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Global Migration Compact, no di Salvini Conte: “Io a favore, ma voti Parlamento”. Ma Lega e M5s si dividono a Bruxelles

Il vicepremier ha annunciato che il governo non andrà a Marrakesh alla conferenza internazionale sulle migrazioni che si terrà il 10 e 11 dicembre e senza un pronunciamento delle Camere non sottoscriverà il documento in cui l'Onu raccomanda una gestione collettiva del fenomeno migratorio. Il premier Conte al Palazzo di Vetro e Moavero a Montecitorio si erano espressi in favore del testo. Ma il premier: "Non ho cambiato idea"

Matteo Salvini ha deciso: l’Italia non firmerà il Global Migration Compact. Il vicepremier e ministro dell’Interno ha annunciato alla Camera che il governo italiano non andrà a Marrakesh alla conferenza internazionale sulle migrazioni che si terrà il prossimo 10 e 11 dicembre e senza un pronunciamento del Parlamento non sottoscriverà il documento in cui le Nazioni Unite raccomandano una gestione collettiva del fenomeno migratorio. Una posizione condivisa dal M5s, secondo cui “è opportuno parlamentarizzare il dibattito e rimettere le relative scelte all’esito di tale discussione”, scrivono in una nota i parlamentati M5s delle Commissioni Esteri e il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano.

In serata, però, al Parlamento europeo Lega e M5S si sono divisi sul voto per inserire domani all’ordine del giorno della sessione – come secondo punto – un dibattito sul Global compact. Il Carroccio ha votato contro, mentre gli eurodeputati pentastellati a favore. Anche il Parlamento Ue si è diviso nella votazione (208 sì, 195 no, 17 astenuti). A fare richiesta del dibattito è stato il gruppo dei Socialisti e democratici (S&D). Il Ppe ha votato contro in larghissima maggioranza.

Salvini: “Facciamo come la Svizzera” – “La sinistra si lamenta da ore che il governo tolga spazio di espressione, di discussione, di confronto, di partecipazione e di dialogo al Parlamento – ha detto Salvini durante l’esame degli odg al dl Sicurezza – cosa farà il governo sul Global Compact? Farà come la Svizzera, che ha fatto una scelta di democrazia e cambiamento: ha detto fermi tutti. Il governo italiano non andrà a Marrakech, non firmerà nulla. Il dibattito è così importante che non può essere questa solo una scelta del governo. Deve essere il Parlamento a discutere del Global Compact“. La matematica e i tempi richiesti dalle procedure parlamentari suggeriscono che la discussione difficilmente potrà avere luogo prima del 10 dicembre, quando nella capitale del Marocco gli altri Paesi Onu sono attesi alla firma. “Tra poco uscirà un comunicato del presidente del Consiglio che per responsabilità e disponibilità, lascerà che sia il Parlamento a decidere”, ha concluso il vicepremier.

Conte e Moavero: “Giusto parlamentarizzare” – Pochi minuti dopo è arrivato la nota firmata da Giuseppe Conte: “Il Global Migration Compact è un documento che pone temi e questioni diffusamente sentiti anche dai cittadini – si legge – riteniamo opportuno, pertanto, parlamentarizzare il dibattito e rimettere le scelte definitive all’esito di tale discussione, come pure è stato deciso dalla Svizzera. A Marrakech, quindi, il Governo non parteciperà, riservandosi di aderire o meno al documento solo quando il Parlamento si sarà pronunciato”.

A seguire anche il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi si è detto “convinto che l’orientamento del Parlamento rappresenti un punto di riferimento essenziale” in riferimento al Global Compact for Migration, si legge in un comunicato in cui la Farnesina riporta il resoconto stenografico dell’intervento di Moavero a Montecitorio nella seduta del 21 novembre 2018, in cui il ministro sosteneva che il documento “non sarà un atto giuridicamente vincolante” (tesi contestata da diversi esponenti dell’universo sovranista, tra cui il sottosegretario agli Esteri Guglielmo Picchi) e ricordava “che il presidente del Consiglio aveva espresso un orientamento favorevole; in ogni caso avremo un approfondimento in sede di Governo, prima di procedere alla conclusione eventuale dell’accordo stesso, tenendo conto, anche, degli stimoli parlamentari”.

