Siluro, nutria, gambero rosso della Louisiana, scoiattolo grigio, ailanto, catalpa, buddleja, paulonia. Che cos’hanno in comune queste diverse specie dei mondi animale e vegetale? Hanno in comune che provengono da un altrove rispetto alla nostra italica terra. Sono specie alloctone, o aliene che dir si voglia, e si stanno propagando con danni all’ecosistema originario a tal punto da essere definite specie invasive.
So già quello che qualcuno adesso penserà leggendo quello che scrivo: “Anche il pomodoro e la patata provenivano dalle Americhe, bella scoperta. E allora?”, allora c’è che mentre alcune specie alloctone importate da Paesi lontani nei secoli scorsi si sono adattate o vivono confinate senza causare particolari problemi, oggi, con le “nuove” introduzioni volontarie o meno, la situazione si palesa assai diversa. È cosa nota, ad esempio, che lo scoiattolo grigio – malauguratamente importato da una signora e liberato nei giardini di Nervi – sta soppiantando lo scoiattolo rosso. È altresì noto che il siluro ha colonizzato lunghi tratti del Po facendo piazza pulita delle specie originarie. Così come, nel campo vegetale, una pianta come l’ailanto sta rapidamente soppiantando altre nostre piante spontanee, sia in città sia in natura.
La domanda che sorge spontanea è: che fare? E, soprattutto, se fare. Per rispondere a questa problematica, le istituzioni nazionali ed europee hanno adottato diverse normative, regolamenti e risoluzioni. In particolare, nel 2014, coerentemente con quanto previsto dalla Strategia europea sulla biodiversità, il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione europea hanno approvato il Regolamento 1143/2014 “recante disposizioni volte a prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive”, entrato in vigore dal 1° gennaio 2015. E attualmente è in corso il progetto Life Asap (Alien Species Awareness Program) cofinanziato dalla Commissione europea e coordinato da Ispra, che vede coinvolta anche Legambiente. Ma non è semplice intervenire. Basti pensare alla fauna marina: nel Mediterraneo 150 nuove specie registrate solo negli ultimi 15 anni, soprattutto a causa dei cambiamenti climatici in corso!
Devo ammettere che, mentre per altre problematiche che riguardano l’ambiente e il territorio ho le idee abbastanza chiare, su questa specifica problematica non so bene che pensare. Non sapendo dove sbattere la testa, ne ho parlato con Massimo Vitturi, responsabile Lav area animali selvatici, posto che della tematica l’associazione animalista si è molto occupata in questi anni, almeno appunto per il campo animale. Vitturi è stato draconiano: la situazione è sfuggita di mano, pensare di uccidere esemplari delle specie invasive è, oltre che immorale, perfettamente inutile. È una battaglia persa.
A ciò aggiungasi che spesso mancano dati certi, sia relativamente ai danni che tali specie arrecano sia all’entità delle popolazioni. Ad esempio, nel caso delle nutrie, un recente convegno dell’associazione ha concluso che i dati forniti dalla regione Lombardia risultano del tutto sovrastimati, così come i danni che le nutrie arrecano alle infrastrutture idrauliche. Questo a tacere del fatto che si potrebbe evitare di fare delle mattanze, quando si potrebbe operare con campagne di sterilizzazione. In conclusione: il problema è complesso, di non facile risoluzione e, in taluni casi, per talune specie, l’uomo pare che debba ammettere una volta tanto la propria impotenza.
Mentre scrivevo questo post mi è arrivato a casa il primo numero di un’interessante rivista, Kaizen, pubblicata dalle Edizioni Sonda. All’inizio della rivista uno schema riporta alcuni dati dell’impatto dell’uomo sulla Terra: da quando è comparso, “grazie” a lui, si sono estinti l’83% dei mammiferi selvatici, l’80% dei mammiferi marini, il 50% delle piante e il 15% dei pesci. Al fondo un articolo a firma del ricercatore Andrea Natan Feltrin, prendendo spunto proprio dal proliferare dello scoiattolo grigio, conclude affermando che il problema più grosso sulla Terra siamo noi umani, e basta abbandonare la visione antropocentrica per capirlo, per vederlo chiaramente. Noi che proliferiamo a dismisura consumando risorse preziose e finite, ai danni di tutto l’altro vivente. La conclusione è che dobbiamo prima di tutto intervenire sulla specie umana.
