“Va valutata, comprendiamo le esigenze giornalistiche, ma dateci il tempo di studiare”. Maria Pia Gualteri è il sostituto pg di Milano che dovrà sostenere l’accusa alla riapertura del processo d’appello, il 14 gennaio 2019, contro Umberto e Renzo Bossi, e l’ex tesoriere Francesco Belsito per l’affaire The Family. Quella che dovrà valutare è la lunga lista di appropriazioni indebite che vengono contestate a tutti gli imputati e per cui è stata già emessa una condanna in grado il 10 luglio 2017. Uno studio necessario per le “implicazioni giuridiche” del giudizio: con la riforma Orlando, infatti, il reato non è più procedibile d’ufficio, ma può essere perseguito soltanto se la parte danneggiata deposita una querela. Quella della Lega è arrivata a tre giorni dal termine ultimo che avrebbe fatto estinguere tutte le accuse, fissato per il 30 novembre. Solo che l’avvocato Roberto Zingari – che ilfattoquotidiano.it ha più volte contattato senza successo – ha sì depositato una denuncia alla cancelleria della IV corte d’appello di Milano, ma soltanto contro Belsito, e per i soli capi di imputazione contestati all’ex tesoriere. Una querela ad personam, che avrà l’effetto di risparmiare probabilmente un’altra condanna a Umberto e Renzo Bossi. Perché senza querela il processo per il fondatore e quello che doveva essere il suo delfino – anzi la sua “trota” – è destinato all’estinzione. E Matteo Salvini avrà mantenuto fede agli impegni presi “graziando” il senatur.
Le accuse a Belsito – La denuncia, infatti, non riguarda i capi di imputazioni che Belsito condivideva con i Bossi perché questo avrebbe comportato l’attrazione del reato verso il concorrente in base all’articolo 123 del codice penale. In totale sono 297 le contestazioni della procura di Milano, che è possibile leggere nella motivazioni della sentenza (allegata alla fine dell’articolo, ndr). Ebbene il Carroccio ha querelato Belsito per i capi di imputazione che vanno dal numero 86 – una fattura per un parcheggio per 284,25 euro – alla numero 297, ovvero i 77.131,50 euro per l’acquisto del titolo della laurea albanese Pierangelo Moscagiuro, ex autista di Rosy Mauro, già vicepresidente del Senato, espulsa dal partito ma archiviata da ogni accusa a differenza di Bossi che ha già due condanne. In mezzo ci sono spese per soggiorni in hotel, le immancabili multe, scontrini di enoteche e ristoranti, bollette telefoniche e prelievi tramite assegni per un totale di 2 milioni e 400 mila euro.
Le accuse “graziate” ai Bossi – Fuori dalla querela le contestazioni a Renzo e Umberto Bossi e Belsito, dal capo 1 al capo 20. Dove troviamo le multe, una cartella di Equitalia, l’acquisto di una Audi A6, la laurea per il Trota presso l’università Kristal di Tirana per un totale di 145.524, 28 euro. Dal capo 21 al capo 69 troviamo le altre contestazioni per Bossi senior, Riccardo Bossi e sempre l’ex amministratore: anche in questo caso troviamo tante contravvenzioni, bonifici, assegni, contratto di leasing di una Bmw X5, soldi per il mantenimento per la moglie di Riccardo, riparazioni in carrozzeria, un abbonamento Sky e pure le spese per il veterinario: totale 157.993, 13. Dal capo 70 al capo 85 troviamo i soldi rubati dalle casse della Lega per pagare altre multe, una cartella esattoriale, il pagamento di una fattura di spese mediche per il figlio Sirio, i lavori di ristrutturazione della villa di Gemonio, abbigliamento vario (fra cui le mutande), gioielli, un regalo di nozze, assegni vari e anche il dentista ovvero 208.565,30 euro.
