Questa sera, mercoledì 28 novembre alle 21.25 sul Nove, Roberto Saviano intervista in esclusiva internazionale i tre figli della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia, nella terza ed ultima puntata di “Kings of cirime”.
Matthew, Andrew e Paul, per la prima volta intervistati tutti e tre insieme, ricordano la madre.
Saviano chiede: “Tra i tanti, qual è il ricordo di vostra madre a cui siete più legati e, tra le molte cose, ciò che vi manca di più?”
Matthew risponde: “La maggior parte dei ricordi che ho di mia madre si riferisce a momenti precisi: l’immagine di lei nel giardino che si prende cura delle sue piante, che provvede ai cani… L’ultima cosa che abbiamo fatto insieme è stata raschiare via la vernice da una parete della casa che io e mia moglie avevamo comprato a Malta. Quindi, credo i nostri ricordi siano… li definirei “ricordi domestici” di nostra madre, perché lei non era affatto una persona distante, era molto partecipe delle nostre vite e anche di quelle di tante altre persone. Sono questi i ricordi che sembrano durare di più. In ogni decisione cruciale della mia vita, per me era molto importante che lei fosse d’accordo, che approvasse. E, in un certo senso, è ancora così: mi accorgo che sento sempre il bisogno di chiedermi se lei approverebbe certe scelte. Nostra madre ci ha lasciato questa grande eredità, questo codice morale permanente che ormai ci appartiene e che ci accompagna nella vita.”
Andrew continua: “In questi ultimi mesi, ogni volta che mi sono ritrovato ad affrontare una grande difficoltà, ogni volta che sentivo di essere rimasto senza energie o di aver esaurito la pazienza per portare avanti qualcosa o se ero semplicemente stanco, ho cercato, ho invocato sempre il suo ricordo e ho immaginato lei che mi diceva: “Andiamo, forza, muoviti!” E questo mi ha fatto ritrovare subito le energie.”
Paul conclude: “È strano, ma prima di quel 16 ottobre, tutte le volte che parlavo con mia madre, chiedendole consigli su tutto, come facevano anche i miei fratelli, dalle piccole cose alle più grandi, alla fine della conversazione pensavo sempre: “Mio Dio, un giorno non potrò farlo più, un giorno mia madre morirà”, di morte naturale, credevo. Poi però mi dicevo: “Ma succederà tra anni, decenni!”, perché non riuscivo proprio a concepire un futuro senza la presenza di mia madre. E invece, eccoci qui.”