Da una parte c’è la nota dei consiglieri della corrente tradizionalmente di destra, ma che è stata guidata per anni da un magistrato ora eletto in Parlamento dal Pd. Dall’altra ci sono le toghe storicamente di sinistra. I primi considerano “inusuale” il comunicato di replica del procuratore di Torino al ministro dell’Interno, anche se quella nota non meritava poi i toni usati dal titolare del Viminale contro il magistrato. I secondi, invece, chiedono formalmente l’apertura della pratica a tutela del capo dell’ufficio inquirente piemontese. E chiamano in causa l’Anm, che subito dopo invita tutti “ad abbassare i toni“. La polemica tra Matteo Salvini e Armando Spataro arriva a spaccare il Consiglio superiore della magistratura. Ieri il capo dell’ufficio inquirente piemontense aveva redatto un comunicato per stigmatizzare il tweet con cui Salvini annunciava un’operazione contro la mafia nigeriana, in quel momento ancora in corso. Il leader della Lega aveva reagito invitando il magistrato ad andare in pensione, cosa che avverrà effettivamente tra pochi giorni.
Area chiede di aprire una pratica a tutela di Spataro – Il plenum di Palazzo dei Marescialli doveva occuparsi anche di questo: prendere visione delle candidature arrivate per succedere a Spataro sulla poltrona di procuratore capo di Torino. Lo scontro tra il magistrato e il titolare del Viminale, però, ha animato il Csm. Il Comitato di presidenza di Palazzo dei Marescialli ha trasmesso alla prima commissione la richiesta di apertura della pratica a tutela di Spataro, presentata ieri dai consiglieri di Area, la corrente di sinistra delle toghe. Spetterà ora alla prima commissione, presieduta dal laico di Forza Italia, Alessio Lanzi, valutare se ci sono i presupposti per l’intervento del Csm a difesa del procuratore. Proprio Lanzi era intervenuto in apertura del plenum per attaccare un consigliere togato di Area, Giuseppe Cascini. Il motivo? Il magistrato aveva attaccato Salvini: “Non possiamo trascinare il Paese e le sue istituzioni nel mondo dei social. Non siamo ragazzini e se un ragazzino assume un incarico istituzionale deve assumere un ruolo consono a questo ruolo”, ha detto Cascini riferendosi al tweet con cui ieri Salvini ha dato notizia di un’indagine in corso contro la mafia nigeriana a Torino. “Non si può parlare qui come al bar e definire ragazzino un ministro”, ha replicato Lanzi, chiedendo l’intervento formale del vicepresidente David Ermini. Cascini, quindi, è stato costretto a chiarire le sue posizioni: “Non ho chiamato ragazzino il ministro dell’Interno – ha precisato – Se qualcuno ha inteso così significa che mi sono espresso male, e chiedo scusa”.
La corrente di Ferri contro il magistrato – Sarà ora la commissione presieduta dallo stesso Lanzi a decidere se assumere una posizione a tutela di Spataro. Dal quale si smarcano i consiglieri di Magistratura indipendente, che con cinque seggi è stata la corrente più votata al Csm. “È quantomeno inusuale che un procuratore della Repubblica rivolga, con un comunicato stampa, inviti al Ministro dell’Interno sulle modalità di comunicazione ovvero ad assumere maggiori informazioni sulle operazioni del suo dicastero. Resta fermo ovviamente che la stima e la professionalità del Procuratore della Repubblica di Torino non sono in discussione e certamente non meritano le repliche del Ministro dell’Interno per i termini, il modo e il tono delle stesse”,dicono i consiglieri di Mi, dubitando sul fatto che il tweet di Salvini abbia prodotto alle indagini: “Non abbiamo elementi per dire se le dichiarazioni del Ministro dell’Interno abbiano o no messo a rischio le meritevoli indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Torino. Certo -si fa fatica a pensare che alle 8.57 del mattino, dopo la forse parziale esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare con una operazione verosimilmente iniziata alle prime luci dell’alba, gli altri soggetti ancora non rintracciati abbiano appreso della sussistenza della esecuzione della citata ordinanza leggendo il tweet e si siano dileguati. Del resto, lo stesso Procuratore della Repubblica pare abbia saputo del tweet alle ore 12, come riportato da organi di stampa”, scrivono Paola Braggion, Corrado Cartoni, Paolo Criscuoli, Antonio Lepre e Loredana Miccichè.