L’escamotage per salvare i Bossi e la scrittura privata
Insomma quella querela ad personam è un escamotage che permette a Matteo Salvini di non latitare completamente dal processo milanese. Ma anche di graziare il senatur, rispettando il patto firmato quattro anni fa. Una scrittura privata che, come raccontato dal fattoquotidiano.it, che impegnava l’attuale segretario a tutelare il padre del Carroccio, travolto dalle inchieste giudiziarie ma ancora molto influente tra i leghisti duri e puri. Rapporti messi nero su bianco il 26 febbraio del 2014 e sottoscritti da Salvini, dall’allora segretario amministrativo Stefano Stefani, da Bossi e dallo storico avvocato del senatur, Matteo Brigandì. In quattro fogli si firmava la pace tra vecchia e nuova Lega: Brigandì rinunciava a rivendicare una parcella milionaria per aver difeso il partito dal 2000 al 2013 e in cambio l’attuale segretario assicurava a Bossi una “quota” pari al 20% delle candidature in posizione di probabile elezione, più uno stipendio da presidente di partito pari a 450mila euro l’anno come “agibilità politica“. Ma di particolare attualità è soprattutto il punto 7 di quella scrittura privata: “Il procedimento penale pendente avanti il tribunale di Milano ove Bossi è difeso da Brigandì, non avrà, da questo momento, alcuna interferenza da parte della Lega che non intende proporre azione risarcitoria nei confronti di alcuno dei membri della famiglia Bossi”. Con una querela di parte contro i Bossi, Salvini avrebbe interferito senza dubbio nel procedimento milanese. Non lo fa fatto, non per Bossi.
Belsito, colpevole da solo – E dire che quella scrittura privata è stata negli anni in gran parte disattesa. Ne sa qualcosa lo stesso Brigandì, che ha visto la Lega costituirsi parte civile al processo che lo vede imputato a Milano per patrocinio infedele e autoriciclaggio nonostante nella stessa scrittura privata fosse contenuta anche questa frase: “La Lega si impegna ad affermare, a mera richiesta, in ogni sede la correttezza del comportamento di Brigandì dal punto di vista morale e deontologico”. A Brigandì, però, evidentemente il Carroccio ha voluto riservare lo stesso atteggiamento di Belsito, querelato due volte: una Genova, dove è stato condannato in secondo grado, e una a Milano, nel processo che ricomincerò all’inizio del 2019. Come se il caos giudiziario – ed economico – in cui è precipitato il partito fosse solo colpa del segretario amministrativo. Se a Milano il processo ai Bossi dovesse estinguersi, sarà così anche a livello formale. “Io sono diventato tesoriere nel 2010 – dice Francesco Belsito all’Adnkronos – se nel 2008 e 2009 c’era una cassa non corretta non posso prendermi io la responsabilità. Ma su quello nessuno è mai andato a verificare i famosi rimborsi spese, non sono stati neanche sequestrati”. L’ex tesoriere lancia una stoccata anche contro altri: “Io posso confermare come segretario amministrativo, senza entrare nel merito di nomi, che molti soggetti sono stati aiutati dalla Lega. Però la colpa è ricaduta solo sulla parte legata a Umberto Bossi e non mi sembra corretto soprattutto per soggetti che lo conoscevano già prima di me, continuano ad essere nella Lega e non so con quale coraggio a volte riescono a guardarlo negli occhi“.
Giustizia & Impunità
Lega, così Salvini ha graziato i Bossi: querela “ad personam” per i reati contestati solo all’ex tesoriere Belsito
L'avvocato Roberto Zingari ha sì depositato una denuncia alla cancelleria della IV corte d'appello di Milano, ma solo per i soli capi di imputazione contestati all'ex tesoriere. Una mossa che avrà l'effetto di risparmiare probabilmente un'altra condanna a Umberto e Renzo Bossi. Perché senza querela il processo per il fondatore e quello che doveva essere il suo delfino - anzi la sua "trota" - è destinato all'estinzione. E Matteo Salvini avrà mantenuto fede agli impegni presi salvando il senatur
“Va valutata, comprendiamo le esigenze giornalistiche, ma dateci il tempo di studiare”. Maria Pia Gualteri è il sostituto pg di Milano che dovrà sostenere l’accusa alla riapertura del processo d’appello, il 14 gennaio 2019, contro Umberto e Renzo Bossi, e l’ex tesoriere Francesco Belsito per l’affaire The Family. Quella che dovrà valutare è la lunga lista di appropriazioni indebite che vengono contestate a tutti gli imputati e per cui è stata già emessa una condanna in grado il 10 luglio 2017. Uno studio necessario per le “implicazioni giuridiche” del giudizio: con la riforma Orlando, infatti, il reato non è più procedibile d’ufficio, ma può essere perseguito soltanto se la parte danneggiata deposita una querela. Quella della Lega è arrivata a tre giorni dal termine ultimo che avrebbe fatto estinguere tutte le accuse, fissato per il 30 novembre. Solo che l’avvocato Roberto Zingari – che ilfattoquotidiano.it ha più volte contattato senza successo – ha sì depositato una denuncia alla cancelleria della IV corte d’appello di Milano, ma soltanto contro Belsito, e per i soli capi di imputazione contestati all’ex tesoriere. Una querela ad personam, che avrà l’effetto di risparmiare probabilmente un’altra condanna a Umberto e Renzo Bossi. Perché senza querela il processo per il fondatore e quello che doveva essere il suo delfino – anzi la sua “trota” – è destinato all’estinzione. E Matteo Salvini avrà mantenuto fede agli impegni presi “graziando” il senatur.
