Contestato l'omicidio preterintenzionale al giovane che è in carcere da luglio: l'indagato ha chiesto di poter tornare in libertà, al Tribunale del Riesame, tramite i suoi avvocati Francesco Crisi e David Brunelli. Dalle chat whatsapp recuperate emerge che la vittima colpì per primo
Emanuele Tiberi, 29 anni, è morto a fine luglio scorso a causa di un pugno che gli diede un amico, Cristian Salvatori, 32 anni, fuori da un locale di Norcia (Perugia). I contorni della vicenda erano sempre rimasti nebulosi fin quando nei giorni scorsi è stata depositata una perizia disposta dalla Procura di Spoleto sui cellulari dei ragazzi presenti al momento del fatto.
Il tecnico incaricato ha estratto alcuni messaggi e frame di video dagli smartphone dei giovani ed è emerso che quella notte i due giovani erano impegnati in un “gioco mortale”. “Daje, daje” si sente in un passaggio di un video: un capannello di persone fa il tifo per i due ragazzi che si picchiano. Dalle chat whatsapp recuperate emerge che la vittima colpì per primo con il palmo della mano Savatori, il quale poi reagì con un pugno fortissimo che causò la morte di Tiberi. Salvatori è in carcere da allora con l’accusa di omicidio preterintenzionale, ha chiesto di poter tornare in libertà, al Tribunale del Riesame, tramite i suoi avvocati Francesco Crisi e David Brunelli.