Il consigliere della Lega contro Ermini – Una posizione curiosa e non solo perché certifica una presa di distanza da parte dei togati nei confronti del loro collega. Magistratura Indipendente, infatti, è la corrente di Cosimo Ferri, attualmente in aspettativa dopo l’elezione in parlamento con il Pd, e dunque all’opposizione di Salvini. Il passaggio di Ferri nei ranghi del Pd sembrava avere avuto un peso in occasione dell’elezione del vicepresidente del Csm, quando i cinque voti di Mi erano stati fondamentali per la vittoria di David Ermini, a sua volta parlamentare dei dem. Ermini, tra l’altro, è stato tirato in ballo durante il plenum, perché ieri aveva definito “inaccettabili” la parole di Salvini su Spataro. “Dovrebbe astenersi dall’esternare per il Csm posizioni non condivise; perché in questo caso, per quel che mi riguarda, è stato così. Il vice presidente ha coinvolto il Csm in una polemica politica, e non è la prima volta”, ha detto il consigliere laico della Lega, Stefano Cavanna. “Se qualcuno si dissocia dalle mie parole è libero di farlo. Io ho inteso tutelare la magistratura tutta non solo il procuratore di Torino”, è stata la secca replica di Ermini. Appoggiato dal togato di Unicost, Marco Mancinetti: “Il paletto – dice – va messo. No al personalismo, al discredito, all’insulto. E non bisogna essere l’Anm per esprimere le proprie opinioni. La dialettica tra istituzioni è il sale della democrazia. Noi è da 20 anni che veniamo insultati, e siamo abituati a difenderci. È sul terreno dei toni e del linguaggio che si crea il terreno della delegittimazione. Noi accettiamo le critiche ma non questi toni. Ma basta insulti”.
Area: “Preoccupa silenzio dell’Anm” – Sempre Area, poi, chiede all’Associazione nazionale magistrati di prendere posizione sul caso: “Il silenzio dell’Anm e i distinguo già operati da alcune componenti associative sulla vicenda nata dall’intervento del Ministro degli interni su di un’indagine giudiziaria ci preoccupano ed amareggiano. Ci sembra incredibile che possa passare sotto silenzio o essere in qualche modo giustificato un intervento di un ministro che per superficialità, o per prendersene merito, emette un tweet mettendo incautamente a rischio indagini in corso Ma ancora più incredibile ci sembra ignorare le reazioni scomposte ed il tono di dileggio che hanno accompagnato il comunicato della Procura della Repubblica di Torino, peraltro misurato nei toni e scevro da qualsiasi polemica politica”, scrive in una nota il coordinamento del gruppo dei magistrati progressisti. A stretto giro arriva la dichiarazione di Francesco Minisci, presidente del sindacato delle toghe: “Con riferimento al dibattito connesso alle dichiarazioni del Ministro dell’Interno e del Procuratore della Repubblica di Torino- dice – va ribadita la necessità che siano rispettati i ruoli previsti dall’ordinamento e le prerogative a ciascuno riconosciute, auspicando che ogni legittimo confronto e le connesse posizioni siano portate avanti abbassando i toni e rispettando i profili e i percorsi professionali”.
Bruti Liberati: “Salvini doveva essere più prudente” – Si schiara con Spataro anche l’ex procuratore di Milano, Edmondo Bruti Liberati, secondo il quale invece Salvini avrebbe rischiato di danneggiare le indagini sulla mafia nigeriana: “Prendere un minimo di tempo è una regola di prudenza. La polizia che agisce direttamente sul campo può trovare nuovi elementi da una perquisizione quando l’operazione di arresto è in corso, e le ore successive spesso possono essere decisive per le indagini”. Sulla pvicenda è intervenuto anche il vicepremier Luigi Di Maio. “Abbiamo l’esigenza costante di comunicare quel che facciamo ai cittadini, ma mi auguro che la dichiarazione (di Salvini) non abbia intaccato l’inchiesta. Tifo per arrivare alla verità sulla mafia nigeriana. Non voglio credere che un tweet abbia danneggiato l’inchiesta”, ha detto il leader del Movimento 5 stelle.