Le accuse a Belsito – La denuncia, infatti, non riguarda i capi di imputazioni che Belsito condivideva con i Bossi perché questo avrebbe comportato l’attrazione del reato verso il concorrente in base all’articolo 123 del codice penale. In totale sono 297 le contestazioni della procura di Milano, che è possibile leggere nella motivazioni della sentenza (allegata alla fine dell’articolo, ndr). Ebbene il Carroccio ha querelato Belsito per i capi di imputazione che vanno dal numero 86 – una fattura per un parcheggio per 284,25 euro – alla numero 297, ovvero i 77.131,50 euro per l’acquisto del titolo della laurea albanese Pierangelo Moscagiuro, ex autista di Rosy Mauro, già vicepresidente del Senato, espulsa dal partito ma archiviata da ogni accusa a differenza di Bossi che ha già due condanne. In mezzo ci sono spese per soggiorni in hotel, le immancabili multe, scontrini di enoteche e ristoranti, bollette telefoniche e prelievi tramite assegni per un totale di 2 milioni e 400 mila euro.
Le accuse “graziate” ai Bossi – Fuori dalla querela le contestazioni a Renzo e Umberto Bossi e Belsito, dal capo 1 al capo 20. Dove troviamo le multe, una cartella di Equitalia, l’acquisto di una Audi A6, la laurea per il Trota presso l’università Kristal di Tirana per un totale di 145.524, 28 euro. Dal capo 21 al capo 69 troviamo le altre contestazioni per Bossi senior, Riccardo Bossi e sempre l’ex amministratore: anche in questo caso troviamo tante contravvenzioni, bonifici, assegni, contratto di leasing di una Bmw X5, soldi per il mantenimento per la moglie di Riccardo, riparazioni in carrozzeria, un abbonamento Sky e pure le spese per il veterinario: totale 157.993, 13. Dal capo 70 al capo 85 troviamo i soldi rubati dalle casse della Lega per pagare altre multe, una cartella esattoriale, il pagamento di una fattura di spese mediche per il figlio Sirio, i lavori di ristrutturazione della villa di Gemonio, abbigliamento vario (fra cui le mutande), gioielli, un regalo di nozze, assegni vari e anche il dentista ovvero 208.565,30 euro.
L’escamotage per salvare i Bossi e la scrittura privata
Insomma quella querela ad personam è un escamotage che permette a Matteo Salvini di non latitare completamente dal processo milanese. Ma anche di graziare il senatur, rispettando il patto firmato quattro anni fa. Una scrittura privata che, come raccontato dal fattoquotidiano.it, che impegnava l’attuale segretario a tutelare il padre del Carroccio, travolto dalle inchieste giudiziarie ma ancora molto influente tra i leghisti duri e puri. Rapporti messi nero su bianco il 26 febbraio del 2014 e sottoscritti da Salvini, dall’allora segretario amministrativo Stefano Stefani, da Bossi e dallo storico avvocato del senatur, Matteo Brigandì. In quattro fogli si firmava la pace tra vecchia e nuova Lega: Brigandì rinunciava a rivendicare una parcella milionaria per aver difeso il partito dal 2000 al 2013 e in cambio l’attuale segretario assicurava a Bossi una “quota” pari al 20% delle candidature in posizione di probabile elezione, più uno stipendio da presidente di partito pari a 450mila euro l’anno come “agibilità politica“. Ma di particolare attualità è soprattutto il punto 7 di quella scrittura privata: “Il procedimento penale pendente avanti il tribunale di Milano ove Bossi è difeso da Brigandì, non avrà, da questo momento, alcuna interferenza da parte della Lega che non intende proporre azione risarcitoria nei confronti di alcuno dei membri della famiglia Bossi”. Con una querela di parte contro i Bossi, Salvini avrebbe interferito senza dubbio nel procedimento milanese. Non lo fa fatto, non per Bossi.
