Contro ogni previsione, il partito di destra conservatrice Vox ha sforato il 10% alle ultime elezioni per il Parlamento andaluso e si appresta a sfidare le altre formazioni spagnole in vista delle Europee di maggio 2019. Rifiutando qualsiasi etichetta di destra o di sinistra e l’appellativo di partito nostalgico del fascismo, Vox è stato fondato a dicembre 2013
La destra sovranista e anti-immigrazione si affaccia anche in Spagna e lo fa in una delle regioni storicamente più multiculturali del Paese: l’Andalusia. Contro ogni previsione, il partito di destra conservatrice Vox ha sforato il 10% alle ultime elezioni per il Parlamento andaluso, ottenendo ben 12 seggi contro 5 massimo cinque previsti dai sondaggi e, seppur si tratti solo di un’elezione locale, si appresta a sfidare le altre formazioni spagnole in vista delle Europee di maggio 2019.
Rifiutando qualsiasi etichetta di destra o di sinistra e l’appellativo di partito nostalgico del fascismo, Vox è stato fondato a dicembre 2013 e presentato ufficialmente un mese dopo per correre alle elezioni europee 2014. Il movimento si è formato con l’obiettivo primario di combattere i sentimenti indipendentisti e autonomisti presenti in gran parte del Paese, promuovendo un ritorno alla centralità di Madrid contro il sistema delle 17 Comunità Autonome nato dopo la fine del regime di Francisco Franco. Non a caso, Vox nasce per volere di fuoriusciti dal Partido Popular, molti dei quali vittime o familiari di oppositori al movimento indipendentista basco Eta. Gli accordi e le concessioni dei partiti al governo, tra cui i Popolari, nei confronti dell’indipendentismo spagnolo, in particolar modo quello basco e quello catalano, hanno convinto i fondatori di Vox ad abbandonare il partito filo-monarchico per assumere posizioni più conservatrici e intransigenti che sono valse ai suoi membri l’appellativo di franchisti e al loro presidente, Santiago Abascal, quello di “facha”, fascista.
Ammiratori della leader del Front National francese, Marine Le Pen, e del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, a cui hanno anche copiato lo slogan in salsa iberica “Hacer España grande otra vez”, rendiamo di nuovo la Spagna grande, i leader di Vox puntano a restituire tutto il potere a Madrid, unico legittimo detentore del potere statale, con l’obiettivo di eliminare le Comunità Autonome spagnole, anche in materia fiscale. Questa spinta nazionalista, a differenza delle tendenze tipiche degli altri movimenti sovranisti europei, non si traduce in un marcato euroscetticismo. La posizione del partito si concentra più sull’accentramento del potere in mano al governo di Madrid, dove già a ottobre il partito era riuscito a riempire un palazzetto dello sport durante uno dei loro incontri, facendosi così conoscere dall’opinione pubblica nazionale, senza rinnegare però l’appartenenza all’Unione europea. “La Spagna deve stare in Europa – scriveva proprio Abascal nel 2015 – ma rivendicando il ruolo storico, industriale e agricolo che meritiamo. Non siamo né i servi di Merkel né di Tsipras”.
Nella Spagna gelosa delle proprie autonomie regionali, l’Andalusia non è un’eccezione, e tra i primi Paesi ad aprire ai matrimoni tra persone dello stesso sesso, a smuovere i consensi verso la nuova formazione di estrema destra è stato soprattutto un altro tema: l’immigrazione. Nell’Andalusia multietnica, pregna di influenze arabe e luogo di convivenza tra le tre grandi religioni monoteiste, Islam, Ebraismo e Cristianesimo, gli attentati di matrice islamista e il nuovo aumento di arrivi dal Marocco, attraverso le enclave di Ceuta e Melilla, hanno portato voti ai partiti come Vox che predicano la chiusura delle frontiere.