Questo il quadro che emerge dall'ultima indagine Eurispes. Non solo, il 44% dei giovani sposati tradisce, quasi otto su dieci praticano l’autoerotismo ritenendolo “parte della normale vita sessuale”; il 54% è incuriosito dalle pratiche Bdsm (bondage, dominazione, sadismo)
Altro che Sessantotto e liberazione sessuale: il 2000, secondo l’ultima indagine Eurispes sui “Giovani e il sesso” ci consegna una fotografia hot degli italiani tra i 18 e i 30 anni. Il 44% dei giovani sposati tradisce, quasi otto su dieci praticano l’autoerotismo ritenendolo “parte della normale vita sessuale”; il 54% è incuriosito dalle pratiche Bdsm (bondage, dominazione, sadismo) e lo “scopamico” l’hanno almeno il 55,1% dei giovani. A trasgredire di più sono gli abitanti del Nord Est che sono anche quelli che si dedicano di più al sexting (il 17,5% lo pratica “spesso”).
Preoccupanti, invece, i dati sull’uso dei contraccettivi: circa un ragazzo su dieci non usa “mai” i contraccettivi (10,4%); il 13,4% “raramente”, il 12,4% “qualche volta”, il 23,9% “spesso”. Solo il 39,9% quando ha rapporti sessuali, usa sempre i contraccettivi, a fronte, quindi, di un complessivo 60,1% meno prudente. Un quarto degli omosessuali, invece non li utilizza “mai” (26,5%) e solo il 22,4% lo fa “sempre”. Dulcis in fundo sesso e sentimenti, nonostante tutto, per i millennials coincidono spesso, soprattutto per le ragazze. L’indagine campionaria ha coinvolto mille giovani ed è stata realizzata dall’Eurispes tramite la somministrazione on line di un questionario semi strutturato.
Andando a vedere nello specifico la ricerca scopriamo che sono “soprattutto coloro che possiedono una formazione più elevata a ritenere con maggiore frequenza l’autoerotismo una componente normale della vita adulta: il 70,5% degli intervistati in possesso di Master/Specializzazione/Dottorato ha risposto “molto”; il grado di adesione diminuisce fra quanti hanno il diploma di maturità e la licenza media inferiore (solo il 36,3% risponde “molto”). Sulla “mano amica” non c’è differenza di genere.
Sotto le coperte il 42,8% usa dildo e vibratori. In particolare, il 18,8% li usa sia per autoerotismo sia per giocare con il partner, il 14,4% solo con il partner, il 9,6% solo per autoerotismo. Sono i più giovani a giocarci con più frequenza (47,4% dei 18-24enni contro il 38,8% dei 25-30enni). Anche il culto del porno non è passato di moda: oltre sette giovani su dieci utilizzano materiale pornografico (71,3%). In particolare, il 34,8% lo guarda solo per autoerotismo, il 23,8% lo fa sia per praticare autoerotismo sia per giocare con il partner (23,8%), il 12,7% solo come gioco di coppia; mentre una minoranza del 28,7% dichiara di non visionare mai materiale pornografico. Guardare foto e video pornografici è molto diffuso, in particolare, tra i giovani omosessuali.
E’ boom invece del sexting: quasi 6 giovani su 10 hanno lo hanno praticato almeno una volta nella vita, ovvero hanno inviato e condiviso materiale sessualmente esplicito in forma verbale, fotografica o video. Benché, infatti, il 41,4% dichiari di non averlo “mai” fatto, il 36,2% lo ha praticato “qualche volta”, il 12% “spesso” e il 10,4% “una sola volta”. Il campanello d’allarme suona soprattutto per i più giovani : il 45,2% dei 25Giovani-30enni non lo ha “mai” praticato, contro il 37,1% dei 18-24enni.
Gli italiani non sono per nulla moralisti e se si parla di sesso a pagamento sei ragazzi su dieci ritengono accettabile che un uomo paghi per una prestazione sessuale. Qui i risultati cambiano completamente osservando le risposte sulla base del genere degli intervistati. Per la maggior parte delle donne (52%), il fatto che un uomo paghi per avere rapporti sessuali è del tutto “inaccettabile”, contro il 24,7% degli uomini, ovvero meno della metà. E sono più del triplo rispetto alle femmine, i maschi che reputano il pagamento in cambio di sesso “molto” accettabile” (6,8% contro il 2,2% delle donne). “Sopravvive, comunque, una diversificazione di genere – spiegano i ricercatori – che è interessante sottolineare. Tra i “giovani maschi” e le “giovani femmine”, mentre l’auto-erotismo risulta sdoganato e valorizzato quasi in egual misura – e ciò è certamente frutto dei processi di liberazione della donna quanto meno nell’area della sessualità ‒, la dimensione affettiva collegata all’eros risulta molto più cogente tra le giovani piuttosto che tra i giovani. Per quel che riguarda i “vincoli esterni” e la dimensione pubblica della coppia, va rilevato che il matrimonio continua in certa misura a “contenere” il libero fluire delle pulsioni sessuali molto più dei rapporti di convivenza. Ma in proposito c’è da chiedersi se non sia proprio l’impegno di “esclusiva” anche solo formale che si assume con il matrimonio, a contribuire alla progressiva rarefazione di questo istituto”.
Se parliamo, infatti, di sesso occasionale la Chiesa deve mettersi le mani alle orecchie per non sentire i numeri che riguardano i giovani sposati: il 44% intrattiene questo tipo di rapporto fuori dal vincolo matrimoniale (il 24% “una volta o raramente”, il 14% “qualche volta”, il 6% “spesso”). I maschi che ammettono di avere “qualche volta” relazioni sessuali occasionali sono circa il 10% in più delle donne (27,7% contro il 17,3%) e quelli che dichiarano di averne spesso sono addirittura più del doppio (16,5% contro il 7,5%). “E’ molto probabile – spiegano i ricercatori – che le risposte fornite dalle donne siano fortemente influenzate da condizionamenti sociali”.
Piuttosto diffuse anche le relazioni “friendship whit benefit”: la maggioranza netta ne ha instaurata almeno una (55,1%); di questi, un quarto tra le 2 e le 5 (24,4%). Sono i giovani del Centro Italia i più propensi a questo tipo di rapporto: quasi 4 su 10 ne hanno avute tra 2 e 5 (39,4%), a cui si aggiunge il 17,6% di quanti ne hanno instaurate più di 5, per un totale del 57% degli intervistati che ha avviato nella vita più di due amicizie di letto.
Ma se gli italiani son poco fedeli restano comunque tradizionali perché l’idea della coppia aperta non piace: solo il 20,7% trova soddisfacente un rapporto di coppia a tre. Restano, infine, i sogni proibiti: nonostante più del 70% del campione abbia dichiarato di non aver mai accompagnato l’attività sessuale con bondage, dominazione, sottomissione, sadismo e masochismo, la percentuale di quanti invece sono incuriositi o avrebbero la voglia di farlo si attesta al 54,8%. “