Il gruppo ha annunciato che produrrà a Mirafiori la 500 elettrica e a Pomigliano il suv compatto dell’Alfa Romeo, oltre alla Panda. Rinviata l'uscita dal diesel. La Fiom, convocata separatamente dagli altri sindacati, contesta che il piano sia sufficiente per saturare la capacità di tutti gli stabilimenti
Fiat Chrysler investirà in Italia “più di 5 miliardi di euro” nel periodo 2019-2021, garantendo al termine del piano la piena occupazione. A Mirafiori sarà prodotta la 500 elettrica e nello stabilimento di Pomigliano, oltre alla Panda, il suv compatto dell’Alfa Romeo. Da Melfi, dove attualmente si fanno la 500X e la Jeep Renegade, usciranno anche la Jeep Renegade ibrida plug-in e la Jeep Compass. A Cassino approderà invece il nuovo suv a marchio Maserati, a Modena le nuove generazioni specialty cars di Maserati e Alfa. Rinviato a dopo la fine del piano l’addio al diesel. Lo hanno annunciato i nuovi vertici del gruppo, che hanno incontrato per la prima volta i sindacati e hanno illustrato il piano per gli stabilimenti italiani. Giovedì mattina sono stati convocati i rappresentanti di Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Associazione Quadri, mentre quelli della Fiom, che non ha firmato il contratto oggi in vigore, hanno incontrato i manager nel pomeriggio.
Il numero uno Mike Manley, successore di Sergio Marchionne, e il responsabile dell’area Emea Pietro Gorlier hanno spiegato che gli interventi previsti per le fabbriche italiane garantiranno “una solida missione produttiva a tutti i siti italiani” e consentiranno di raggiungere l’obiettivo della piena occupazione alla fine del piano. La Fiom contesta però la possibilità di raggiungere quel risultato. Fca nei prossimi tre anni lancerà 13 nuovi modelli o restyling di modelli esistenti, ma anche nuove motorizzazioni con tecnologia ibrida ed elettrica. “Gli investimenti sono già lanciati, partiamo domani mattina”, ha detto Gorlier. “Partiremo nei prossimi mesi con un piano di formazione del personale incentrato proprio sulle tecnologie ibride ed elettriche. La 500 elettrica vedrà la luce nel primo trimestre del 2020”. A Termoli è previsto un nuovo modulo produttivo per i propulsori benzina FireFly 1.0 e 1.3 turbo, aspirati e ibridi.
Se a Mirafiori verrà prodotta la prima auto “full electric” del gruppo, l’uscita dal diesel è stata però “rinviata e non ci sarà nel 2021”, ha spiegato il segretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli, che ha denunciato un tentativo di aggressione da parte dei Cobas di Pomigliano e Melfi all’uscita dallo stabilimento ricevendo la solidarietà della segretaria Fiom Francesca Re David. In precedenza Fca aveva annunciato un’uscita dalla produzione con motorizzazioni diesel alla fine del piano industriale al 2022. Ora, invece, non c’è una scadenza. In merito agli investimenti in Italia, Bentivogli si dice soddisfatto. Secondo il sindacalista “si tratta di una concentrazione di investimenti e di produzione assolutamente straordinaria senza un euro di denaro pubblico e senza alcun intervento del governo, mentre nel resto del mondo Gm chiude impianti e procede a 15mila licenziamenti“.
“Il piano di Fca è in grado di saturare tutti gli stabilimenti italiani”, ha aggiunto il segretario generale Uilm, Rocco Palombella. “Si tratta di un piano coraggioso, di sviluppo in un contesto difficile in cui, per esempio, l’industria automotive statunitense sta avviando delle significative riduzioni di personale”. Il lancio di modelli innovativi di motori consentirà di proseguire a produrre auto diesel oltre il termine originariamente previsto nel 2021. “Questo, insieme alla introduzione della nuova generazione di propulsori ibridi, avrà ricadute positive sugli stabilimenti di Termoli, Cento e Pratola Serra. E’ del resto prevista l’ibridazione di pressoché tutti i modelli attualmente in produzione, compresa Fiat Panda e 500 X”, ha concluso Palombella.
Critica invece Francesca Re David, segretaria generale della Fiom, che prima di incontrare i vertici Fca ha anticipato che i nuovi modelli e la svolta sull’elettrico “non bastano per raggiungere l’obiettivo della piena occupazione”. “E’ grottesco che anche sul piano industriale si sia sentita la necessità di tenere la Fiom su un tavolo separato“, ha osservato Re David. “L’annuncio di modelli è importante ma non saturano il polo Maserati, cioè Torino e Modena, e Pomigliano. Per fare un nuovo modello ci vuole un anno o un anno e mezzo, con gli ammortizzatori sociali che scadono a settembre 2019. Una cosa è certa: la cassa integrazione in Fca continuerà fino al 2021 e doveva essere già finita da un paio di anni. Quindi occorre monitorare con attenzione il piano. Ci vorrebbe un tavolo del governo come in tutti gli altri Paesi sul tema dell’auto per modelli, occupazione e ammortizzatori sociali”.