Fabio Balocco
Scrittore in campo ambientale e sociale
Ambiente & Veleni - 29 Novembre 2018
Specie invasive, la situazione è sfuggita di mano. Provare a limitarle è una battaglia persa
Siluro, nutria, gambero rosso della Louisiana, scoiattolo grigio, ailanto, catalpa, buddleja, paulonia. Che cos’hanno in comune queste diverse specie dei mondi animale e vegetale? Hanno in comune che provengono da un altrove rispetto alla nostra italica terra. Sono specie alloctone, o aliene che dir si voglia, e si stanno propagando con danni all’ecosistema originario a tal punto da essere definite specie invasive.
So già quello che qualcuno adesso penserà leggendo quello che scrivo: “Anche il pomodoro e la patata provenivano dalle Americhe, bella scoperta. E allora?”, allora c’è che mentre alcune specie alloctone importate da Paesi lontani nei secoli scorsi si sono adattate o vivono confinate senza causare particolari problemi, oggi, con le “nuove” introduzioni volontarie o meno, la situazione si palesa assai diversa. È cosa nota, ad esempio, che lo scoiattolo grigio – malauguratamente importato da una signora e liberato nei giardini di Nervi – sta soppiantando lo scoiattolo rosso. È altresì noto che il siluro ha colonizzato lunghi tratti del Po facendo piazza pulita delle specie originarie. Così come, nel campo vegetale, una pianta come l’ailanto sta rapidamente soppiantando altre nostre piante spontanee, sia in città sia in natura.
La domanda che sorge spontanea è: che fare? E, soprattutto, se fare. Per rispondere a questa problematica, le istituzioni nazionali ed europee hanno adottato diverse normative, regolamenti e risoluzioni. In particolare, nel 2014, coerentemente con quanto previsto dalla Strategia europea sulla biodiversità, il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione europea hanno approvato il Regolamento 1143/2014 “recante disposizioni volte a prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive”, entrato in vigore dal 1° gennaio 2015. E attualmente è in corso il progetto Life Asap (Alien Species Awareness Program) cofinanziato dalla Commissione europea e coordinato da Ispra, che vede coinvolta anche Legambiente. Ma non è semplice intervenire. Basti pensare alla fauna marina: nel Mediterraneo 150 nuove specie registrate solo negli ultimi 15 anni, soprattutto a causa dei cambiamenti climatici in corso!
Devo ammettere che, mentre per altre problematiche che riguardano l’ambiente e il territorio ho le idee abbastanza chiare, su questa specifica problematica non so bene che pensare. Non sapendo dove sbattere la testa, ne ho parlato con Massimo Vitturi, responsabile Lav area animali selvatici, posto che della tematica l’associazione animalista si è molto occupata in questi anni, almeno appunto per il campo animale. Vitturi è stato draconiano: la situazione è sfuggita di mano, pensare di uccidere esemplari delle specie invasive è, oltre che immorale, perfettamente inutile. È una battaglia persa.
A ciò aggiungasi che spesso mancano dati certi, sia relativamente ai danni che tali specie arrecano sia all’entità delle popolazioni. Ad esempio, nel caso delle nutrie, un recente convegno dell’associazione ha concluso che i dati forniti dalla regione Lombardia risultano del tutto sovrastimati, così come i danni che le nutrie arrecano alle infrastrutture idrauliche. Questo a tacere del fatto che si potrebbe evitare di fare delle mattanze, quando si potrebbe operare con campagne di sterilizzazione. In conclusione: il problema è complesso, di non facile risoluzione e, in taluni casi, per talune specie, l’uomo pare che debba ammettere una volta tanto la propria impotenza.
Mentre scrivevo questo post mi è arrivato a casa il primo numero di un’interessante rivista, Kaizen, pubblicata dalle Edizioni Sonda. All’inizio della rivista uno schema riporta alcuni dati dell’impatto dell’uomo sulla Terra: da quando è comparso, “grazie” a lui, si sono estinti l’83% dei mammiferi selvatici, l’80% dei mammiferi marini, il 50% delle piante e il 15% dei pesci. Al fondo un articolo a firma del ricercatore Andrea Natan Feltrin, prendendo spunto proprio dal proliferare dello scoiattolo grigio, conclude affermando che il problema più grosso sulla Terra siamo noi umani, e basta abbandonare la visione antropocentrica per capirlo, per vederlo chiaramente. Noi che proliferiamo a dismisura consumando risorse preziose e finite, ai danni di tutto l’altro vivente. La conclusione è che dobbiamo prima di tutto intervenire sulla specie umana.