Belsito, colpevole da solo – E dire che quella scrittura privata è stata negli anni in gran parte disattesa. Ne sa qualcosa lo stesso Brigandì, che ha visto la Lega costituirsi parte civile al processo che lo vede imputato a Milano per patrocinio infedele e autoriciclaggio nonostante nella stessa scrittura privata fosse contenuta anche questa frase: “La Lega si impegna ad affermare, a mera richiesta, in ogni sede la correttezza del comportamento di Brigandì dal punto di vista morale e deontologico”. A Brigandì, però, evidentemente il Carroccio ha voluto riservare lo stesso atteggiamento di Belsito, querelato due volte: una Genova, dove è stato condannato in secondo grado, e una a Milano, nel processo che ricomincerò all’inizio del 2019. Come se il caos giudiziario – ed economico – in cui è precipitato il partito fosse solo colpa del segretario amministrativo. Se a Milano il processo ai Bossi dovesse estinguersi, sarà così anche a livello formale. “Io sono diventato tesoriere nel 2010 – dice Francesco Belsito all’Adnkronos – se nel 2008 e 2009 c’era una cassa non corretta non posso prendermi io la responsabilità. Ma su quello nessuno è mai andato a verificare i famosi rimborsi spese, non sono stati neanche sequestrati”. L’ex tesoriere lancia una stoccata anche contro altri: “Io posso confermare come segretario amministrativo, senza entrare nel merito di nomi, che molti soggetti sono stati aiutati dalla Lega. Però la colpa è ricaduta solo sulla parte legata a Umberto Bossi e non mi sembra corretto soprattutto per soggetti che lo conoscevano già prima di me, continuano ad essere nella Lega e non so con quale coraggio a volte riescono a guardarlo negli occhi“.
SALVIMAIO
di Andrea Scanzi 12€ AcquistaArticolo Precedente
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Giustizia & Impunità
Il governo condannato a risarcire i migranti bloccati da Salvini sulla nave Diciotti. Meloni: “Frustrante dover spendere soldi per loro”
Mondo
Mosca: “Riarmo contro noi, pronti a misure adeguate”. Mattarella: “Truppe italiane in Ucraina? Presto per parlarne”. Italia al vertice dei generali Ue a Parigi
Zonaeuro
L’assalto all’Ue dei lobbisti delle armi: 18 incontri con i commissari in tre mesi di von der Leyen II
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Offrendo soluzioni innovative nel campo della ricarica per veicoli elettrici e dei sistemi di accumulo di energia, Vestel Mobility presenterà le sue ultime tecnologie alla Fiera Key, che si svolgerà fino al 7 marzo a Rimini, in Italia, presso il Rimini Expo Centre. Alla fiera, a cui partecipa per la prima volta, l'azienda punta a rafforzare la propria posizione nel settore della mobilità europea esponendo per la prima volta alla fiera il nuovo catalogo dei suoi prodotti Dc. I veicoli elettrici e i sistemi energetici sostenibili, sottolinea Ender Yüksel, Direttore Generale di Vestel Mobility, "non sono solo tra i pilastri fondamentali di oggi, ma anche del futuro. Come Vestel Mobility, il nostro obiettivo è essere pionieri di questa trasformazione con le nostre tecnologie innovative. La Fiera Key è un punto di incontro strategico per l'ecosistema dell'energia e della mobilità in Europa, e parteciparvi per la prima volta rappresenta per noi un passo strategico".
In particolare, aggiunge, "il mercato italiano offre un grande potenziale grazie ai crescenti investimenti nelle soluzioni di mobilità sostenibile. Con le nostre ultime soluzioni di ricarica Dc e il nostro portafoglio prodotti ampliato che presenteremo in fiera, miriamo a rafforzare la nostra presenza in questo mercato e a introdurre le nostre innovazioni che plasmeranno il futuro del settore".
