Alla “Carelli Forlani” di Conversano, i tecnici della Tera hanno installato un centinaio di sensori appositi in aule, palestre, uffici per misurare l’anidride carbonica e sono rimasti sorpresi dai risultati: "Nel momento in cui c’è un livello di CO2 superiore ai 1000 ppm, l’attenzione cala. Dalle sperimentazioni eseguite, abbiamo notato che nel 45% delle attività didattiche il livello è superiore"
Troppa anidride carbonica in aula fa calare l’attenzione dei bambini. A lanciare l’allarme è la scuola media “Carelli Forlani” di Conversano dove la società Tera che si occupa di sviluppare soluzioni su misura, sta svolgendo una sperimentazione presentata nei giorni scorsi. Un sos che arriva dalla Puglia ma che riguarda ogni scuola d’Italia. Non un problema di salute ma di un deficit di attenzione con un conseguente minor rendimento da parte dei ragazzi che inconsapevolmente si ritrovano a respirare aria con un concentrato elevato di CO2.
Alla “Carelli Forlani” i tecnici della Tera hanno installato un centinaio di sensori appositi in aule, palestre, uffici per misurare l’anidride carbonica e sono rimasti sorpresi dai risultati. Un problema condiviso immediatamente dalla dirigenza della scuola che ha fatto subito appello all’amministrazione attraverso anche un incontro pubblico. A spiegare tecnicamente quel che avviene è Vincenzo Tricase, SW Engineer di Tera: “Nel momento in cui c’è un livello di CO2 superiore ai 1000 ppm (parti per milione) accade che l’attenzione viene a calare. Dalle sperimentazioni eseguite, abbiamo notato che nel 45% delle attività didattiche il livello è superiore ai mille ppm e di conseguenza abbiamo osservato un calo dell’attenzione. Fortunatamente dove la CO2 sale velocemente i picchi più alti non sono duraturi nel tempo.”
In Italia non esiste una normativa che limita i livelli di CO2 nelle scuole ma già negli anni scorsi un gruppo di esperti aveva attraverso un dossier fatto suonare il campanello d’allarme. L’indagine che andava sotto il nome di “La qualità dell’aria nelle scuole” riportava dati non certo rincuoranti per il nostro Paese: “Per quanto riguarda la CO2, i risultati dello studio non erano meno allarmanti. Il valore standard suggerito per esposizione a lungo termine (1000 parti per milione, ppm) veniva superato globalmente nel 66% delle aule e, precisamente, in tutte le aule francesi, nell’86% delle aule danesi, nel 33% di quelle norvegesi e in nessuna delle aule svedesi. Per l’Italia, a Siena il valore limite di CO2 era superato in tutte le aule, mentre ad Udine si superava il limite nell’80% dei casi, facendo sì che in Italia sia stata misurata la concentrazione media più elevata di CO2 (quasi 1900 ppm)”.
Un problema che i tecnici della Tera conoscono al punto da dare avvio a questa sperimentazione che già nei primi cento giorni ha dimostrato numeri sui quali vale la pena riflettere. “Basterebbe – suggerisce Tricase – arieggiare le aule o avere dei sistemi di areazione molto semplici. Ci sono degli studi internazionali che si sono già occupati di questo argomento: in altri Paesi c’è già una normativa che impone dei limiti sulla presenza di anidride carbonica”. La sperimentazione è ancora in corso e andrà avanti fino avanti fino a febbraio con la possibilità di estendersi sino alla fine dell’anno scolastico per avere un quadro ancora più completo.