La cosiddetta "capital key" è legata a pil e popolazione dei Paesi membri. Aumentano i pesi di Germania e Francia, rispettivamente al 26,3 e 20,4%, mentre quello dell'Italia scende all'11,8%
Da gennaio la Banca centrale europea ridurrà la quota dell’Italia nel proprio capitale portandola dal 12,31% all’11,8 per cento. Questo riduce anche la quantità di titoli di Stato italiani che l’Eurotower potrà acquistare durante la “coda” del quantitative easing, quando è previsto il reinvestimento dei proventi dei bond che arriveranno a scadenza. La decisione di Francoforte è stata presa nell’ambito della revisione quinquennale dello schema per cui ogni banca centrale dei Paesi membri detiene una partecipazione nel capitale della Bce, la “capital key”, legata a pil e popolazione.
Vedranno aumentare la propria quota Belgio, Germania, Estonia, Irlanda, Francia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Austria e Finlandia. Nel comunicato, la Bce spiega che “16 banche centrali nazionali avranno quote maggiori, dodici inferiori” e che non c’è alcun cambiamento nel sistema della rotazione dei governatori con diritto di voto.
L’impatto sugli acquisti del qe va letto alla luce della ‘eurosystem key‘, cioè della quota del capitale redistribuita per le sole banche dell’Eurozona. Questo comporta per l’Italia una riduzione al 16,9530% dal 17,4890% (-0,5085 punti percentuali), per la Grecia un calo a 2,4839% dal 2,8884% (-0,4045 punti percentuali), per la Germania un aumento al 26,3827% dal 25,5674% (+0,8153 punti percentuali), per la Francia un aumento al 20,4059% dal 20,1433% (+0,2626 punti percentuali), per l’Irlanda un aumento all’1,6884% dall’1,6489% (+0,0395 punti percentuali) e per il Belgio un aumento al 3,6313% dal 3,52% (+0,1113 punti percentuali).