Vestel Mobility presenterà ai visitatori di Key 2025 - The Energy Transition Expo, uno degli eventi energetici più prestigiosi d'Europa, le più recenti soluzioni di ricarica Dc in corrente continua e i sistemi di accumulo di energia. Soluzioni innovative, in particolare nel campo delle tecnologie di ricarica per veicoli elettrici, saranno al centro dell'attenzione della fiera. L'ampio portafoglio prodotti di Vestel Mobility, composto da stazioni di ricarica Ac e Dc, offre soluzioni altamente efficienti e sostenibili, adatte alle diverse esigenze degli utenti. I prodotti che saranno esposti in fiera comprendono stazioni di ricarica in corrente alternata come Ac Qatro, Ac Vario, Ac Libra e Ac Rhea, nonché soluzioni di ricarica Dc in corrente continua ultraveloce da 400 kW che offrono prestazioni elevate. Queste innovative stazioni di ricarica Dc in corrente continua offrono agli utenti di veicoli elettrici un'esperienza di ricarica rapida, affidabile ed efficiente, fornendo al contempo un'infrastruttura sostenibile nelle aree commerciali e pubbliche.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Offrendo soluzioni innovative nel campo della ricarica per veicoli elettrici e dei sistemi di accumulo di energia, Vestel Mobility presenterà le sue ultime tecnologie alla Fiera Key, che si svolgerà fino al 7 marzo a Rimini, in Italia, presso il Rimini Expo Centre. Alla fiera, a cui partecipa per la prima volta, l'azienda punta a rafforzare la propria posizione nel settore della mobilità europea esponendo per la prima volta alla fiera il nuovo catalogo dei suoi prodotti Dc. I veicoli elettrici e i sistemi energetici sostenibili, sottolinea Ender Yüksel, Direttore Generale di Vestel Mobility, "non sono solo tra i pilastri fondamentali di oggi, ma anche del futuro. Come Vestel Mobility, il nostro obiettivo è essere pionieri di questa trasformazione con le nostre tecnologie innovative. La Fiera Key è un punto di incontro strategico per l'ecosistema dell'energia e della mobilità in Europa, e parteciparvi per la prima volta rappresenta per noi un passo strategico".
In particolare, aggiunge, "il mercato italiano offre un grande potenziale grazie ai crescenti investimenti nelle soluzioni di mobilità sostenibile. Con le nostre ultime soluzioni di ricarica Dc e il nostro portafoglio prodotti ampliato che presenteremo in fiera, miriamo a rafforzare la nostra presenza in questo mercato e a introdurre le nostre innovazioni che plasmeranno il futuro del settore".
Vestel Mobility presenterà ai visitatori di Key 2025 - The Energy Transition Expo, uno degli eventi energetici più prestigiosi d'Europa, le più recenti soluzioni di ricarica Dc in corrente continua e i sistemi di accumulo di energia. Soluzioni innovative, in particolare nel campo delle tecnologie di ricarica per veicoli elettrici, saranno al centro dell'attenzione della fiera. L'ampio portafoglio prodotti di Vestel Mobility, composto da stazioni di ricarica Ac e Dc, offre soluzioni altamente efficienti e sostenibili, adatte alle diverse esigenze degli utenti. I prodotti che saranno esposti in fiera comprendono stazioni di ricarica in corrente alternata come Ac Qatro, Ac Vario, Ac Libra e Ac Rhea, nonché soluzioni di ricarica Dc in corrente continua ultraveloce da 400 kW che offrono prestazioni elevate. Queste innovative stazioni di ricarica Dc in corrente continua offrono agli utenti di veicoli elettrici un'esperienza di ricarica rapida, affidabile ed efficiente, fornendo al contempo un'infrastruttura sostenibile nelle aree commerciali e pubbliche.
Roma, 7 mar. (Adnkronos) - "Pasquale Laurito ha seguito con passione e competenza la politica italiana per decenni, diventando un importante punto di riferimento per il giornalismo parlamentare. Con il suo lavoro e la sua dedizione ha raccontato la vita delle istituzioni con grandissima profondità. Le mie condoglianze e quelle del Senato della Repubblica ai suoi cari e a chi ha condiviso con lui questo lungo percorso". Lo scrive sui social il presidente del Senato, Ignazio La Russa.
