Il superdrone italiano Forvola ha stabilito il Guinness dei primati, sollevando 101 Kg di peso. Si può personalizzare e può arrivare a sollevare 200 Kg, aiutando sia in operazioni di soccorso sia nei cantieri.
Vedere un drone che solleva 101 Kg di peso non è da tutti i giorni. Anzi, è da Guinness dei primati, ed è successo per la prima volta il 23 novembre scorso in occasione del Tech Day di FTP, la divisione motori di CNH, a Torino. Il drone in questione si chiama Forvola, dal nome dell’azienda del cuneense che lo produce, ma questo incredibile velivolo è già stato soprannominato la “jeep dei cieli”. Stando ai dati dichiarati dall’azienda, infatti, è capace di fare ancora di più, cioè sollevare carichi fino a 200 chilogrammi.
Siamo davanti a un “paradosso volante”, studiato per essere leggero e robusto al tempo stesso, con una struttura di tubi in carbonio del diametro di 10 cm, fissati tra di loro con particolari raccordi in alluminio o magnesio. L’idea di crearlo è stata di Gregory Alessio e Pierre Ponchione, che dopo due anni di ricerca e sviluppo sono riusciti nell’impresa di realizzare il primo megadrone personalizzabile.
A cosa serve un prodotto del genere, vi starete chiedendo. Per quelle situazioni, in ambito sia civile che militare, in cui è necessario trasportare carichi importanti. Per esempio, nei cantieri, durante operazioni di soccorso condotte dai Vigili del Fuoco o dalla Protezione Civile, così come per salvataggi nei pressi dei bagnasciuga o sulle navi da crociera. Con il termine “personalizzabile” s’intende che a seconda delle necessità si possono realizzare versioni più o meno massicce, con capacità di carico che vanno da un minimo di 60 Kg a un massimo, appunto, di 200 Kg. Ci possono essere da 4 a 6 eliche, e ovviamente a seconda dell’allestimento cambiano peso e ingombro di Forvola.
I motori sono stati sviluppati a partire da prodotti commerciali, personalizzati per poter supportare turbolenze e avere la potenza di cui si necessita. Sul mezzo con 16 motori ci sono 32 pacchi di batterie da 7 celle, accoppiate in serie per dare un voltaggio complessivo di circa 62 volt.
Le manifestazioni di interesse non mancano, ed è facile intuire come un’eccellenza italiana come questa possa aiutare a risolvere situazioni complicate in cui il volo di un elicottero sia impossibile e rischioso, e l’uso di una gru sia impraticabile.