Sergio Mattarella è intervenuto nel dibattito sul Global Migration Compact: “L’Italia è stata lasciata sovente sola – ha premesso il Presidente della Repubblica intervenendo all’apertura dell’anno accademico a a Verona – ha chiesto e chiede con governi di diverso orientamento che l’Unione europea assuma in maniera concreta nella sua dimensione continentale questo fenomeno, che non va ignorato ma affrontato”. “Anche per questo – ha proseguito il capo dello Stato – ogni occasione, ogni sede, ogni strumento, ogni documento che richiami alla responsabilità comune di tutti gli Stati e della comunità internazionale, e che eviti di immaginare che faccia carico solo su alcuni Paesi, è prezioso”, ha concluso Mattarella, con un chiaro riferimento al documento dell’Onu sulla gestione dei flussi migratori che, come spiegato il 21 settembre alla Camera dal ministro degli Estero Enzo Moavero Milanesi, recepisce “principi di responsabilità condivisa” nella gestione del fenomeno attraverso “principi di partenariato con i Paesi di origine e di transito”.
“Lo spirito critico è quello che induce, quando di tratta di un documento interno o internazionale, a leggerlo, a esaminarlo prima di formulare un giudizio, perché non si esprimono opinioni e giudizi per sentito dire”, ha detto ancora Mattarella in quello che è sembrato un altro riferimento al Global Migration Compact. “Lo spirito critico è quello che induce a un atteggiamento protagonista nella comunità in cui si vive e opera. Questo è – ha aggiunto – un elemento indispensabile in qualunque democrazia, lo è nella nostra repubblica, perché conforme al modello indicato nella nostra Costituzione. Non essere soggetti passivi ma attivi – ha concluso – è un ingrediente indispensabile nella nostra democrazia”.
Un analogo invito alla lettura del testo è arrivato dal ministro Moavero: “Temo che il Global Compact sia un nome che venga usato più per lodarlo o per denigrarlo – ha detto il capo della diplomazia italiana al Mise – Invito tutti a leggerlo. Il suo contenuto ha degli aspetti positivi e alcuni elementi su cui va fatta una riflessione sulla differenza tra migranti rifugiati ed economici”. “Resta fermo che avere un dibattito parlamentare su una questione così divisiva è un fatto positivo – ha aggiunto – importante è che si entri nel merito e non limitarsi ai titoli”.
Il tema del documento messo a punto dall’Onu è al centro del dibattito da alcuni giorni. Il 28 novembre il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha annunciato che il governo non sarà il 10 e l’11 dicembre alla conferenza di Marrakech per la firma del documento e che sullo stesso dovrà pronunciarsi il Parlamento. Poco dopo il premier Giuseppe Conte e il ministro Moavero, che in precedenza si erano espressi in favore del Global Compact, si sono allineati al capo del Viminale.
Oggi a prendere posizione sulla questione è stato Roberto Fico. Ai giornalisti che a margine di un convegno sui beni comuni all’Accademia dei Lincei gli hanno domandato se l’Italia deve aderire al Global Compact, il presidente della Camera ha risposto: “Assolutamente sì. Ritengo che l’Italia dovrebbe dire sì al global compact e invito tutti a leggersi davvero il contenuto di questo accordo, perché, tra l’altro, ci consentirebbe di non restare soli nella gestione del fenomeno dell’immigrazione”.
Nel Movimento 5 Stelle le voci critiche non mancano. “L’isolazionismo non paga”, scrive la senatrice Paola Nugnes sulla sua pagina Facebook, dove interviene anche la collega Elena Fattori.
“Ci si rende conto che tutto quello che si sta facendo non risolve il ‘problema’ ma lo peggiora? Il decreto sicurezza non rimpatria e non ferma gli sbarchi, ma crea nuovi clandestini e nuova insicurezza. Il Global compact era una dichiarazione per un patto collettivo di gestione dei flussi migratori cosa che abbiamo sempre invocato. Il problema è che si sta dicendo una cosa e se ne fa un’altra. Si creano problemi e non si risolve l’esistente”, scrive Fattori.
In serata sul tema è intervenuto anche Luigi Di Maio, in quello che è sembrato un tentativo di ricomporre le distanze all’interno della maggioranza: “Il Global Compact lo discuteremo in Parlamento. Sarà l’occasione per discutere un provvedimento, un accordo importante, però ricordo non è un atto vincolante“, ha detto il vicepremier, spiegando che “ci sono differenze di vedute, ma è una discussione molto serena”. “Chi ha criticato questa scelta – ha concluso il ministro dello Sviluppo – ne ha tutto il diritto; ricordo che non c’è posto migliore per discutere un accordo così importante se non in Parlamento”.
Fratelli d’Italia invita il governo a riferire in Parlamento: “Chiederò alla presidente Casellati che prima della riunione a Marrakech il governo riferisca il Aula sul Global compact – ha detto il presidente dei senatori di Fdi, Luca Ciriani – Dopo le varie prese di posizione all’interno della maggioranza, che riflettono in maniera ancora più evidente le divergenze tra Lega e M5S, non è pensabile che l’Esecutivo non esprima una posizione ufficiale dinanzi al Parlamento”.