Le due piccole sono nate grazie alla fecondazione di due ovuli donati da una donna anonima, e poi all’impianto e alla gestazione nell’utero di un’altra donna con la quale si erano accordati in base al diritto di famiglia californiano
“Oggi siamo felici. Anche se resterà per sempre la ferita di esser dovuti passare da qui”. Da qui è il Tribunale di Milano dove due papà hanno dovuto battersi contro il Comune di Milano per la trascrizione dell’atto di nascita delle figlie: due gemelle nate meno di un anno fa in California. L’ufficiale di Stato civile del Comune di Milano dovrà fare quello che aveva rifiutato. Le due piccole sono nate grazie alla fecondazione di due ovuli donati da una donna anonima, e poi all’impianto e alla gestazione nell’utero di un’altra donna con la quale si erano accordati in base al diritto di famiglia californiano.
La coppia, insieme da 10 anni e unitasi civilmente, aveva scelto gli Usa per la fecondazione di due ovuli, uno contenente il 50% del patrimonio genetico di uno dei due uomini e il 50% della donatrice anonima dell’ovulo, e l’altro contenente il 50% del patrimonio genetico dell’altro uomo e il 50% della donatrice. All’arrivo in Italia la trascrizione viene rifiutata, ma Palazzo Marino motiva il rigetto con la necessità di attendere il verdetto delle Sezioni Unite della Cassazione sulla nozione di “contrarietà all’ordine pubblico” in un caso simile. Ma il Tribunale, come riporta il Corriere della Sera, motiva la decisione basandola su “principi fondamentali” che si fondano “su esigenze di tutela dei diritti dell’uomo e comuni ai diversi ordinamenti, nonché collocati a un livello superiore alla legislazione ordinaria”.
I due uomini devono essere quindi, hanno stabilito i giudici, “riconosciuti genitori delle piccole, nonostante abbiano ciascuno un legame biologico con una soltanto delle minori” che “non può ritenersi lesivo di principi superiori” visto che il quadro normativo e giurisprudenziale “internazionale, comunitario e interno tende a valorizzare sempre meno questo legame, in favore di altri aspetti della maternità/paternità correlati al consenso, alla volontarietà e all’assunzione della responsabilità genitoriale“. Ma non solo i genitori dello stesso sesso all’estero non solo sono previsti ma tutelati e in Italia ci sono state sentenze sulla base “dell’interesse del minore”, tra l’altro “non esistendo dati scientifici che attestino la rilevanza dell’orientamento sessuale dei genitori sul benessere dei figli”.
Solo venti fa un’altra decisione del Tribunale di Milano era stata favorevole a due papà di una bambina nata negli Usa, ma il verdetto aveva sollevato un caso politico in consiglio comunale con uno dei consiglieri della maggioranza, guidata dal sindaco Beppe Sala, in aperto dissenso con il primo cittadino. E, dopo quel verdetto uno dei papà delle gemelline nate in California aveva scritto una lettera aperta a Sala affinché trascrivesse gli atti “di tutti gli altri bimbi in attesa, lo faccia subito. Non sbagli ancora restando fermo”. Al fattoquotidiano.it il papà poi aveva aggiunto: “Se non sei d’accordo su come queste bimbe siano nate in modo lecito all’estero, ciò non significa che possano essere prese in ostaggio dalla politica in attesa che vengano riconosciute le loro tutele”. Un riconoscimento arrivato dal Tribunale.