Il presidente della Repubblica ha dato il via libera alla promulgazione. L'annuncio è stato pubblicato sul sito e ora si attende la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Le opposizioni avevano fatto un appello al Capo dello Stato perché bloccasse il dl. Festeggia Salvini: "Dalle parole ai fatti". Caritas Roma: "Questa è forse una delle più 'cattive' norme della storia italiana"
C’è anche la firma del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: nell’ultimo giorno utile, il decreto Sicurezza diventa legge. Come si legge sul sito del Quirinale, il provvedimento convertito definitivamente dalle Camere mercoledì 28 novembre, ha il suo via libera definitivo e sarà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. La norma, fortemente voluta dalla Lega e da Matteo Salvini, è stata contestata dalle opposizioni che erano arrivate fino ad appellarsi al Capo dello Stato perché non firmasse il testo. All’interno dello stesso Movimento 5 stelle non sono mancati i malumori, dalle proteste dei 5 dissidenti al Senato alla lettera dei 18 deputati critici (che però hanno poi ritirato i loro emendamenti). Il decreto si occupa della gestione dei migranti e tra le altre cose elimina gli Sprar (il modello di integrazione locale a livello dei Comuni) e abolisce la protezione umanitaria. Sono inoltre previste una serie di misure per quanto riguarda l’ordine pubblico, dai taser sperimentali ai vigili urbani fino al daspo urbano.
I contenuti del decreto, soprattutto per quanto riguarda la gestione dei migranti, stanno sollevando numerose contestazioni. L’Anpi addirittura ha fatto un appello a una nuova resistenza. Protestano da giorni anche le associazioni impegnate sul campo e i cattolici. “Questa è forse una delle più ‘cattive’ norme della storia italiana (e per alcuni questo è il reale merito!) nei confronti dei cittadini stranieri, in particolare richiedenti protezione. Una legge patogena, inutile e dannosa“, ha detto oggi la Caritas di Roma in un editoriale sull’ultima Newsletter a firma di Salvatore Geraci, responsabile Area Sanitaria. “Il testo è gran parte esito di pregiudizi e calcoli elettorali, approcci semplicistici di fronte a un fenomeno complesso e articolato”. Sul punto è intervenuto anche la Consulta Nazionale Antiusura che ha analizzato gli effetti del provvedimento a livello di impatto sociale ed economico: “Il fenomeno delle migrazioni ci interpella su diversi livelli di responsabilità. Le istituzioni non possono legiferare solo in base a presunti vantaggi politici o economici. Il decreto Sicurezza è rivolto alla produzione inevitabile di scarti umani e guerre tra poveri, piuttosto che alla costruzione di modelli di sviluppo equi, inclusivi e sostenibili”.
Il primo a esultare oggi è stato naturalmente Matteo Salvini: “Dalle parole ai fatti!”, ha scritto su Twitter. In alcune zone d’Italia sono già iniziate le prime applicazioni delle nuove norme. La sera del trenta novembre ad esempio, 24 persone sono state allontanate dal Cara di Isola Capo Rizzuto per applicare appunto il decreto Sicurezza e attualmente non hanno un posto dove andare. Il Viminale è voluto intervenire oggi per “smontare alcune bufale”: “Più diritti per i veri rifugiati e meno sprechi per chi rifugiati non sono”, è il concetto che ripete da giorni Salvini. Dal ministero hanno specificato che l’intervento “non è retroattivo” e che “le eventuali uscite dal sistema di accoglienza di soggetti con protezione umanitaria avvengono, come in passato, alla consegna del permesso di soggiorno con il quale l’immigrato può avviare il proprio percorso socio-lavorativo”. Quanto alle verifiche all’interno del sistema d’accoglienza, dicono ancora fonti del Viminale, vengono “fatte periodicamente come è sempre stato, visto che è un servizio pagato con i soldi pubblici ed è doveroso controllare”. Infine, per quanto riguarda gli Sprar, concludono le fonti del Viminale, “non entreranno più i soggetti beneficiati dalla protezione umanitaria. Chi ha il permesso per motivi umanitari e si trova già nello Sprar potrà rimanervi fino alla fine del progetto. E i richiedenti asilo, solo da oggi, non potranno andare nello Sprar ma possono andare/restare nei Cas”.
Tecnicamente l’intervento di Mattarella, malgrado gli appelli delle opposizioni, era largamente atteso. “Il presidente della Repubblica”, si legge sul sito della presidenza della Repubblica, “ha promulgato la conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113, recante disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica, nonché misure per la funzionalità del ministero dell’Interno e l’organizzazione e il funzionamento dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Delega al governo in materia di riordino dei ruoli e delle carriere del personale delle Forze di Polizia e delle Forze Armate“.