Soprannominato "O mazzolino" e ricercato dal 2003, si nascondeva in un appartamento a Mugnaio di Napoli. Nei suoi confronti disposte due ordinanze di custodie cautelare in carcere con l'accusa di associazione mafiosa
Era latitante da 15 anni Antonio Orlando, 60 anni, il boss della camorra ritenuto il reggente del clan degli “Orlando-Nuvoletta-Polverino” arrestato martedì mattina all’alba dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna. L’uomo era nascosto all’interno di un appartamento a Mugnano di Napoli. Tra i 15 ricercati più pericolosi in Italia, nei suoi confronti erano state disposte due ordinanze di custodia cautelare in carcere per associazione di tipo mafioso emesse dal Gip su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.
Il boss, che operava nell’hinterland a nord di Napoli, si era rifugiato da pochi giorni a Mugnano e non sarebbe rimasto a lungo nel nascondiglio. Soprannominato ”o mazzolino”, secondo le indagini Orlando organizzava traffici di droga con un canale privilegiato dal Marocco, da dove arrivano tonnellate di hashish di alta qualità con il marchio “iphone”, e riciclava di ingenti quantità di denaro. Decisivo per il suo arresto sono state le testimonianze del pentito Roberto Perrone, che negli anni ha gestito il traffico di droga proveniente dalla Spagna, con i clan Nuvoletta e Polverino, e che ha raccontato agli inquirenti l’ascesa del boss dagli anni 90 fino al 2010.
Come riportato da un verbale del 4 aprile 2016, Perrone racconta come gli Orlando, fino agli anni ’90, operavano criminalmente nel settore dell’hashish e nelle estorsioni. Dopo gli anni ’90 il gruppo fu poi costretto a scegliere tra i Nuvoletta e i Polverino per delle frizioni tra i due clan, entrambi legati da rapporti di parentela con gli Orlando. Alla fine gli Orlando scelgono di appoggiare la parte del boss Peppe Polverino e vengono riconosciuti come un gruppo autonomo, occupandosi dello spaccio di hashish a Marano, Quarto e Calvizzano. Un’unione criminale finita con l’arresto di Polverino in Spagna, il 9 marzo 2012, che portò Antonio Orlando nuovamente con il clan dei Nuvoletta, riuscendo poi a prendersi tutta la zona di Marano.
“Anche per lui la pacchia è finita” ha commentato Matteo Salvini. Il ministro dell’Interno ha voluto ringraziare “le Forze dell’Ordine e gli investigatori che ci fanno cominciare bene la giornata e ci fanno essere ancora di più orgogliosi di loro”.