In provincia di Padova i bambini di una scuola primaria hanno deciso di farsi vaccinare contro l’influenza per proteggere una compagna immunodepressa. In poche righe è racchiuso un gesto di grande generosità e attenzione. Venti bambini di otto anni hanno dimostrato come saper scegliere anche per il bene degli altri. Una notizia che nella sua semplicità ha dello speciale. Con il consenso dei genitori gli alunni si sono quindi sottoposti in gruppo al vaccino – non obbligatorio, solo raccomandato – per non mettere a repentaglio la salute di una loro compagna di banco. Lo stesso hanno scelto di fare le insegnanti e i genitori. Un’immunità di gregge spontanea per rispondere alla logica che in un gruppo chi è più forte può anche occuparsi di chi lo è meno. Insomma in questo caso, pur trattandosi di vaccino antinfluenzale è stata creata un barriera protettiva (più di consapevolezza individuale che altro) nei confronti della bambina. Una decisione presa sulla base di una semplice scelta che, fino a prova contraria, non danneggia nessuno, anzi.

La notizia è stata riportata dal Corriere del Veneto, la regione in cui solo pochi mesi fa una famiglia aveva presentato denuncia in Procura per un fatto contrario: la loro bambina era stata costretta ad abbandonare la scuola dell’infanzia dove si erano verificati due casi di varicella. Sarebbe stato troppo rischioso per lei, immunodrepressa dopo un trapianto di fegato, frequentare l’asilo. Così la madre ha deciso di rivolgersi ai giudici affidando a loro la decisione di stabilire chi deve frequentare quelle aule o rimanere a casa.

Proprio in questi giorni il commissario europeo alla salute Vytenis Andriukaitis ha definito “discussione artificiale” quella tra obbligo vaccinale e vaccinazioni volontarie: in altre parole non può esistere l’obbligo “flessibile”. La decisione in ambito di copertura – ha ribadito il Commissario -“spetta agli immunologi, ai medici e agli scienziati, non ai politici. Non spetta a loro decidere quale metodo sia il migliore”. E riferendo alla vaccinazione contro il morbillo ha assicurato come l’Ue sia pronta “ad aiutare l’Italia a raggiungere un livello elevato di copertura vaccinale. È questo il segnale che va dato ai genitori italiani, alla società italiana, al Parlamento italiano per raggiungere l’obiettivo, stabilito dall’Oms, di un’Europa libera dal morbillo entro il 2020”.

Secondo un’indagine, sempre della Commissione, il 92% degli italiani resterebbe convinto che vaccinare i bambini sia una cosa importante. In Francia, al contrario, meno del 70% della popolazione ritiene sicura la profilassi vaccinale. Un argomento certamente complesso e delicato che però, nel caso della vicenda degli scolari veneti, è stato affrontato in modo semplice con un gesto che per tutti ha questo significato: ci prendiamo noi cura di te, proteggendoti.

e.reguitti@ilfattoquotidiano.it

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