Il presidente della Repubblica francese, dopo essere atterrato da Buenos Aires, ha chiesto di andare a rendere omaggio al Milite Ignoto imbrattato nelle scorse ore dai manifestanti. Dopo il vertice con il governo ha quindi sollecitato l'apertura del dialogo per evitare altre violenze. Il bilancio finale parla di 133 feriti e 378 persone fermate. Un uomo è morto nella notte ad Arles: è rimasto coinvolto in un tamponamento legato a un posto di blocco dei manifestanti
Emmanuel Macron il giorno dopo la guerriglia nel cuore della capitale francese ha prima deciso di rendere omaggio alla tomba del Milite Ignoto all’Arco di Trionfo e poi ha chiesto al premier Edouard Philippe di vedere i portavoce del movimento gilet gialli. Un chiaro tentativo di riaprire la via del dialogo e salvare una situazione che al momento lo sta facendo precipitare nei consensi.
Intanto è stato diffuso un nuovo bilancio della prefettura di Parigi sulle conseguenze degli scontri delle scorse ore. Si parla di 133 feriti e di 378 persone fermate. Tra i feriti, 23 fanno parte delle forze dell’ordine. Un conto che la polizia ritiene “molto pesante” e che è decisamente superiore a quello della manifestazione del sabato precedente, che aveva fatto 24 feriti (5 tra le forze dell’ordine) e 101 fermi. Nella notte un automobilista è rimasto ucciso ad Arles, nel sud della Francia, in un tamponamento provocato da un blocco stradale dei gilet gialli su una strada provinciale. Si tratta della terza vittima dall’inizio del movimento, due settimane fa. L’auto è finita verso le 2 del mattino su un tir bloccato in coda alla fila di veicoli ed è stata poi a sua volta tamponata. Il conducente è morto sul colpo.
Il presidente della Repubblica francese questa mattina, non appena atterrato da Buenos Aires dove era impegnato nel G20, ha deciso di andare a visitare il monumento nazionale imbrattato nelle scorse ore dai manifestanti e qui è rimasto alcuni minuti in raccoglimento. Il presidente era accompagnato dal ministro dell’Interno, Christophe Castaner, con il quale si è poi riunito in un vertice all’Eliseo al quale ha partecipato anche il primo ministro, Edouard Philippe.
Nel pomeriggio e per la prima volta, un collettivo di gilet gialli che si presenta come “portavoce dei gilet gialli liberi”, si è rivolto al governo con un’apertura e si è detto disponibile a un “primo appuntamento”. I 10 delegati, fra cui Jacline Moraud – al cui appello sui social molti attribuiscono l’origine della protesta – offrono al governo “un’uscita dalla crisi”. Le richieste “immediate e senza condizioni” sono: “Blocco dell’aumento delle tasse sui carburanti e annullamento della sovrattassa sulla revisione obbligatoria dei veicoli”.
In realtà il governo francese sta studiando tutte le opzioni per evitare nuove scene di rivolta e violenze come quelle viste ieri a Parigi. Secondo il portavoce dell’esecutivo, Benjamin Griveau, fra le piste seguite c’è anche quella dell’instaurazione dello stato d’emergenza. Parlando ai microfoni di Europe 1, Griveaux ha detto che il ministro dell’Interno, Christophe Castaner, “ha ipotizzato lo stato d’emergenza”.