Spataro: “Ci rido sopra”. Salvini: “Per me caso chiuso” – Spataro, dal canto suo, ha commentato l’accaduto in un colloquio con La Stampa: “Che ci dobbiamo fare? È quello che ormai ci riserva il Paese. Non è tanto lo sfottò nei miei confronti di quello non mi curo ci rido sopra. Ma è il fatto che avere certi atteggiamenti paga. E questa è la cosa che più preoccupa”, dice il capo della procura del capoluogo piemontese. “Quello che dico e faccio da ministro lo faccio perché ho la certezza di poterlo fare. Sono ancora in attesa di sapere chi avrei danneggiato e chi avrei salvato con i miei ringraziamenti alle forze dell’ordine. Preciso poi che l’andata in pensione di Spataro non dipende da me. Ci sono meccanismi oggettivi per cui andrà in pensione in questo mese di dicembre indipendentemente dalla volontà del ministro Salvini che non si occupa di pensioni o assunzioni. Per me la polemica è chiusa”, ha controreplicato il leader della Lega. Che però sembra aver imparato la lezione: nonostante dalle prime ore del mattino sia in corso la maxi operazione internazionale contro la ‘ndrangheta, il ministro non ha twittato nulla fino alle 12 e 45. Quando ha scritto: “Grazie e onore alle Forze dell’Ordine e agli investigatori, sempre in prima linea nella lotta alla mafie. Ps: Spero che nessuno si offenda e mi attacchi per questi complimenti”.
Giustizia & Impunità
Spataro-Salvini, il caso spacca il Csm: “Inusuale nota contro il ministro”. “Aprire pratica per tutelare il magistrato”
Il day after della polemica tra il ministro dell'Interno e il procuratore di Torino ha effetti persino sul tavolo di Palazzo dei Marescialli. Magistratura indipentente, corrente tradizionalmente di destra ma guidata a lungo da Ferri (ora deputato del Pd), attacca la nota diffusa dal magistrato per criticare il leader della Lega. Area, corrente di sinistra, chiede l'apertura di una pratica a tutela del capo degli inquirenti piemontesi. Anm: "Abbassare i toni"
Da una parte c’è la nota dei consiglieri della corrente tradizionalmente di destra, ma che è stata guidata per anni da un magistrato ora eletto in Parlamento dal Pd. Dall’altra ci sono le toghe storicamente di sinistra. I primi considerano “inusuale” il comunicato di replica del procuratore di Torino al ministro dell’Interno, anche se quella nota non meritava poi i toni usati dal titolare del Viminale contro il magistrato. I secondi, invece, chiedono formalmente l’apertura della pratica a tutela del capo dell’ufficio inquirente piemontese. E chiamano in causa l’Anm, che subito dopo invita tutti “ad abbassare i toni“. La polemica tra Matteo Salvini e Armando Spataro arriva a spaccare il Consiglio superiore della magistratura. Ieri il capo dell’ufficio inquirente piemontense aveva redatto un comunicato per stigmatizzare il tweet con cui Salvini annunciava un’operazione contro la mafia nigeriana, in quel momento ancora in corso. Il leader della Lega aveva reagito invitando il magistrato ad andare in pensione, cosa che avverrà effettivamente tra pochi giorni.