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Mosca, 19 feb. (Adnkronos) - "E' necessario ripulire l'eredità dell'amministrazione Biden, che ha fatto di tutto per distruggere anche i primi accenni alle fondamenta stesse di una partnership a lungo termine tra i nostri Paesi". Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov parlando alla Duma all'indomani dei colloqui di Riad, commentando la possibilità di una cooperazione strategica tra Russia e Stati Uniti e aggiungendo che potrebbero essere create le condizioni per colloqui sulla sicurezza e sulla stabilità strategica tra i Paesi.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "Il partito di Giorgia Meloni é nei guai fino al collo e la maggioranza spaccata platealmente come dimostra la dissociazione di Forza Italia dalla conferenza stampa dei suoi alleati. Dagli assetti europei alla guerra in Ucraina allo spionaggio con Paragon, dalle parti di Fratelli d’Italia non sanno dove girarsi e allora attaccano l’ex presidente Conte. Era evidente fin dall’inizio l’intento da parte della destra di usare a fini politici la commissione parlamentare sul Covid, ora il re è nudo”. Così Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - “Stamane alcuni ragazzi sulle scale di Montecitorio hanno gettato dei sacchetti con del cibo che la Gdo cestina ogni giorno per richiamare la nostra attenzione sul Giusto Prezzo e sul fatto che il cibo di qualità sia un privilegio per pochi, al contrario di quello che il Ministro dell’agricoltura Lollobrigida sostiene". Così il capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera
"Mentre solo pochi giorni fa dichiaravano sullo spreco alimentare e sull’importanza di evitarlo, oggi che fanno i Presidenti di Camera e Senato? Fontana li accusa di atti vandalici e La Russa lo ha definito un atto vile. Ma ci rendiamo conto? Questi sarebbero atti vili e vandalici? E cosa facciamo noi per alleviare le sofferenze di quei produttori che nonostante l’inflazione e il caro prezzi non ricevono soldi in più? Cosa facciamo per quei consumatori costretti a rinunciare a proteine e carboidrati, al cibo sano e sostenibile perché troppo costoso? E soprattutto cosa diciamo a dei ragazzi che ci richiamano con parole pulite e striscioni corretti a dare delle risposte concrete senza offendere nessuno?".
"La maggioranza e il governo, il ministro Lollobrigida che oggi attendiamo in Aula dovrebbero rispondere su questo non offendere dei giovani innocenti che si preoccupano giustamente del nostro e loro futuro!”.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "Picierno è una signora che ogni mattina si sveglia pensando a una sciocchezza da dire sul Movimento 5 Stelle. Picierno è un'infiltrata dei fascisti nella sinistra. Chiede più guerra, più armi, più povertà, più morti: non ha nulla a che vedere con la sinistra. E' un'infiltrata dei fascisti. Cosa ha in comune con la sinistra chi chiede più armi e più povertà? Picierno lo chiede in ogni situazione". Lo ha detto l'eurodeputato M5S, Gaetano Pedullà, a L'Aria che Tira su La7.
Palermo, 19 feb. (Adnkronos) - E' stato solo momentaneo lo stop della colata lavica di ieri pomeriggio sull'Etna. Come conferma all'Adnkronos Giuseppe Salerno, dell'Osservatorio etneo dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, "la colata lavica è attiva" e prosegue, "e attualmente c'è una eruzione in corso". La colata lavica continua così ad avanzare lentamente lungo il fianco occidentale dell'Etna in direzione Sud-Ovest, attestandosi intorno a 1.800 metri di quota.
Intanto, sui paesini intorno al vulcano continua a 'piovere' cenere lavica. È l'effetto dell'eruzione sommitale in corso sul vulcano attivo più alto d'Europa con una bocca effusiva che si è aperta, l'8 febbraio scorso, a quota 3.050 metri, alla base del cratere Bocca Nuova.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "Non so se è chiara la gravità di quello che sta accadendo, ma temo proprio di no. Provo a mettere brevemente in fila i fatti per spiegarlo". Lo scrive Matteo Orfini del Pd sui social.