Conte all’Onu: “Sosteniamo il Global Compact” – Cosa aveva detto il premier sul documento Onu? Il 26 settembre ne aveva parlato di fronte all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite: “Da anni l’Italia è impegnata in operazioni di soccorso e salvataggio nel Mar Mediterraneo ed ha sottratto così alla morte decine di migliaia di persone, spesso da sola, come è stato più volte riconosciuto dalle stesse istituzioni europee allorché hanno affermato che l’Italia aveva ‘salvato l’onore dell’Europa’ – aveva spiegato il premier a New York – I fenomeni migratori con i quali ci misuriamo richiedono una risposta strutturata, multilivello e di breve, medio e lungo periodo da parte dell’intera Comunità internazionale. Su tali basi sosteniamo il Global Compact su migrazioni e rifugiati”. Una posizione, si legge in un comunicato diramato dal Palazzo di Vetro, che conte aveva confermato in un faccia a faccia con il segretario generale Antonio Guterres: i due, si legge, “hanno discusso questioni relative alla migrazione e Conte ha espresso il suo sostegno al Global Compact per la migrazione”.

Quel giorno a New York Moavero Milanesi era stato altrettanto netto sull’andamento delle trattative per la stesura del Global Compact: “L’Italia è soddisfatta dal processo negoziale in corso, la bozza finale rappresenta un compromesso molto buono“, aveva spiegato detto il ministro degli Esteri durante l’evento di alto livello Road to Marrakech, a margine dell’Assemblea.

Pd: “Governo si rimangia gli impegni” – Le opposizioni sottolineano il cambio di linea del premier Conte e del ministro Moavero: “Il vero presidente del consiglio, cioè Salvini, ha smentito il ministro degli Esteri e il presidente del consiglio – attacca il capogruppo Pd alla Camera, Graziano Delrio – Moavero e Conte avevano ribadito all’Onu che l’Italia avrebbe firmato il Global compact a Marrakech l’11 dicembre. Ora Salvini cambia la linea del governo e si rimette al Parlamento. E’ un cambio di posizione sostanziale che fa ulteriormente perdere credibilità all’Italia, dopo la brutta figura sulla manovra“. “Il comportamento del premier Conte è vergognoso – commenta il candidato alla Segreteria del Pd, Maurizio Martina – Ha preso impegni internazionali che ora si rimangia, il governo si è spaccato nella sostanza e ha cercato di scaricare sul Parlamento le sue divisioni, mentre l’Italia anche così diventa sempre più lo zimbello globale“.

La replica di Conta: “Giusto un passaggio parlamentare” – “Il Global Compact è assolutamente compatibile con la nostra strategia, ho condiviso il piano con i miei partner Ue, non ho cambiato idea – ha replicato Conte nel pomeriggio – ma essendo un documento che ha valore politico abbiamo convenuto che forse è giusto creare un passaggio parlamentare, in cui far condividere da parte di tutti ciò che stiamo facendo”.

La micro-breccia nel M5s – Nel fronte 5 stelle si apre una breccia: “Il “Global compact? Va sottoscritto assolutamente”, è la posizione di Giuseppe Brescia. Una nuova presa di posizione del deputato e presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera dopo quella sul decreto sicurezza, sul quale l’esponente M5s aveva espresso “perplessità” in particolare sull’articolo 1 “che esclude dal diritto di soggiorno chi, tornando nel suo Paese natio, potrebbe essere vittima di trattamenti disumani o degradanti” e sull’articolo 12, “che esclude la possibilità di accesso alla rete di assistenza Sprar dei richiedenti asilo”.

Più Europa: “Scelta isolazionista”Benedetto Del Vedova e Costanza Hermanin, esponenti di Più Europa, parlano di “attacco al multilateralismo” e ragionano sulle conseguenze della scelta: “”Il governo Conte – spiegano – si schiera con chi decide di bloccare ogni approccio internazionale alla gestione del fenomeno, destinando l’Italia a far fronte da sola e con decisioni completamente inadeguate, come quelle adottate col Decreto Salvini, alle sfide globali. Una scelta isolazionista che sarà controproducente da tutti i punti di vista e allontanerà la possibilità di una gestione europea e pragmatica dei flussi migratori che coinvolgono il nostro paese”.