Area chiede di aprire una pratica a tutela di Spataro – Il plenum di Palazzo dei Marescialli doveva occuparsi anche di questo: prendere visione delle candidature arrivate per succedere a Spataro sulla poltrona di procuratore capo di Torino. Lo scontro tra il magistrato e il titolare del Viminale, però, ha animato il Csm. Il Comitato di presidenza di Palazzo dei Marescialli ha trasmesso alla prima commissione la richiesta di apertura della pratica a tutela di Spataro, presentata ieri dai consiglieri di Area, la corrente di sinistra delle toghe. Spetterà ora alla prima commissione, presieduta dal laico di Forza Italia, Alessio Lanzi, valutare se ci sono i presupposti per l’intervento del Csm a difesa del procuratore. Proprio Lanzi era intervenuto in apertura del plenum per attaccare un consigliere togato di Area, Giuseppe Cascini. Il motivo? Il magistrato aveva attaccato Salvini: “Non possiamo trascinare il Paese e le sue istituzioni nel mondo dei social. Non siamo ragazzini e se un ragazzino assume un incarico istituzionale deve assumere un ruolo consono a questo ruolo”, ha detto Cascini riferendosi al tweet con cui ieri Salvini ha dato notizia di un’indagine in corso contro la mafia nigeriana a Torino. “Non si può parlare qui come al bar e definire ragazzino un ministro”, ha replicato Lanzi, chiedendo l’intervento formale del vicepresidente David Ermini. Cascini, quindi, è stato costretto a chiarire le sue posizioni: “Non ho chiamato ragazzino il ministro dell’Interno – ha precisato – Se qualcuno ha inteso così significa che mi sono espresso male, e chiedo scusa”.
La corrente di Ferri contro il magistrato – Sarà ora la commissione presieduta dallo stesso Lanzi a decidere se assumere una posizione a tutela di Spataro. Dal quale si smarcano i consiglieri di Magistratura indipendente, che con cinque seggi è stata la corrente più votata al Csm. “È quantomeno inusuale che un procuratore della Repubblica rivolga, con un comunicato stampa, inviti al Ministro dell’Interno sulle modalità di comunicazione ovvero ad assumere maggiori informazioni sulle operazioni del suo dicastero. Resta fermo ovviamente che la stima e la professionalità del Procuratore della Repubblica di Torino non sono in discussione e certamente non meritano le repliche del Ministro dell’Interno per i termini, il modo e il tono delle stesse”,dicono i consiglieri di Mi, dubitando sul fatto che il tweet di Salvini abbia prodotto alle indagini: “Non abbiamo elementi per dire se le dichiarazioni del Ministro dell’Interno abbiano o no messo a rischio le meritevoli indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Torino. Certo -si fa fatica a pensare che alle 8.57 del mattino, dopo la forse parziale esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare con una operazione verosimilmente iniziata alle prime luci dell’alba, gli altri soggetti ancora non rintracciati abbiano appreso della sussistenza della esecuzione della citata ordinanza leggendo il tweet e si siano dileguati. Del resto, lo stesso Procuratore della Repubblica pare abbia saputo del tweet alle ore 12, come riportato da organi di stampa”, scrivono Paola Braggion, Corrado Cartoni, Paolo Criscuoli, Antonio Lepre e Loredana Miccichè.
Il consigliere della Lega contro Ermini – Una posizione curiosa e non solo perché certifica una presa di distanza da parte dei togati nei confronti del loro collega. Magistratura Indipendente, infatti, è la corrente di Cosimo Ferri, attualmente in aspettativa dopo l’elezione in parlamento con il Pd, e dunque all’opposizione di Salvini. Il passaggio di Ferri nei ranghi del Pd sembrava avere avuto un peso in occasione dell’elezione del vicepresidente del Csm, quando i cinque voti di Mi erano stati fondamentali per la vittoria di David Ermini, a sua volta parlamentare dei dem. Ermini, tra l’altro, è stato tirato in ballo durante il plenum, perché ieri aveva definito “inaccettabili” la parole di Salvini su Spataro. “Dovrebbe astenersi dall’esternare per il Csm posizioni non condivise; perché in questo caso, per quel che mi riguarda, è stato così. Il vice presidente ha coinvolto il Csm in una polemica politica, e non è la prima volta”, ha detto il consigliere laico della Lega, Stefano Cavanna. “Se qualcuno si dissocia dalle mie parole è libero di farlo. Io ho inteso tutelare la magistratura tutta non solo il procuratore di Torino”, è stata la secca replica di Ermini. Appoggiato dal togato di Unicost, Marco Mancinetti: “Il paletto – dice – va messo. No al personalismo, al discredito, all’insulto. E non bisogna essere l’Anm per esprimere le proprie opinioni. La dialettica tra istituzioni è il sale della democrazia. Noi è da 20 anni che veniamo insultati, e siamo abituati a difenderci. È sul terreno dei toni e del linguaggio che si crea il terreno della delegittimazione. Noi accettiamo le critiche ma non questi toni. Ma basta insulti”.
