Con un progetto di DataLifeLab, laboratorio di ricerca dell’Università di Firenze, cento studenti di diverse scuole del capoluogo toscano hanno lanciato una nuova sfida: ideare e animare sui social 14 personaggi studiati a scuola
Chissà cosa avrebbero detto Alessandro Manzoni o Dante Alighieri nel vedersi un profilo Instagram a proprio nome. Con un progetto di DataLifeLab, laboratorio di ricerca dell’Università di Firenze, cento studenti di diverse scuole del capoluogo toscano hanno lanciato una nuova sfida: ideare e animare sui social network 14 personaggi studiati a scuola. Un modo diverso e originale per trasferire ciò che si apprende tra i banchi. E così da qualche settimana sul social più usato dai ragazzi troviamo @talete40, @aristotele.real, @niccomacchia14; @giovannigiolittiofficial; @alex_imanzo ma anche il profilo di Van Gogh, Friedrich Hegel, Eraclito, Seneca, Catone e persino Beatrice.
Il risultato è stato divertente: @aristotele.real direttamente da Stagira, ha postato una fotografia dello yougurt greco magro o della popolare insalata “alla greca” con gli hashtag #dieta#healt#followforlike#salute#colazione, ma ha messo anche la celebre immagine della “Scuola di Atene” con il post Party all night long.
“Come startup tecnologica Kinoa – spiega Ester Macrì – abbiamo un laboratorio di ricerca che si occupa di indagare sui giovani e le nuove tecnologie. Da mesi stiamo studiando Instagram. L’abbiamo fatto prima da ricercatori accademici e poi ci siamo buttati sul campo ideando questa sfida. Durante un pubblico forum dove c’erano presenti tanti ragazzi di scuole diverse abbiamo pensato di proporre loro di creare dei profili di personaggi studiati a scuola facendoli rivivere sul social. Un esempio? Immaginare Seneca quando si sveglia la mattina. Il contenuto doveva essere aderente al personaggio scelto”.“La sfida del ‘Social Challenge‘ è servita – spiega Macrì – a lanciare un messaggio: i social network devono far parte della scuola; quest’ultima deve rendersi conto che Instagram è parte integrante della vita dei ragazzi; non può gettare la spugna ma far capire loro che si possono abitare anche in maniera intelligente”.
I ricercatori stessi sono rimasti sorpresi perché gli studenti sono stati capaci di padroneggiare i contenuti degli autori in maniera simpatica e intelligente. “Questi personaggi – continua Macrì – diventando virtuali sono diventati reali, li abbiamo avvicinati alla loro vita. I ragazzi finita la sfida hanno continuato a postare. Tendenzialmente abbiamo osservato che Instagram ha una grande potenzialità: lo abbiamo usato per progettare con dei ragazzi il quartiere che vorrebbero. Va utilizzzato bene. Unica difficoltà: la diffidenza di molti docenti che non stanno su Instagram e non comprendono i linguaggi dei loro studenti”.
A Kinoa sono convinti che il metodo Social Challenge può tranquillamente entrare tra i banchi di scuola e aiutare a dare vita a personaggi, materie, nozioni. “I social network, piuttosto che essere banditi dalle aule scolastiche, se saputi gestire – sottolinea la ricercatrice – attraverso format e metodi appropriati, possono divenire un valido strumento per il trasferimento dei contenuti studiati nel linguaggio del quotidiano, oltre che oggetto di discussione e riflessione”.