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Accademia di Brera, Romeo Gigli socio onorario: il riconoscimento allo stilista maestro di McQueen

Al designer originario di Ravenna sarà conferito anche il diploma accademico honoris causa in Comunicazione e Didattica dell’Arte per il suo costante lavoro di ricerca stilistica

di Beatrice Manca

«Romeo Gigli ha fatto della cultura, dei libri, dei viaggi e della gentilezza il suo stile proprio». Con questa motivazione verrà conferito a Romeo Gigli, stilista di moda ravennate, il diploma accademico honoris causa in Comunicazione e Didattica dell’Arte e il titolo di socio onorario dell’Accademia delle Belle Arti di Brera. I due titoli saranno consegnati dal direttore dell’Accademia, Giovanni Iovane, il prossimo 12 dicembre.

Sono passati esattamente trent’anni da quella sfilata a Parigi del 1988, che lo consacrò con venti minuti di applausi. Oggi l’Accademia delle Belle Arti vuole premiare il suo lavoro creativo, che ha saputo tradurre in abiti ricerca storica e contaminazioni artistiche. «Romeo Gigli trasferisce la sua passione per la bellezza, la storia e il viaggio nel suo lavoro», si legge nelle motivazioni del riconoscimento, assegnato in considerazione del «grandissimo contributo da lui portato alla valorizzazione della cultura italiana, nella sua unicità e nelle sue articolazioni».

Nato a Castel Bolognese, in provincia di Ravenna, nel 1949, dopo gli studi in Architettura si avvicina al mondo della moda viaggiando e imparando il mestiere nelle sartorie newyorkesi. Nel 1985, il debutto ufficiale, con una collezione di pret-â-porter femminile. Celebre per il suo stile poetico e minimalista, controcorrente rispetto al gusto eccentrico degli anni ’80, fatto di colori sgargianti, spalle esagerate e abiti costruiti come armature. Comincia a lavorare per Callaghan, di cui sarà direttore creativo dopo l’uscita di Gianni Versace.

Nel 1990 dal suo studio passò anche un giovane Alexander McQueen, l’enfant terrible della moda, prematuramente scomparso. Vuole la leggenda (ma lo stesso Gigli lo conferma) che McQueen, sgridato per come aveva costruito una giacca, la ricucì seguendo le istruzioni ma aggiungendo, in una piega nascosta del tessuto, un messaggio rivolto a Gigli: “Fuck you”.

Il brand che porta il suo nome ha conosciuto fortune alterne, ma quest’anno Gigli ha firmato Eggs, una capsule collection che nel nome richiama la silhouette a uovo da lui creata, così dirompente sulle passerelle. Tredici abiti, presentati a febbraio, che rappresentano tredici donne diverse: ma tutte con l’inconfondibile stile sofisticato di Gigli.

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