Le storie dei vip che non hanno più trovato spazio nelle produzioni del piccolo schermo raccontate a Domenica Live
Le luci della ribalta possono spegnersi all’improvviso con il successo che diventa solo un ricordo. Ne sa qualcosa Niccolò Centioni, il Rudy de “I Cesaroni” che per anni ha spopolato sul piccolo schermo. Una carriera iniziata all’età di nove anni e proseguita tra le diverse fiction fino alla consacrazione con la serie che vedeva tra i protagonisti Claudio Amendola ed Elena Sofia Ricci. Che fine ha fatto? Lo ha raccontato a Domenica Live: “Ho fatto dieci anni de I Cesaroni, sei stagioni. Dopo i Cesaroni, ho fatto Pechino Express e Notti sul ghiaccio, poi il deserto. Non ho avuto più chiamate dalle produzioni. Per questo sono triste. ”
Oggi però ha cambiato vita: “Sono andato in Inghilterra, faccio lo chef e il lavapiatti. E’ stato un lavoro che mi ha fatto diventare uomo. Ho preferito stare a Londra per imparare l’inglese, e senza restare a fare niente. Non mi lamento, sto lì perché voglio darmi da fare. Voglio tornare in tv.” La cantante Luciana Turina più volte ha parlato delle sue difficoltà economiche, pensando addirittura di farla finita. Nel programma di Barbara D’Urso è stata accusata di essere una giocatrice, una frequentatrice assidua del bingo. L’attrice ha respinto le accuse dicendo di giocare raramente e una somma di circa 40 euro. Il dibattito si è acceso finendo nel mirino di Riccardo Signoretti e Karina Cascella, la Turina ha dunque sbottato: “Lei non mi deve dire niente perché lei non sa niente di me, lei fa l’opinionista che per lei è diventata una professione, adesso lei mi ha stancata. Basta chiudila qua se no mi alzo e me ne vado. Da lui lo accetto, non da te […] Lo sai te come vivo? […] E tu fatti i cazzi tuoi perché ti attacco al muro.”
Nei primi anni duemila Milton Morales era nel cast fisso di Buona Domenica e aveva partecipato come tronista a Uomini e Donne, lo scorso luglio era stato arrestato dopo essersi spacciato per un poliziotto, nel contenitore di Canale 5 ha fornito una versione diversa dei fatti: “E’ stata l’esperienza più brutta della mia vita. Ho visto un macchinone nero, e quando mi avvicino c’era una poliziotta. Ho abbassato il finestrino come qualunque cittadino del mondo e le ho detto: ‘Non dovrebbe stare al telefono, è pericoloso’.” “Sono arrivati in cinque pattuglie. Mi hanno ammanettato. Mi hanno accusato di aver mostrato una placca (che avevo, perché, possiedo una regolare licenza lavorando, per tanto tempo, nella sicurezza) della polizia. Mi hanno messo in carcere per dieci ore. Sembrava di aver vissuto un film. Ho avuto paura. Temevo che la mia vita fosse finita. Mi hanno liberato su cauzione e messo ai servizi sociali (ho seguito anche una lezione sulle leggi americane con un criminologo) in una mensa dei poveri in una Chiesa”, ha concluso il ballerino cubano.