Marisa Papen ancora nuda in pubblico sotto le finestre del Papa in Vaticano, ma questa volta scatta la denuncia. La celebre modella belga ha ritentato la fortuna. Set di un nuovo provocante servizio fotografico senza veli tra la folla è stato, almeno per pochi minuti, Piazza san Pietro. Alcuni giorni fa, sotto al colonnato del Bernini, assieme al fido fotografo Jess Walker, la 26enne ha prima sistemato alcuni testi sacri come sfondo scenografico e poi si è spogliata. Nemmeno un attimo per i primi scatti che, come riporta il Corriere della Sera, zelanti fedeli/passanti hanno chiamato la polizia vaticana che in pochi minuti è corsa ai ripari bloccando l’audace iniziativa.
La Papen e Walker sono stati denunciati per atti osceni in luogo pubblico e offesa a confessione religiosa. Anche se non è la prima volta che la ragazza si fa ritrarre nuda in luoghi sacri. Nel giugno scorso visto anche il caldo Marisa si era spogliata e seduta su una seggiolina di plastica in posa per il sole. Peccato che lo sfondo fosse il Muro del Pianto di Gerusalemme.
Lo slogan della Papen? “Il Muro della vergogna”. Nemmeno un mese fa è stato invece il turno d Santa Sofia ad Istanbul, oggi museo visitabile dai turisti, ma nel tempo luogo sacro per la religione ortodossa prima e per l’islamismo poi. Qui la Papen ha optato per un più sobrio burqa nero che diventava siparietto allusivo al momento dello scatto fotografico con le mani a sollevare la gonna per mostrare la nudità del pube. “L’idea di questa campagna è quella di spostare i confini che la società ha eretto intorno a noi”, ha spiegato. Basta seguire il suo sito web per capire comunque che la frequenza con cui la Papen rimane nuda di fronte ad un obiettivo fotografico è altissima. Insomma, non ci sono solo luoghi sacri a fare da sfondo alle sue foto “osé”. Nell’ordine, e tra i set ufficiali per Playboy, ecco scorrere un’immersione tra le balene, in skateboard attaccata ad un taxi tra le vie di New York, a Biarritz con un anziano signore anch’esso nudo con cui gioca in un tenero “schiena e schiena”, infine a sedere tra i tavolini di un affollato caffè di Saint Tropez.