Milano, 7 mar. (Adnkronos) - "La campagna 'Mettici la testa' è mirata principalmente ai cestini, che noi chiamiamo cestoni stradali. A Milano ce ne sono circa 13mila per le strade e 10mila nei parchi. La densità di questi cestini è di 1,7 per abitante, la più alta d’Europa, solo Amsterdam si avvicina. Come dimensionamento e posizionamento ci siamo, abbiamo aumentato la frequenza di svuotamento rispetto al contratto precedente fino ad arrivare a una media di 2,2 svuotamenti al giorno". Così Marcello Milani, amministratore delegato di Amsa, durante la presentazione della campagna 'Mettici la Testa', che ha preso il via a Milano con l’inaugurazione di un’installazione interattiva per portare cittadini, city users e turisti 'dentro' al fenomeno dell’utilizzo improprio dei cestini stradali.
In piazza XXV aprile un enorme contenitore alto circa 7 metri diventa uno spazio di riflessione in cui le persone possono letteralmente 'mettere la testa' e osservare il problema dei conferimenti errati: "L'obiettivo della campagna -prosegue Milani- è ricordare ai milanesi che i cestini vanno utilizzati per i rifiuti prodotti in mobilità durante il passeggio e non per quelli prodotti in abitazione o esercizi commerciali".
"L'utilizzo sbagliato -avverte- comporta il veloce riempimento dei cestini e una mancanza di decoro quando traboccano. Speriamo che chi ha sbagliato rifletta sull’errore e ci dia una mano. Il lavoro che facciamo viene bene se i milanesi ci danno una mano come già stanno facendo con la raccolta differenziata. Se continuano a darci una mano noi facciamo un buon lavoro e la città risulta più pulita con l’aiuto di tutti".
Milano, 7 mar. (Adnkronos) - "La campagna 'Mettici la testa' è mirata principalmente ai cestini, che noi chiamiamo cestoni stradali. A Milano ce ne sono circa 13mila per le strade e 10mila nei parchi. La densità di questi cestini è di 1,7 per abitante, la più alta d’Europa, solo Amsterdam si avvicina. Come dimensionamento e posizionamento ci siamo, abbiamo aumentato la frequenza di svuotamento rispetto al contratto precedente fino ad arrivare a una media di 2,2 svuotamenti al giorno". Così Marcello Milani, amministratore delegato di Amsa, durante la presentazione della campagna 'Mettici la Testa', che ha preso il via a Milano con l’inaugurazione di un’installazione interattiva per portare cittadini, city users e turisti 'dentro' al fenomeno dell’utilizzo improprio dei cestini stradali.
In piazza XXV aprile un enorme contenitore alto circa 7 metri diventa uno spazio di riflessione in cui le persone possono letteralmente 'mettere la testa' e osservare il problema dei conferimenti errati: "L'obiettivo della campagna -prosegue Milani- è ricordare ai milanesi che i cestini vanno utilizzati per i rifiuti prodotti in mobilità durante il passeggio e non per quelli prodotti in abitazione o esercizi commerciali".
"L'utilizzo sbagliato -avverte- comporta il veloce riempimento dei cestini e una mancanza di decoro quando traboccano. Speriamo che chi ha sbagliato rifletta sull’errore e ci dia una mano. Il lavoro che facciamo viene bene se i milanesi ci danno una mano come già stanno facendo con la raccolta differenziata. Se continuano a darci una mano noi facciamo un buon lavoro e la città risulta più pulita con l’aiuto di tutti".
Roma, 7 mar. (Adnkronos) - "La chimica ha fatto la differenza nel nostro sistema Paese e soprattutto nella rivoluzione economica del nostro paese. La chimica ha fatto il boom economico, la chimica ci ha dato un premio Nobel, la chimica fa la differenza, la chimica è il futuro, la chimica è la qualità del nostro futuro, la chimica ha inquinato, la chimica renderà tutto più sostenibile. Grazie dunque ad Antonio Tajani per saper fare sistema, anzi, 'ecosistema', che significa mettere insieme tutte le forze per proporre un prodotto - abbiamo prodotti di assoluta innovatività - dalla ricerca, all'evoluzione applicata all'industria, alla distribuzione". Lo ha detto il ministro dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, intervenendo all'evento, a Villa Madama, 'Innovazione chimica come moltiplicatore di internalizzazione e competitività'.
