La Corte d’appello di Catania ha condannato lo Stato a pagare circa 777mila euro agli undici fratelli eredi di Salvatore Tomasello per “riparare l’errore giudiziario” consistito nella sua condanna a 8 anni nel processo per la strage di via D’Amelio. All’attentato che costò la vita al magistrato Paolo Borsellino e alla sua scorta l’uomo era completamente estraneo, e morì tre anni dopo avere scontato la sentenza. Lo scrivono il Giornale di Sicilia e La Stampa.

Secondo l’accusa, rivelatasi infondata, l’uomo che avrebbe custodito in un proprio magazzino della Guadagna la 126 usata, secondo i falsi pentiti, come auto bomba contro Borsellino e i cinque agenti della scorta, uccisi 26 anni fa. Invece Tomasello non aveva fatto niente e Salvatore Candura, che lo aveva accusato, aveva mentito. A Caltanissetta, dopo il suo decesso, nell’agosto 2011, è arrivata la sentenza Borsellino quater, che ha consacrato l’ estraneità degli ex imputati – sette avevano avuto l’ergastolo – alle contestazioni e successivamente la Corte d’appello di Catania aveva disposto la revisione del processo, cancellando le condanne. Ultimo atto, l’ordinanza su quella che tecnicamente si chiama proprio “riparazione”, ricostruiscono i quotidiani, è stata emessa dalla III sezione della Corte d’appello di Catania, presieduta da Carmela La Rosa.

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