L'Unione Europea ha messo fine al blocco transfrontaliero delle vendite online. Ora prodotti e servizi si possono acquistare da qualsiasi Paese. Le sovrattasse sono ingiustificate, tranne l'IVA. Restano le frontiere solo per e-book, musica, videogiochi e software, ma l'UE ci sta lavorando.
Il 3 dicembre 2018 è una data che passerà alla storia. È il giorno in cui cade il blocco frontaliero degli acquisti online da parte dei cittadini europei. Poco prima di Natale, nel periodo dell’anno in cui s’impennano le vendite di prodotti e servizi, è la notizia migliore che potesse arrivare. Dall’Italia, con la vostra carta di credito, potete finalmente comprare un frigorifero, un biglietto per il teatro, da Francia, Germania o Spagna, senza sovrattasse. Fanno eccezione il calcolo dell’IVA e – per il momento – il costo della consegna transfrontaliera. Quest’ultima sarà la prossima a finire nel mirino dell’Unione Europea.
In pratica che cosa accade. Poniamo il caso abbiate pianificato un viaggio in Francia per capodanno. Volete prenotare l’hotel e noleggiare l’auto. Costerebbe meno prenotare e pagare sui siti francesi, ma venite irrimediabilmente rispediti su quelli italiani, perché vi collegate dall’Italia. Pagate di più dei cugini francesi per lo stesso servizio. Prima era così. Da oggi se il sito francese vi reindirizza forzatamente a quello italiano – che costa di più – vìola una precisa normativa europea. Se il sito francese si rifiuta di vendervi un’offerta promozionale presente su una delle sue pagine, sta violando la legge.
In pratica, l’online deve funzionare come i negozi fisici: chi entra, a prescindere dalla sua nazionalità, paga quello che c’è scritto sul cartellino del prezzo. Vale per le merci, fatta eccezione per la consegna. Se la TV dei vostri sogni costa meno in Spagna, potete comprarla online pagandola come un cittadino spagnolo. Sta a voi poi organizzare la consegna a domicilio a un buon prezzo. Vale anche per i servizi, dal noleggio auto al biglietto per l’aereo, passando per quello del teatro. Ma vale anche per i servizi aziendali, come quelli di hosting dei siti web. Guai ad applicare tariffe differenti discriminando per nazionalità.
A sottolineare l’importanza di questo progresso ci pensa il vicepresidente della Commissione UE per il mercato unico digitale Andrus Ansip, secondo cui “nel 2015 il 63% dei siti non consentiva agli utenti di effettuare acquisti da un altro Paese dell’Ue, di conseguenza due terzi dei consumatori che volevano fare acquisti online all’estero non hanno potuto farlo. Il 3 dicembre mettiamo fine a questa pratica. Vogliamo un’Europa senza barriere, e questo vuol dire anche eliminare gli ostacoli agli acquisti online”, sulla falsariga di quanto già fatto mettendo fine ai sovraccosti del roaming a giugno 2017.
Attenzione tuttavia alle eccezioni. Le nuove norme non si applicano ai prodotti audiovisivi e a quelli coperti da copyright. Per e-book, musica, videogiochi e software resta valido il principio della territorialità. L’obiettivo della UE è far cadere anche questo limite, e ci sta lavorando, ma per il momento vale quanto detto. C’è motivo di festeggiare, iniziate a controllare le offerte sui siti di tutta Europa!