Accanto a 'ecosistema', la Bernini cita l'importanza di un altro termine, quello di 'multidisciplinarietà': "Direi che la chimica - afferma - è uno dei luoghi della formazione multidisciplinare, dove maggiormente si manifesta l'esigenza di contaminazione culturale. Le università si sono sicuramente strutturate per dare alla chimica uno sfondo multidisciplinare. Ci sono 125 corsi di laurea nelle università italiane dedicate alla chimica, e non sono solo chimica e o scienze chimiche, ma chimica del materiale, chimica della manufacturing, perché la chimica è materiale, voi tutti lo sapete. Il materiale che ci interessa di più in assoluto in questo momento è un materiale in cui noi siamo fortissimi e inimitabili: è la materia grigia, che caratterizza la forza dei nostri ricercatori. C'è la chimica applicata all'industria e all'ambiente, la chimica dell'ambiente, la chimica della sostenibilità, la chimica dell'industria, dell'estetica e della cosmetica, la chimica forense, la chimica nei laboratori, la chimica dello sport, la chimica applicata all'intelligenza artificiale. Tutto questo per dire che la forza del nostro sistema formativo anche quello di avere profonde, strutturatissime radici nel nostro passato, che sono il presupposto del nostro futuro, hanno nella chimica la massima espressione".
Riguardo il mondo dell'università, la ministra sottolinea come adesso, a dispetto del passato, "l'interdisciplinarietà sia essenziale, anzi la' transdisciplinarietà, che deve essere verticale e orizzontale. Bisogna saper lavorare insieme: università, enti di ricerca, imprese, territori, terzo settore, associazionismo, professionisti. Questo è il senso delle infrastrutture di ricerca. Noi abbiamo investito 11 miliardi per creare infrastrutture di ricerca che facciano ancora 'ecosistema'. Cioè che lavorino tutti insieme. Un tempo si diceva che l'università era l'uomo della speculazione, l'impresa l'uomo dell'attuazione. Non è più così. Deve esistere un lavoro e un collegamento immediato tra chi si fa le domande, chi dà le risposte e chi rende queste risposte concrete. E naturalmente oggetto di una distribuzione il più possibile internazionalizzante. Io credo che la parola 'internazionalizzazione' sia molto importante oggi. Proprio perché nessuno può prescindere da una dimensione internazionale. Che non significa destrutturare la natura delle nostre piccole e medie imprese".
"Bisogna dare alle nostre piccole e medie imprese una cifra scientifica di ricerca - conclude la Bernini - perché è importantissimo il collegamento con gli enti di ricerca e soprattutto una struttura Paese che li sappia sopportare. Questo è, secondo me, il luogo giusto per esprimere le proprie potenzialità e soprattutto per consentire quell'interoperabilità, non solamente del capitale tecnologico, ma anche soprattutto del capitale umano, cioè far andare e tornare ricercatori, perché i cervelli non si fermano con le barriere, si fanno tornare con le infrastrutture di ricerca".
Milano, 7 mar. (Adnkronos) - "Quanto sta accadendo oggi ha dell'incredibile! L'unico assessore che ha avuto il coraggio di criticare l'operato della sinistra al governo della città viene fatto fuori dai responsabili della disfatta urbanistica meneghina, il sindaco Sala con la sua amministrazione comunale, che si guardano bene dal presentare le dovute dimissioni". Lo afferma Samuele Piscina, Consigliere comunale di Milano e segretario provinciale della Lega, in merito alle dimissioni di Guido Bardelli, assessore milanese alla Casa. Dimissioni che arrivano dopo il terremoto giudiziario sull'urbanistica.
"Le responsabilità della sinistra comunale, che per più di un decennio ha dettato le regole sull'urbanistica, sono evidenti ormai a tutti e ricadono sulle famiglie che hanno acquistato casa, sui lavoratori e su tutti i milanesi a causa del prezzo delle case in città che schizzerà sempre più alle stelle. Fare di Bardelli, in Giunta da pochi mesi, un capro espiatorio solo perché ha osato criticare l'imperatore Beppe, non risolverà la situazione" aggiunge in una nota.
"A gran voce la Lega continua a chiedere all'amministrazione comunale di fare in passo indietro nell'interesse dei milanesi. Il sistema Milano, inteso come apparato amministrativo di gestione evidentemente incompetente della questione urbanistica, è evidente che non abbia retto e presenti troppi buchi grigi, per nulla trasparenti. Serve cambiamento e a prescindere un commissariamento dell'amministrazione sulla materia urbanistica", conclude Piscina.