Luigi Di Maio sapeva della causa intentata contro la società di cui è socio al 50% da uno dei lavoratori tenuti a nero dal padre? Il vicepremier ha chiesto al suo genitore se quello di Salvatore Pizzo fosse l’unico caso di dipendente senza regolare contrattoAll’indomani del nuovo servizio delle Iene e di altri approfondimenti giornalistici sulla questione ci sono ancora degli aspetti da chiarire sulla vicenda dei lavoratori in nero tenuti tra il 2008 e il 2010 dal padre del capo politico del M5s.

LA CAUSA CONTRO ANTONIO DI MAIO
Sul Corriere della Sera di mercoledì 28 novembre sono riportati particolari sinora inediti sulla questione della causa intentata da Domenico Sposito contro Antonio Di Maio, il padre del vicepremier. Il lavoratore ha dichiarato alle Iene di aver lavorato per tre anni per la Ardima Srl, la società della famiglia Di Maio, che fino al 2012 era intestata a Paolina Esposito (la madre di Luigi) e successivamente passata a Luigi e alla sorella Rosalba (entrambi sono soci con il 50% delle quote). Nella fattispecie, Sposito ha sostenuto di aver lavorato dal 2008 al 2010 per otto ore al giorno per la ditta del vicepremier: 4 ore pagate secondo regolare contratto, le altre 4 in nero. Terminato il rapporto di lavoro, nel 2013 il dipendente si è rivolto ai giudici di Nola per chiedere la regolarizzazione. La sentenza di primo grado è arrivata nel 2016 e ha dato torto a Sposito, che ha deciso di fare ricorso (udienza prevista nel 2020) non accettando la proposta di transazione avanzata dal padre di Luigi Di Maio. Che ha assicurato alle Iene di non saperne nulla, ma ha garantito che anche in questo caso – come in quello di Salvatore Pizzo – chiederà informazioni al padre e verificherà tutto.

COSA HA DETTO IL PADRE DI DI MAIO AL FIGLIO
Altro interrogativo: perché il vicepremier non ha chiesto al padre se quello di Salvatore Pizzo fosse l’unico caso di lavoratore a nero? A specifica domanda delle Iene, Di Maio ha dichiarato di aver chiesto al padre delucidazioni sulla vicenda di Pizzo perché solo di quella era a conoscenza. Dunque il padre del vicepremier ha continuato a mentire con suo figlio anche dopo il primo servizio delle Iene sul lavoro nero nella ditta di famiglia? A leggere il retroscena del Corriere della Sera firmato da Alessandro Trocino, sembrerebbe proprio di sì, tanto che Di Maio sarebbe stato protagonista di una lite telefonica con il padre Antonio, accusato di avergli mentito e di avergli fatto fare brutta figura con tutti. Sempre nell’articolo del quotidiano di via Solferino, poi, vengono raccontati i malumori interni al Movimento 5 Stelle, con molti parlamentari irritati soprattutto per il fatto che Luigi Di Maio non ha mai ceduto le quote della società di famiglia, andando incontro a un potenziale conflitto di interesse.

IL RUDERE DI FAMIGLIA A MARIGLIANELLA
Se il Corsera punta sulla vicenda dei lavoratori in nero, la Repubblica invece si concentra sulla vicenda del rudere rilevato dalla polizia municipale di Mariglianella nei terreni di proprietà del padre e della zia dell’attuale numero uno del M5s. Dopo un articolo del Giornale, gli agenti del comune in provincia di Napoli stanno verificando se i manufatti siano abusivi. Sui terreni, scrive Repubblica, risulta anche un’ipoteca per una cartella di Equitalia per una somma di 172mila euro. Il padre del vicepremier ha assicurato che chiarirà tutto, ma nel frattempo il figlio Luigi è stato chiamato a rispondere anche di questo nella puntata di Di Martedì andata in onda martedì. Di Maio junior ha spiegato che in quel immobile hanno vissuto i suoi genitori e i suoi nonni dopo il terremoto del 1980: “Ho detto a mio padre che tutto quello che si dovrà fare si farà e di quello che è stato fatto ne risponderà mio padre” ha specificato il vicepremier. Che poi ha concluso: “L’ipoteca da 172mila euro? A questo punto significa che quel terreno andrà all’asta“.

DI MAIO ERA REGOLARMENTE ASSUNTO QUANDO HA LAVORATO PER IL PADRE
Il servizio delle Iene avanzava anche un altro dubbio, poi smentito. Filippo Roma ha infatti chiesto al ministro anche un altro particolare: quando d’estate ha lavorato per il padre era regolarmente assunto? “Se si venisse a scoprire che un ministro del Lavoro ha lavorato in nero ci crollerebbe il mondo addosso” ha detto l’inviato, con il capo politico del Movimento 5 Stelle che ha assicurato di essere pronto a fornire tutti i documenti (libretto di lavoro e assicurazione). Carte che ha poi effettivamente pubblicato nel pomeriggio di mercoledì sul Blog delle stelle e che testimoniano la sua regolare assunzione.

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