Un'opera coraggiosa, libertaria, dove nelle singole sequenze l'attore dietro la macchina presa sembra non scegliere mai la via più semplice per arrivare al risultato prefissato. In sala il 29 novembre in 110 copie distribuito da 01 Distribution
Lasciatemi libera di non piangere ai funerali di mio marito. È una richiesta di indipendenza politica, culturale, e intima che Valerio Mastandrea cuce addosso a Carolina (Chiara Martegiani, nella realtà sua moglie) protagonista di Ride: piccolo, insinuante e prodigioso esordio alla regia dell’attore romano in Concorso al 36esimo Torino Film Festival. A Carolina è morto il marito in fabbrica durante un turno di notte. Una morte bianca che è finita perfino in tv e di cui tanti piangono invadendole gradualmente l’appartamento: dall’ex fidanzata delle superiori, agli amici più cari (che si stanno per lasciare); dalla vicina di casa truccatrice che le impone eyeliner, matita e contegno, al barelliere ex compagno di calcio giovanile che pronuncia quella parola da sempre incomprensibile e inanimata che è “condoglianze”.
Tre i punti di vista del racconto (Carolina, Bruno, e Cesare, il padre del morto – un Renato Carpentieri sempre immenso); un interno come l’appartamento di Carolina vissuto non come tinello esistenzialista ma come luogo di connotazione e rispecchiamento umanamente popolare (ciabattine, felpetta, tovaglietta, divano sformato); esterni ariosi ed autentici come la casupola di Cesare sul litorale laziale e il microcosmo di vecchi ex operai che gli ruota attorno o quel tetto di casa con i bambini che è poesia pura, fanno di Ride un film coraggioso, libertario, dove nelle singole sequenze Mastandrea regista sembra non scegliere mai la via più semplice per arrivare al risultato prefissato.
“Nell’epoca in cui viviamo è difficile entrare in contatto con la spontaneità delle nostre emozioni. Mi interessava dare la colpa a questa società che ti impedisce di vivere il dolore in modo sano”, spiega il regista all’incontro con la stampa del TFF. “Il tema delle morti bianche non è una mia ossessione (è al centro anche del suo cortometraggio Trevirgolaottantasette del 2005 ndr), ma soprattutto è da anni che su questa tragedia non è cambiato nulla, anzi qualcosa è cambiato ma in peggio. So che la stampa è in buonafede, ma spesso si occupa di una morte del genere per tre quattro giorni poi la notizia scompare. E poi voglio dire che il lavoro non va festeggiato come si fa per il 1 Maggio, ma va reclamato”. Ride esce il 29 novembre in 110 copie distribuito da 01 Distribution. Valerio Mastandrea e Chiara Martegiani saranno ospiti della redazione del fattoquotidiano.it, giovedì 28 novembre alle ore 16.45.