Area: “Preoccupa silenzio dell’Anm” – Sempre Area, poi, chiede all’Associazione nazionale magistrati di prendere posizione sul caso: “Il silenzio dell’Anm e i distinguo già operati da alcune componenti associative sulla vicenda nata dall’intervento del Ministro degli interni su di un’indagine giudiziaria ci preoccupano ed amareggiano. Ci sembra incredibile che possa passare sotto silenzio o essere in qualche modo giustificato un intervento di un ministro che per superficialità, o per prendersene merito, emette un tweet mettendo incautamente a rischio indagini in corso Ma ancora più incredibile ci sembra ignorare le reazioni scomposte ed il tono di dileggio che hanno accompagnato il comunicato della Procura della Repubblica di Torino, peraltro misurato nei toni e scevro da qualsiasi polemica politica”, scrive in una nota il coordinamento del gruppo dei magistrati progressisti. A stretto giro arriva la dichiarazione di Francesco Minisci, presidente del sindacato delle toghe: “Con riferimento al dibattito connesso alle dichiarazioni del Ministro dell’Interno e del Procuratore della Repubblica di Torino- dice – va ribadita la necessità che siano rispettati i ruoli previsti dall’ordinamento e le prerogative a ciascuno riconosciute, auspicando che ogni legittimo confronto e le connesse posizioni siano portate avanti abbassando i toni e rispettando i profili e i percorsi professionali”.
Bruti Liberati: “Salvini doveva essere più prudente” – Si schiara con Spataro anche l’ex procuratore di Milano, Edmondo Bruti Liberati, secondo il quale invece Salvini avrebbe rischiato di danneggiare le indagini sulla mafia nigeriana: “Prendere un minimo di tempo è una regola di prudenza. La polizia che agisce direttamente sul campo può trovare nuovi elementi da una perquisizione quando l’operazione di arresto è in corso, e le ore successive spesso possono essere decisive per le indagini”. Sulla pvicenda è intervenuto anche il vicepremier Luigi Di Maio. “Abbiamo l’esigenza costante di comunicare quel che facciamo ai cittadini, ma mi auguro che la dichiarazione (di Salvini) non abbia intaccato l’inchiesta. Tifo per arrivare alla verità sulla mafia nigeriana. Non voglio credere che un tweet abbia danneggiato l’inchiesta”, ha detto il leader del Movimento 5 stelle.
Spataro: “Ci rido sopra”. Salvini: “Per me caso chiuso” – Spataro, dal canto suo, ha commentato l’accaduto in un colloquio con La Stampa: “Che ci dobbiamo fare? È quello che ormai ci riserva il Paese. Non è tanto lo sfottò nei miei confronti di quello non mi curo ci rido sopra. Ma è il fatto che avere certi atteggiamenti paga. E questa è la cosa che più preoccupa”, dice il capo della procura del capoluogo piemontese. “Quello che dico e faccio da ministro lo faccio perché ho la certezza di poterlo fare. Sono ancora in attesa di sapere chi avrei danneggiato e chi avrei salvato con i miei ringraziamenti alle forze dell’ordine. Preciso poi che l’andata in pensione di Spataro non dipende da me. Ci sono meccanismi oggettivi per cui andrà in pensione in questo mese di dicembre indipendentemente dalla volontà del ministro Salvini che non si occupa di pensioni o assunzioni. Per me la polemica è chiusa”, ha controreplicato il leader della Lega. Che però sembra aver imparato la lezione: nonostante dalle prime ore del mattino sia in corso la maxi operazione internazionale contro la ‘ndrangheta, il ministro non ha twittato nulla fino alle 12 e 45. Quando ha scritto: “Grazie e onore alle Forze dell’Ordine e agli investigatori, sempre in prima linea nella lotta alla mafie. Ps: Spero che nessuno si offenda e mi attacchi per questi complimenti”.
