Dibattito a Otto e Mezzo (La7) sul governo M5s-Lega e sul destino della Unione Europea tra il filosofo Massimo Cacciari, lo storico dell’arte Tomaso Montanari e lo scrittore Sandro Veronesi.
Cacciari ribadisce l’importanza di una serie discussione riformista sull’Europa che vada contro le tesi di Salvini. E puntualizza: “I suoi amici del gruppo di Visegràd sono tali per modo di dire. In realtà, sono i suoi peggiori avversari. Quelli che nella Ue stanno spingendo di più per una condanna dell’Italia sono proprio i polacchi e gli ungheresi“.
Montanari sottolinea: “Se i 5 Stelle e Salvini sono dove sono, è perché eravamo in mezzo a un enorme disastro. Il fallimento della Ue è la causa non l’effetto del governo gialloverde. Sicuramente Salvini usa una retorica fascista, ammiccando a certi toni, ma secondo me sarebbe un errore fare appello al’antifascismo, facendo, per esempio, un fronte comune in cui il Pd viene lavato da ogni responsabilità. Penso al Fronte Repubblicano di Calenda. Quello che ha prodotto” – continua – “il momento in cui ci troviamo non si combatte difendendo ciò che l’ha prodotto. La brace non si combatte con la padella. Siamo in questa paradossale situazione in cui chiediamo mobilitazione o addirittura resistenza civile, ma in nome di chi? Del Pd di Renzi o di Martina o di Zingaretti o, peggio, di Minniti che aveva tratti esplicitamente fascisti? Manca completamente la pars costruens“.
Cacciari dissente: “Non puoi mettere in semplice continuità il Pd con il M5s e la Salvini. Non ha senso analitico e politico. Sicuramente le responsabilità del Pd sono enormi e non sto a ripeterle perché mi sembro ridicolo. Sono anni che vado dicendo come i limiti di questo partito abbiano prodotto Renzi e varie sciagure. Ma quello che mi interessa oggi è il recupero di un discorso centrato sull’Europa, perché qui ci giochiamo veramente tutto”.
E spiega: “Mi auguro che nei 5 Stelle venga fuori un discorso di consapevolezza rispetto ai sovranisti e ai populisti come Salvini, se davvero vogliono differenziarsi da lui. E’ ovvio che la riforma di una casa la fai, se non incenerisci definitivamente quella stessa casa. Se diciamo che l’Europa è già cenere, allora ha ragione Salvini e lo voto, perché significa che l’unica sovranità che può sopravvivere è quella nazionale. Ma questo è un discorso suicida. Non dobbiamo dire che la Ue è cenere, ma dobbiamo dire che va riformata la casa. E qui proponiamo le nostre idee”.