire uno 0.3%-0.4% di deficit in meno, corrispondente a circa 6 o 7 miliardi. Da parte sua Conte ha riferito che il governo M5s-Lega è disponibile a spostare 4 miliardi su misure per la crescita, ma senza toccare il deficit a 2.4%. Al momento Luigi Di Maio e Matteo Salvini non sono disposti ad andare oltre.
Le posizioni restano distanti. Su queste basi un accordo non sembra possibile, anche se oggi, al suo ritorno in Italia, Conte consegnerà l’offerta di Juncker ai due vicepremier, che dovranno decidere se coltivare il dialogo o tirare diritto, come dicono loro. L’appuntamento è per questa sera a Palazzo Chigi.
Oggi si parla di Italia anche durante il Consiglio straordinario chiamato a votare i due documenti alla base della Brexit. “Non abbiamo parlato di saldi – dice Conte ai cronisti in mattinata al suo arrivo al vertice – stiamo facendo delle verifiche tecniche“, confermando che si cerca un punto di incontro.