Il paravento che protegge i collaboratori di giustizia dallo sguardo degli imputati durante le deposizioni nei processi per mafia è probabilmente finito in discarica, gettato tra i rifiuti durante il trasloco del tribunale di Bari nella sezione distaccata di Modugno, a causa dell’inagibilità del Palagiustizia.

Così per permettere al “pentito” di essere ascoltato nel dibattimento, visto che l’impianto di videoconferenza non è ancora disponibile e i testimoni devono per forza essere presenti in aula, gli inservienti hanno dovuto trovare delle prolunghe e stenderle fino alla camera di consiglio dove i giudici solitamente si riuniscono per decidere condanne e assoluzioni.

È l’ultima soluzione fai-da-te con la quale si sono dovuti arrangiare negli uffici giudiziari baresi dopo le tende estive, i fogli A4 appesi ai banchi con la scritta “La legge è uguale per tutti” e l’allagamento per la rottura di un tubo che ha mandato in corto circuito diversi computer. Il paravento sarebbe stato buttato via tra i rifiuti durante il trasloco verso l’ex sezione distaccata di Modugno, dove da alcune settimane si celebrano i processi a causa della inagibilità dei vecchi uffici penali per rischio crollo.

Il problema è emerso martedì mattina quando un pentito – che doveva testimoniare nel processo su un presunto traffico di droga e estorsioni ai cantieri edili da parte di affiliati al clan Di Cosola – ha dovuto parlare nell’aula della camera di consiglio. L’impianto di videoconferenza, infatti, non è ancora funzionante nella nuova sede, tuttora in corso di allestimento dopo il trasferimento, e quindi è stata disposta la traduzione in aula dell’uomo.

Giunto a Modugno, ci si è resi conto che mancava il paravento che di solito protegge i collaboratori dallo sguardo degli imputati contro i quali vengono a testimoniare. L’uomo è quindi stato fatto accomodare nella stanza adiacente l’aula e il microfono collegato con una prolunga. Così, dopo ore di attesa, il collaboratore di giustizia ha risposto alle domande parlando alle spalle dei giudici. Il pm antimafia Federico Perrone Capano, che nel processo rappresenta l’accusa, ha chiesto di mettere a verbale la situazione e di segnalarla a chi di competenza.

Fino almeno alla prossima primavera la giustizia penale barese continuerà ad essere amministrata in cinque diverse sedi, con i magistrati inquirenti a Poggiofranco, gli uffici centralizzati della Procura e le cancellerie dei giudici per le indagini preliminari in via Brigata, le udienze preliminari a Bitonto, il Riesame in piazza De Nicola e il Tribunale a Modugno. Attualmente gli uffici della procura sono ancora nel palazzo inagibile di via Nazariantz: il trasloco nell’ex torre Telecom nel quartiere Poggiofranco inizierà il 3 dicembre.

Entro la fine della settimana magistrati e cancellieri dovranno preparare il materiale da trasferire. Stando al cronoprogramma stabilito, occorreranno circa due settimane per svuotare gli uffici. Alla data del 31 dicembre, come stabilito dal Comune di Bari, nessuno potrà più entrare nel palazzo. Intanto nell’edificio di Poggiofranco si stanno ultimando gli allacci per gli impianti dei quattro piani che ospiteranno la procura, mentre i lavori dei piani inferiori, destinati alle aule di udienza del Tribunale, richiederanno ancora alcuni mesi.

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