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(Adnkronos) - Un Napoli a due facce batte il Genoa nell’anticipo del 17° turno di Serie A e si riprende la vetta della classifica almeno per una notte. A Marassi la squadra di Conte parte bene, soffre nella ripresa e liquida 2-1 la pratica rossoblù, grazie alle reti di Anguissa e Rrahmani. Gli azzurri volano a 39 punti e superano almeno per il momento l’Atalanta, ferma a quota 38 e impegnata domenica contro l’Empoli.
Il Napoli parte forte e mette subito le cose in chiaro. Gli azzurri bussano già al 5’ alla porta di Leali, con Lukaku che di testa centra la traversa. Poi, intorno al quarto d’ora, è un altro colpo di testa a regalare il vantaggio agli uomini di Conte: Neres crossa, Anguissa brucia Frendrup e salta più in alto di tutti per l’1-0. Partita sbloccata, con Conte che esulta e se la ride in panchina insieme allo staff. Passano altri 8 minuti e il tecnico salentino esulta ancora per il raddoppio, firmato da Rrahmani: Lobotka crossa, il difensore stacca di testa e infila Leali. Due a zero all’intervallo. La squadra di Vieira torna in campo con un altro piglio: dopo pochi secondi, Pinamonti si fa vedere dalle parti di Meret con un bel tiro a giro dal limite, che chiama il portiere al gran colpo di reni, e poi accorcia le distanze al 51’. Palla perfetta di Vitinha e piattone in rete. La partita cambia qui: il Genoa prende coraggio e si affaccia spesso oltre la trequarti, mentre il Napoli ha da difendere ma trova spazi per lanciare le frecce in contropiede. A un quarto d'ora dalla fine, Conte si gioca i cambi davanti e butta dentro la coppia Simeone-Kvaratskhelia al posto di Lukaku e Neres. È una mossa che riaccende gli azzurri, che tornano pericolosi con i guizzi del georgiano. Il pericolo più grande degli ultimi minuti arriva però da Balotelli (entrato a una manciata di minuti dal novantesimo al posto di Miretti). Il cross dalla sinistra pesca in area l'attaccante, ma sulla deviazione è fondamentale l'intervento di Meret, che devia il pallone sul palo. Sospiro di sollievo per Conte, che soffre un po' e porta a casa tre punti d'oro. Per qualche ora, guarderà tutti dall'alto.
(Adnkronos) - Un Napoli a due facce batte il Genoa nell’anticipo del 17° turno di Serie A e si riprende la vetta della classifica almeno per una notte. A Marassi la squadra di Conte parte bene, soffre nella ripresa e liquida 2-1 la pratica rossoblù, grazie alle reti di Anguissa e Rrahmani. Gli azzurri volano a 39 punti e superano almeno per il momento l’Atalanta, ferma a quota 38 e impegnata domenica contro l’Empoli.
Il Napoli parte forte e mette subito le cose in chiaro. Gli azzurri bussano già al 5’ alla porta di Leali, con Lukaku che di testa centra la traversa. Poi, intorno al quarto d’ora, è un altro colpo di testa a regalare il vantaggio agli uomini di Conte: Neres crossa, Anguissa brucia Frendrup e salta più in alto di tutti per l’1-0. Partita sbloccata, con Conte che esulta e se la ride in panchina insieme allo staff. Passano altri 8 minuti e il tecnico salentino esulta ancora per il raddoppio, firmato da Rrahmani: Lobotka crossa, il difensore stacca di testa e infila Leali. Due a zero all’intervallo. La squadra di Vieira torna in campo con un altro piglio: dopo pochi secondi, Pinamonti si fa vedere dalle parti di Meret con un bel tiro a giro dal limite, che chiama il portiere al gran colpo di reni, e poi accorcia le distanze al 51’. Palla perfetta di Vitinha e piattone in rete. La partita cambia qui: il Genoa prende coraggio e si affaccia spesso oltre la trequarti, mentre il Napoli ha da difendere ma trova spazi per lanciare le frecce in contropiede. A un quarto d'ora dalla fine, Conte si gioca i cambi davanti e butta dentro la coppia Simeone-Kvaratskhelia al posto di Lukaku e Neres. È una mossa che riaccende gli azzurri, che tornano pericolosi con i guizzi del georgiano. Il pericolo più grande degli ultimi minuti arriva però da Balotelli (entrato a una manciata di minuti dal novantesimo al posto di Miretti). Il cross dalla sinistra pesca in area l'attaccante, ma sulla deviazione è fondamentale l'intervento di Meret, che devia il pallone sul palo. Sospiro di sollievo per Conte, che soffre un po' e porta a casa tre punti d'oro. Per qualche ora, guarderà tutti dall'alto.
