Non si muove da capo-corrente anche perché per dire la sua ha atteso l’approvazione del decreto. Ma il malessere di una parte del M5s nei confronti del decreto Sicurezza ora parla attraverso la voce del presidente della Camera Roberto Fico, che ricopre la più altra carica istituzionale tra i Cinquestelle, la terza dello Stato. Fico si era assentato al momento delle dichiarazioni di voto sul voto di fiducia sul decreto e ancora era stata vistosa la sua assenza al momento del voto sul provvedimento. Un segnale, avevano detto i giornali. Una presa di distanza? Oggi Fico, a margine di un convegno sui beni comuni all’Accademia dei Lincei, risponde che “sì, è stata interpretata bene”. Spiega: “Perché io sono il presidente della Camera e rispetto il mio ruolo fino in fondo, diritti di maggioranza e di opposizione, mando avanti i provvedimenti che arrivano in Aula con la collaborazione di tutti i capigruppo e rimango fedele al mio ruolo istituzionale. Se poi parliamo del decreto nel merito, dopo che è passato, questo è un altro discorso“. A Fico ha risposto il ministro dell’Interno Matteo Salvini: “Non ho capito se hanno letto il decreto, né dove sta il problema, visto che aumenta la lotta alla mafia e al racket” ha detto a Maria Latella su SkyTg24.
Nei giorni scorsi il M5s ha vissuto molte tensioni sia al Senato che alla Camera proprio sul decreto Sicurezza, con tanto di segnalazioni ai probiviri, rischio di sospensioni e addirittura di espulsioni per voti “non conformi” a quelli dei rispettivi gruppi parlamentari. Tra questi, come si ricorderà, i senatori Gregorio De Falco e Paola Nugnes ma anche i 19 deputati che avevano scritto una lettera al capogruppo Francesco D’Uva per esprimere il proprio malessere. Tutti i malumori, però, erano rientrati più per disciplina, per rispetto del contratto di governo e del patto con la Lega che non per convinzione.
Non solo. A chi ha chiesto al presidente dell’assemblea di Montecitorio se bisogna aderire al Global Compact, lui ha risposto così: “Assolutamente sì. Ritengo che l’Italia dovrebbe dire sì al global compact ed invito tutti a leggersi davvero il contenuto di questo accordo, perché, tra l’altro,ci consentirebbe di non restare soli nella gestione del fenomeno dell’immigrazione”.
Salvini ha replicato anche su questo: “Fico faccia votare il Parlamento e il Parlamento deciderà. Io sono contrario perché mette insieme migranti regolari e irregolari”. La Lega voterà contro? “Assolutamente”.
Giovedì Fico aveva espresso un’altra posizione eterodossa rispetto alle linee seguite dal governo, sospendendo i rapporti della Camera dei Deputati con l’Egitto “fino a quando – spiegava in un’intervista al Tg1 – non ci sarà una svolta vera nelle indagini e un processo che sia risolutivo” sul caso di Giulio Regeni. “Ieri è successa una cosa molto positiva, durante la conferenza dei Capigruppo – ha raccontato oggi il numero uno di Montecitorio – la mia decisione è stata approvata da tutti all’unanimità con una presa di posizione molto forte dalla Lega, da Forza Italia, addirittura dal gruppo Misto, dal Pd e dal Movimento”. “Una linea così forte della Camera sulla questione Regeni verso l’Egitto non c’era mai stata fino ad ora”.
Quali saranno le conseguenze di questa decisione? “Ho già avvisato l’ambasciatore al Cairo, ho sentito ieri il ministro degli Esteri e poi chiaramente adesso Conte è al G20, tornerà e ne parleremo”. Ma il premier ha frenato su questa vicenda? C’è stato un richiamo della Farnesina? “Secondo me è una lettura sbagliata perché Conte ieri era al G20 e non c’eravamo sentiti”. Ma serve richiamare a questo punto l’ambasciatore secondo lei, come già avvenuto in passato? “Questa – ha risposto Fico – è una decisione del ministro degli Esteri e del governo. Intanto la Camera non farà nessun gruppo di amicizia, nessun protocollo d’intesa. Io già l’avevo detto al presidente del Parlamento egiziano che mi interessava molto lavorare sui due protocolli d’intesa, soprattutto sui diritti umani, ma se ci fossero state svolte. Non ci sono state svolte, quindi si interrompono i rapporti”.