"Come noto, un software spia (Graphite, prodotto dalla azienda Paragon) è stato utilizzato per spiare attivisti politici e giornalisti come il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato. Quando è emersa la notizia il governo ha negato ogni responsabilità. Ul Guardian ha scritto che a causa dell'uso improprio l'azienda Paragon aveva sospeso il contratto col nostro paese. Il ministro Ciriani ha detto in parlamento che non era vero, e che il software era ancora pienamente operativo. Due giorni dopo le dichiarazioni di Ciriani una nota del governo comunicava la sospensione dell'uso del software stabilita d'intesa con la società che lo produce per consentire approfondimenti sulle violazioni. In realtà a quanto pare la sospensione è stata voluta dalla società produttrice a fronte di un uso improprio del software (quindi Ciriani aveva mentito al Parlamento)".
"Ma chi è in possesso del software? I servizi segreti e le varie polizie giudiziarie che operano per conto delle procure. I servizi hanno smentito risolutamente di aver utilizzato illegalmente il software per spiare giornalisti. Le procure possono utilizzarlo solo per reati gravissimi e onestamente pare assai poco realistico che il direttore di Fanpage sia sotto indagine per terrorismo internazionale. Resta dunque una sola ipotesi, ovvero che sia stato utilizzato illegalmente e autonomamente da un corpo di polizia giudiziaria. Ma quale? Praticamente tutti i corpi di polizia hanno smentito di aver utilizzato lo spyware per intercettare giornalisti e attivisti. A parte uno: la polizia penitenziaria".
"Le opposizioni hanno chiesto chiarimenti al governo che non ha risposto. Oggi alla Camera era previsto il question time, ovvero la sessione in cui i gruppi parlamentari interrogano il governo e i ministri hanno l'obbligo di rispondere. Pd e Iv avevano previsto di chiedere se la polizia penitenziaria avesse accesso o meno allo spyware in questione. Il quesito era stato ritenuto ammissibile dalla presidenza della Camera. Ieri il governo ha fatto sapere che non intende rispondere perché le informazioni sono "classificate", ovvero non divulgabili".
"E' falso -prosegue Orfini-, perché non c'è nulla di classificato nel rispondere si o no a una domanda semplice e trasparente come quella che abbiamo fatto. Sapere se la penitenziaria ha in dotazione il software è una domanda lecita a cui basta rispondere si o no. La polizia penitenziaria dipende dal ministero di giustizia di Nordio. E la delega specifica la ha Delmastro. Voi capite che visti i precedenti dei due la vicenda diventa ancora più inquietante. Un software in dotazione al governo è stato utilizzato illegalmente per spiare giornalisti e attivisti".
"Il governo invece di fare chiarezza e difendere chi è stato spiato illegalmente, sta utilizzando tutti gli strumenti possibili per insabbiare questa vicenda gravissima. E per evitare di rispondere. Il che, in tutta onestà, non fa che aumentare i dubbi e i sospetti. Ah, ovviamente la Meloni è sparita anche in questo caso".
Seul, 19 feb. (Adnkronos/Dpa/Europa Press) - Le autorità di Seul si sono dette disponibili ad accogliere i soldati nordcoreani che sono stati catturati sul territorio ucraino mentre combattevano assieme alle truppe russe e che intendono disertare. Lo ha annunciato il ministero degli Esteri della Corea del Sud in un comunicato in cui precisa che "i soldati nordcoreani sono cittadini sudcoreani secondo la Costituzione. Rispettare la volontà di questi individui è conforme al diritto internazionale".
Secondo le ultime informazioni, numerosi soldati nordcoreani sono rimasti feriti durante il conflitto, dopo essere stati schierati a sostegno della Russia nel quadro dell’accordo di difesa strategica raggiunto l’anno scorso tra il presidente russo Vladimir Putin e il leader nordcoreano Kim Jong Un. Le autorità ucraine hanno annunciato la cattura di due soldati nordcoreani che combattevano a fianco delle truppe russe nella provincia russa di Kursk, dove Kiev ha lanciato un'operazione militare l'estate scorsa. Il governo di Kiev ha proposto di restituirli alla Corea del Nord nel caso Pyongyang fosse disposta a facilitare uno scambio con i soldati ucraini attualmente detenuti in Russia.
Da parte sua, il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha stimato che circa 4.000 soldati nordcoreani siano stati uccisi o feriti a Kursk, anche se il numero non è stato verificato. L'annuncio del governo sudcoreano arriva dopo che un soldato ha dichiarato in un'intervista al quotidiano 'Chosun Ilbo' l'intenzione di chiedere asilo alla Corea del Sud. Il ministero sostiene adesso che "non dovrebbero essere rimandati in un luogo dove potrebbero essere perseguitati".