(Adnkronos) - Un bel Napoli batte il Genoa nell’anticipo del 17° turno di Serie A e si riprende la vetta della classifica almeno per una notte. A Marassi la squadra di Conte liquida 2-1 la pratica rossoblù, grazie alle reti di Anguissa e Rrahmani. Gli azzurri volano a 39 punti e superano almeno per il momento l’Atalanta, ferma a quota 38 e impegnata domenica contro l’Empoli.
Il Napoli parte forte e mette subito le cose in chiaro. Gli azzurri bussano già al 5’ alla porta di Leali, con Lukaku che di testa centra la traversa. Poi, intorno al quarto d’ora, è un altro colpo di testa a regalare il vantaggio agli uomini di Conte: Neres crossa, Anguissa brucia Frendrup e salta più in alto di tutti per l’1-0. Partita sbloccata, con Conte che esulta e se la ride in panchina insieme allo staff. Passano altri 8 minuti e il tecnico salentino esulta ancora per il raddoppio, firmato da Rrahmani: Lobotka crossa, il difensore stacca di testa e infila Leali. Due a zero all’intervallo. La squadra di Vieira torna in campo con un altro piglio: dopo pochi secondi, Pinamonti si fa vedere dalle parti di Meret con un bel tiro a giro dal limite, che chiama il portiere al gran colpo di reni, e poi accorcia le distanze al 51’. Palla perfetta di Vitinha e piattone in rete. La partita cambia qui: il Genoa prende coraggio e si affaccia spesso oltre la trequarti, mentre il Napoli ha da difendere ma trova spazi per lanciare le frecce in contropiede. A un quarto d'ora dalla fine, Conte si gioca i cambi davanti e butta dentro la coppia Simeone-Kvaratskhelia al posto di Lukaku e Neres. È una mossa che riaccende gli azzurri, che tornano pericolosi con i guizzi del georgiano. Il pericolo più grande degli ultimi minuti arriva però da Balotelli (entrato a una manciata di minuti dal novantesimo al posto di Miretti). Il cross dalla sinistra pesca in area l'attaccante, ma sulla deviazione è fondamentale l'intervento di Meret, che devia il pallone sul palo. Sospiro di sollievo per Conte, che soffre un po' e porta a casa tre punti d'oro. Per qualche ora, guarderà tutti dall'alto.
(Adnkronos) - Un bel Napoli batte il Genoa nell’anticipo del 17° turno di Serie A e si riprende la vetta della classifica almeno per una notte. A Marassi la squadra di Conte liquida 2-1 la pratica rossoblù, grazie alle reti di Anguissa e Rrahmani. Gli azzurri volano a 39 punti e superano almeno per il momento l’Atalanta, ferma a quota 38 e impegnata domenica contro l’Empoli.
