Per i giovani il tasso torna al 32,5%, il dato più alto da aprile. I tempi determinati diminuiscono di 13mila unità dopo il picco di 3,14 milioni raggiunto a settembre: è la prima volta da sette mesi che risultano in discesa. Quelli stabili salgono di 37mila unità. Nel complesso gli occupati sono cresciuti di 159.000 unità su ottobre 2017
In crescita sia gli occupati sia i disoccupati, per effetto di un calo degli inattivi. Tra chi ha un lavoro, sono cresciuti i dipendenti stabili mentre sono lievemente calati – dopo sette mesi di aumento ininterrotto – quelli a termine. E’ la fotografia del mercato del lavoro a ottobre scattata dall’Istat.
Il tasso di disoccupazione a ottobre è salito, toccando il 10,6% dal 10,3% di settembre: si tratta di 0,9 punti in più rispetto al 9,7% di agosto. Risulta comunque in discesa di 0,2 punti su ottobre 2017. Il dato relativo a settembre è stato rivisto al rialzo dal 10,1% stimato un mese fa. I disoccupati nel mese sono stati 2.746.000, in crescita di 64mila su settembre ma in calo di 118.000 unità su ottobre 2017. Sul tasso di disoccupazione ha inciso il fatto che ci sono stati 77mila inattivi in meno rispetto al mese prima.
Anche per i giovani il tasso di disoccupazione è aumentato arrivando al 32,5%, il dato più alto da aprile. L’istituto di statistica spiega che anche in questo caso la rilevazione del mese precedente è stato corretta al rialzo e non di poco: dal 31,6% al 32,4% contro il 31% di agosto. Il tasso di occupazione dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni è al 17,6%, in lieve crescita sul mese (+0,1 punti) e sull’anno (+0,3 punti).
Gli occupati sono stati nel complesso 9mila in più rispetto a settembre mentre sono cresciuti di 159.000 unità su ottobre 2017. Il tasso di occupazione è rimasto stabile al 58,7%. La sostanziale stabilità degli occupati su settembre deriva da un aumento dei dipendenti permanenti (+37mila) e da un calo per i lavoratori a termine (-13mila) e degli indipendenti (-16mila): per il lavoro a termine si tratta della prima diminuzione dopo sette mesi di crescita ininterrotta che avevano portato i tempi determinati a 3,14 milioni. Va ricordato che solo dall’1 novembre il decreto Dignità si applica anche a proroghe e rinnovi dei contratti in essere imponendo la causale obbligatoria dopo i 12 mesi, il tetto di 24 mesi e un massimo di quattro proroghe. Fino alla fine di ottobre era previsto un periodo transitorio che consentiva di prorogare i vecchi contratti con le regole in vigore quanto erano stati stipulati.
Se si guarda al trimestre agosto-ottobre il tasso di disoccupazione è diminuito di 0,2 punti su quello precedente. Sono calati sia gli occupati sia i disoccupati, mentre risultano in aumento gli inattivi (+0,4%, pari a +56mila). Su base annua, l’occupazione cresce dello 0,7%, pari a +159mila unità. L’espansione interessa uomini e
donne e si concentra fortemente tra i lavoratori a termine (+296mila). Sostanzialmente stabili gli indipendenti, mentre si registra un’ampia flessione dei dipendenti permanenti (-140mila). Nell’anno aumentano principalmente gli occupati ultracinquantenni (+330mila) e, in misura più contenuta, i 15-24enni (+20mila), mentre calano i 25-49enni (-190mila). Al netto della componente demografica si stima comunque un segno positivo per l’occupazione in tutte le classi di età.