Il Napoli parte forte e mette subito le cose in chiaro. Gli azzurri bussano già al 5’ alla porta di Leali, con Lukaku che di testa centra la traversa. Poi, intorno al quarto d’ora, è un altro colpo di testa a regalare il vantaggio agli uomini di Conte: Neres crossa, Anguissa brucia Frendrup e salta più in alto di tutti per l’1-0. Partita sbloccata, con Conte che esulta e se la ride in panchina insieme allo staff. Passano altri 8 minuti e il tecnico salentino esulta ancora per il raddoppio, firmato da Rrahmani: Lobotka crossa, il difensore stacca di testa e infila Leali. Due a zero all’intervallo. La squadra di Vieira torna in campo con un altro piglio: dopo pochi secondi, Pinamonti si fa vedere dalle parti di Meret con un bel tiro a giro dal limite, che chiama il portiere al gran colpo di reni, e poi accorcia le distanze al 51’. Palla perfetta di Vitinha e piattone in rete. La partita cambia qui: il Genoa prende coraggio e si affaccia spesso oltre la trequarti, mentre il Napoli ha da difendere ma trova spazi per lanciare le frecce in contropiede. A un quarto d'ora dalla fine, Conte si gioca i cambi davanti e butta dentro la coppia Simeone-Kvaratskhelia al posto di Lukaku e Neres. È una mossa che riaccende gli azzurri, che tornano pericolosi con i guizzi del georgiano. Il pericolo più grande degli ultimi minuti arriva però da Balotelli (entrato a una manciata di minuti dal novantesimo al posto di Miretti). Il cross dalla sinistra pesca in area l'attaccante, ma sulla deviazione è fondamentale l'intervento di Meret, che devia il pallone sul palo. Sospiro di sollievo per Conte, che soffre un po' e porta a casa i tre punti. Per qualche ora, guarderà tutti dall'alto.
Roma, 21 dic (Adnkronos) - Il concerto di Natale alla Camera "Morricone dirige Morricone", registrato questo pomeriggio nell'Aula di Montecitorio, sarà in onda su Rai 1, a cura di Rai Parlamento, lunedì 23 dicembre alle 15.30. Alla stessa ora sarà trasmesso anche sulla webtv della Camera e sul canale satellitare. Lo rende noto la Camera.
L'evento è introdotto dal Presidente Lorenzo Fontana. Il Maestro Andrea Morricone esegue molte delle celebri composizioni del padre Ennio. Il programma, introdotto dall'Inno italiano, abbraccia i brani più famosi, da "Gli Intoccabili" a "The Mission". A interpretare le musiche sono: l'orchestra Roma Sinfonietta, con la direzione del Maestro Andrea Morricone e il Coro Claudio Casini dell'Università di Roma Tor Vergata diretto dal Maestro Stefano Cucci. La direzione artistica è a cura di Luigi Lanzillotta.
Roma, 21 dic (Adnkronos) - “Le dimissioni del capo del Dap Giovanni Russo sono il segno evidente del fallimento delle politiche del governo sul carcere a fronte delle tragiche condizioni in cui versano". Lo dice Riccardo Magi.
"Sovraffollamento, suicidi, abusi, condizioni disumane indegne per un Paese europeo. Ed evidentemente sono anche il frutto del fatto che la linea portata avanti dal sottosegretario Delmastro Delle Vedove non ha favorito una visione e un approccio ai problemi del carcere compatibili con la Costituzione. Nordio riferisca in aula al più presto in aula e spieghi se sulle carceri vuole cambiare rotta o proseguire su questa linea disastrosa”, conclude il segretario di Più Europa.
Roma, 21 dic (Adnkronos) - "Le dimissioni di Giovanni Russo dal vertice del Dap sono una conferma del fallimento di una politica carceraria di questo Ministero, di questo Governo". Lo dicono la responsabile Giustizia Pd Debora Serracchiani, il capogruppo dem in Bicamerale Antimafia Walter Verini e i due capigruppo dem delle commissioni Giustizia Senato e Camera Alfredo Bazoli e Federico Gianassi.
"Questi due anni hanno aggravato una situazione difficile, con il dramma dei suicidi dei detenuti, con un sovraffollamento disumano, con condizioni difficilissime anche per il lavoro della Polizia Penitenziaria. E con risposte inesistenti e ciniche da parte di Ministro e Sottosegretari. Anche le condizioni di lavoro del Dap sono state rese certamente più difficili. Chiameremo Nordio a riferire alle Camere sulla gravità ulteriore della situazione", aggiungono.